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Read Ebook: La volpe di Sparta by Z Ccoli Luciano

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Ebook has 1091 lines and 30827 words, and 22 pages

--Ma non ? il Baganella!--corresse Vittorina.--? un nuovo, che fa il commesso per ridere....

--Per ridere?--esclam? Celso.--Non mi dar? delle calze rattoppate?

Sul banco eran gi? allineate le scatole di cartone bianco: la sigaretta tra l'indice e il medio della destra, Celso fece la scelta d'alcune paia di calze, poi si stanc? e disse al Filippeschi:

--Insomma, ha capito. Me ne mandi una dozzina.... Posso fidarmi di lei?

--Credo;--rispose il giovane sorridendo.

--Allora, con la roba che mander? a mia moglie.... E grazie....

Ma fu interrotto dalla voce di una signora, che presso di lui diceva al direttore:

--Non ho fretta, non ho fretta.... Quando il conte avr? finito....

Celso si rivolse, e vide una piccola bruna, che parlando del conte accennava con gli occhi al Filippeschi; e questi ebbe sul viso un'ombra fugace, subito dissimulata dalla maschera di un sorriso gentile.

--Auf, quanto sei uggioso con le tue divagazioni!--osserv? Vittorina.

E presso alla soglia, chiese al direttore:

--? davvero un conte quel nuovo commesso?

--Il conte Folco Filippeschi; ma egli desidera non si sappia o almeno non si dica troppo,--rispose il direttore.--La signora Galassi, che ha scoperto il segreto, non sa tacere....

La signora Galassi doveva essere la piccola bruna.

--E come mai ? venuto a finir qui?--interrog? Vittorina incuriosita.

Il direttore si strinse nelle spalle.

--Sa, circostanze!--rispose vagamente, con un sorriso, il quale voleva addolcire la parola troppo breve.

--Perdite di giuoco!--defin? Celso.--In questo caso ? meglio fare il croupier a Montecarlo.

--Non ci ha la faccia,--ribatt? Vittorina con sicurezza.--Piuttosto qualche disgrazia di famiglia.

--I Filippeschi non li conosco: devono essere di Pistoia,--osserv? Celso.

--Di Perugia,--rettific? il direttore.--Nobilt? del quattrocento.

--Quattro e cinque, nove; cinque secoli di nobilt?,--calcol? Vittorina.

--? un'esagerazione, per vendere le calze!--disse Celso.--Io venderci almeno cavalli e carrozze.

--Li avr? gi? venduti,--riflett? Vittorina.--Ed ? solo?

--No, signora....

Ma in quel punto il campanello del telefono squill?: la fabbrica domandava del direttore.

--Chiedo scusa,--disse questi, felice d'interrompere una conversazione, che gli faceva perder tempo.--Devo dare qualche ordine....

--Vada, vada. Arrivederla!--consent? Vittorina.

E guard? in alto. Pioveva un'acqua sottile e fredda, che pareva iniziare un autunno precoce: per la strada, rapidamente spopolata, passavano radi uomini malcontenti sotto gli ombrelli lucidi; un cavallo era scivolato sull'asfalto nero all'angolo della via, e un gruppo di curiosi gli stava intorno, osservando gli sforzi del cocchiere, che voleva rimettere in piedi la bestia senza sfibbiarne le tirelle.

Celso Ornavati fece segno a una vettura pubblica; e mentre dava la mano a Vittorina per salire, disse, come concludendo un pensiero che lo aveva occupato fino a quell'istante:

--La cosa, del resto, non ? punto strana.

Sal? egli pure, si mise a fianco della moglie, e dato al vetturino il nome d'un caff?, riprese:

--Tutti i grandi scrittori, tutti i grandi artisti, tutti gli uomini che avevan da dire o da fare qualchecosa d'originale, han cominciato sciupando il loro tempo, per assecondare la famiglia; sono stati commessi, scrivani, impiegati, copisti.... Poi un bel giorno han trovato il coraggio di rischiare il gran colpo, si son ribellati alla tirannia di casa, e si sono gettati a mare. Io ho avuto un amico....

Era una specie di ritornello nei discorsi serii di Celso, la frase: <> Il numer? dei suoi amici sarebbe stato incalcolabile, se veramente fossero esistiti tutti quelli dei quali citava la vita e le gesta a suffragarne qualche tesi o un qualsiasi ragionamento.

--Io ho avuto un amico, il quale ? oggi un romanziere celebre. Ebbene aveva gi? pubblicato un romanzo, quando per compiacere la famiglia che non vedeva scaturir danaro dal libro, dovette acconciarsi a tener la contabilit? in un magazzino di formaggi, poi i registri presso una Societ? d'Assicurazioni.

Vittorina si guard? dal chiedere il nome del romanziere celebre; e indispettito, Celso continu? come avesse voluto rintuzzare le pi? vive obiezioni.

--Ma perch? citare i miei amici?... Non ve n'? alcun bisogno.... La storia della letteratura, la biografia dei grandi uomini....

--Mio Dio,--interruppe Vittorina, afferrando la destra di Celso.--Mi pare che quell'automobile....

Con ritmo esatto e fragoroso, un'automobile da corsa, un mostro grigio e basso, rasent? la vettura e spar? ancor prima che la signora potesse concludere:

--.... ci venga addosso!...

Poi, abbandonando la destra di Celso, Vittorina seguit?:

--? inutile; io ho sempre paura dell'automobile quando non ci son dentro.... Se piove, poi, fa cos? presto a dare una scivolata e a sfuggir di mano....

E distratta non ascolt? pi? il discorso di Celso, il quale stava dimostrando che i commessi di oggi sono i grandi uomini di domani; e nominava lo Stanley, il Daumier, Arrigo Beyle, il Livingstone, personaggi trovati tutti nelle sue ultime letture, oltre un discreto numero di amici personali e anonimi, diventati illustri dopo essere stati servi di bottega.

Ma allorch? furono al caff?, seduti innanzi a una tavola candida preparata per la colazione, col trionfo delle frutta in un angolo, e la lista delle vivande sotto gli occhi, Vittorina ritorn? al pensiero di Celso:

--Chi?... io?--domand? Celso.--A me darete un risotto con tartufi; bianchi, s'intende....

Spieg? il tovagliolo sulle ginocchia, guard? il pane, vide la propria imagine riflessa nel fondo del piatto che gli stava innanzi, e ripet?:

--Io sbaglio, tu dici?... Su che cosa?... A che proposito?...

--Ma s?, tutta quella storia di Arrigo Beyle, di Livingstone, che so io?... Non c'entra nulla con quel conte Filippeschi che fa il commesso....

--Non c'entra nulla? Ti pare?...--esclam? Celso, contento di poter riprendere un discorso di carattere intellettuale.--Io diceva che, alla fin fine, non mi sembra cosa troppo bizzarra trovare in un negozio di maglieria un conte impiegato come commesso.... I contemporanei di Arrigo Beyle avranno pur trovato Arrigo Beyle che vendeva prodotti coloniali; e non sono per ci? impazziti dallo stupore....

--Dio, questa pioggia! Ci guaster? tutta la giornata!--osserv? Vittorina, guardando un signore che entrava coll'impermeabile gocciolante.--Arrigo Beyle non lo conosco; sar? stato un grande scrittore....

--Naturalmente!

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