Read Ebook: La Gioconda by D Annunzio Gabriele
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Ebook has 931 lines and 22507 words, and 19 pages
Nota del trascrittore:
Gabriele d'Annunzio
LA GIOCONDA
TRAGEDIA
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
PROPRIET? LETTERARIA.
? assolutamente proibito di rappresentare questo lavoro senza il consenso per iscritto dell'Autore. .
Milano, Tip. Treves--1922.
PER ELEONORA DUSE
DRAMATIS PERSONAE.
A Firenze e su la marina di Pisa, nel tempo nostro.
ATTO PRIMO.
Due grandi finestre sono aperte sul giardino sottostante; pel vano di una si scorge sul campo sereno del cielo il poggio di San Miniato, e la sua chiara basilica, e il Convento, e la chiesa del Cronaca, "la Bella Villanella", il pi? puro vaso della semplicit? francescana.
SCENA PRIMA.
SILVIA SETTALA.
Ah, sia benedetta la vita! Per aver sempre tenuta accesa una speranza, oggi io posso benedire la vita.
La vita nuova, cara Silvia, buona creatura coraggiosa, cos? buona e cos? forte! La tempesta ? passata. Ecco che Lucio ritorna a voi, pieno di riconoscenza e di tenerezza, dopo tanto male. Sembra ch'egli rinasca. Dianzi aveva gli occhi d'un bambino.
SILVIA SETTALA.
Egli ritrova tutta la sua bont?, quando voi gli siete accanto. Quando vi dice Maestro, la sua voce si fa cos? affettuosa che il vostro gran cuore paterno ne deve palpitare.
Dianzi aveva gli occhi medesimi che gli vidi quando venne a me la prima volta e io gli misi la creta fra le mani. I suoi occhi erano attoniti e dolci; ma fin da quel tempo il suo pollice era energico e rivelatore. Conservo il suo primo abbozzo. Pensai di offrirvelo in dono il giorno degli sponsali. Ve lo dar? per augurio della nuova felicit?.
SILVIA SETTALA.
Grazie, maestro.
? una testa di donna coronata di lauro. Mi ricordo: era l? una piccola modella mediocre. Lavorando, egli la guardava di rado. Talvolta pareva assorto, e talvolta ansioso. Gli usc? dalle mani una specie di maschera confusa, in cui s'intravedeva non so qual lineamento eroico. Rimase per qualche minuto perplesso e scoraggiato, e quasi vergognoso, dinanzi alla sua opera, non osando volgersi a me. Ma subitamente, prima di tralasciare, con pochi tocchi segn? intorno alla testa una corona di lauro. Quanto mi piacque! Egli volle coronare nella creta il suo sogno inespresso. La fine della sua giornata fu un atto d'orgoglio e di fede. Lo amai da quell'istante, per quella corona. Io vi dar? l'abbozzo. Forse, guardandolo con attenzione, saprete scoprirvi il volto ardente di Saffo, quella figura ideale che qualche anno dopo egli seppe condurre alla perfezione di un capolavoro.
Sedete, sedete, maestro; rimanete ancora un poco: vi prego! Sedete qui, accanto alla finestra. Rimanete ancora qualche minuto! Io ho mille cose da dirvi, e non sapr? dirvene una. Vorrei vincere questo tremito continuo che mi tiene.... Bisogna comprendere....
La gioia vi fa tremare?
SILVIA SETTALA.
Non so se sia la gioia.... A volte tutto quel che fu, tutto il male, tutto il dolore, e perfino il sangue, e perfino la cicatrice, tutto dilegua, scompare, ? cancellato dall'oblio, ? nulla. A volte tutto quel che fu, tutto l'orribile peso della memoria, si addensa, si aggrava, si fa compatto e opaco e duro come una muraglia, come una roccia che io non debba sormontare giammai.... Dianzi, quando voi parlavate, quando mi avete offerto quel dono inatteso, pensavo: "Ecco, ora prender? nelle mie mani quel dono, quel pezzo di creta dove egli gett? il primo seme del suo sogno come in una zolla feconda; io lo prender? nelle mie mani, andr? verso di lui sorridendo, portandogli intatta la parte migliore della sua anima e della sua vita; ed io non parler?, ed egli riconoscer? in me la custode di tutto il suo bene, e mai pi? egli vorr? partirsi da me, e noi saremo giovini ancora, saremo giovini ancora!" Cos? pensavo; e il pensiero e l'atto si confondevano con una facilit? incredibile. Le vostre parole trasfiguravano il mondo.... Poi, ecco, un soffio passa, un alito, il pi? tenue fiato, un nulla, e travolge ogni cosa, e distrugge ogni illusione; e l'ansiet? ritorna, e il timore, e il tremito.... Oh aprile!
Come turba quest'aria, che pure ? cos? limpida! Tutte le speranze e tutte le disperazioni passano nel vento con la polvere dei fiori.
Beata! Beata!
La piccola ? nel giardino?
SILVIA SETTALA.
E l?, che corre tra i rosai. ? folle d'allegrezza.--Beata!--S'? nascosta dietro una siepe, la monella. E ride. L'udite ridere? Ah, quando ella ride, io so quale sia la gioia dei fiori che si riempiono di rugiada fino all'orlo del calice. Cos? il suo riso fresco mi colma il cuore.
Forse anche Lucio l'ascolta, e ne ? consolato.
Voi credete dunque ch'egli sia guarito veramente.... d'ogni piaga? Credete ch'egli ritorni a me con tutta l'anima sua? Avete sentito questo, vedendolo, parlandogli? Questo vi dice il cuore?
M'? parso, dianzi, ch'egli avesse l'aspetto dell'uomo che ricomincia a vivere con un senso nuovo della vita. Colui che ha veduto il volto della morte non pu? non aver veduto in un baleno anche quello della verit?. I suoi occhi sono sbendati. Egli vi riconosce intera.
SILVIA SETTALA.
Maestro, maestro, se voi v'ingannaste, se la speranza fosse vana, che sarebbe di me? Ho consumato tutte le forze.
E di che temete omai?
SILVIA SETTALA.
E che potrebbe ella omai?
SILVIA SETTALA.
Tutto potrebbe, s'ella fosse ancora amata.
Ancora amata? Oltre la morte?
SILVIA SETTALA.
Oltre la morte. Ah, comprendete la mia angoscia! Per lei egli ha voluto morire, in un'ora di delirio e di furore. Pensate quanto egli dovesse amarla se il pensiero di me, se il pensiero di Beata non l'ha trattenuto.... Egli era dunque, nell'ora terribile, tutto intero la preda di lei sola; egli era al culmine della sua febbre e del suo spasimo, e il resto del mondo era abolito. Pensate quanto egli dovesse amarla!
Ora, chi pu? dire quel che sia accaduto in lui, dopo il colpo, quando il buio della morte ? passato su la sua anima? S'? egli risvegliato immemore? Vede egli un abisso tra la sua vita che si rinnovella e la parte di s? che ? rimasta di l? da quel buio? Oppure.... oppure l'Imagine ? risorta dal profondo, e rimane su l'ombra per sempre, dominatrice, con un rilievo indistruttibile? Dite!
Chi pu? dire?
Ah, ora voi stesso non osate pi? consolarmi! Dunque, ? cos?? Non v'? riparo?
No, no, Silvia.... Io intendeva:--chi pu? dire quali mutamenti porti in una natura come la sua una forza tanto misteriosa? Tutto annunzia in lui l'apparizione di un nuovo bene. Guardatelo quando sorride. Dianzi, l?, prima che voi vi allontanaste per accompagnarmi fuori, quando vi ha baciato queste care mani, non avete sentito che tutto il suo cuore si struggeva di tenerezza e di umilt??
S?, ? vero.
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