Read Ebook: Fior di passione by Serao Matilde
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Ebook has 163 lines and 13245 words, and 4 pages
--Paura di venire?... e perch??...
--Non affliggerti, Ulrich, e non castigare il bimbo. Ha rotto il giocattolo.
--.... Lo ha rotto?
--Per la rabbia. Non lo capiva, Ulrich. .................................................................. ..................................................................
Ora quando la luna piove la sua luce pallida nelle viuzze di Nuremberg, dove tutti dormono, un uomo corre e gesticola, oppure siede in terra e guarda il cielo. Ma le sue dita si agitano come se lavorassero intorno a misteriosi congegni. ? Ulrich che folleggia, avendo nel cervello l'idea grandiosa ed informe di un giocattolo mostruoso, immane, impossibile.
COMMEDIOLA.
--Se noi facessimo colazione?--domand? a un tratto la signora.
--Signora Lucia, ecco che avete un'idea--disse lui, con cera spaventata.
--Preparatevi perch? ne ho un'altra. Che vuol dire quando mi ci metto! ? una valanga. Signor Federigo, andiamo a far colazione qui, a cento passi di distanza, da Giovannino, nei boschetti delle rose e delle mortelle.
--Ci dar? delle rose e delle mortelle per colazione? Il dubbio ? crudele.
--Bah! m'han detto che si pranza benissimo. A quest'ora non ci sar? nessuno. Solo i matti come noi vanno in giro. Ci comprometteremo orribilmente di fronte al cameriere ed all'oste...
--Signora Lucia, le classi dirigenti debbono moralizzare....
--Basta, basta, per carit?. Siete voi deciso?....
--Dal primo momento che parlaste di colazione, un dolce palpito...
--Agit? il mio povero cuore....
--Una soave immagine....
--Intravveduta nella nebulosa dei miei sogni.....
--Parve si realizzasse....
E risero di nuovo e camminarono nella polvere alta della via maestra, e ne ingoiarono della polvere! Il meriggio era soffocante. L'osteria di Giovannino, tutta bianca, aveva le persiane socchiuse; il silenzio pi? completo dominava.
--Signora Lucia, qui non si fa colazione.
Si guardarono con una cera afflitta. Erano rossi dal caldo. In questa un cameriere con un calzone militare ed una marsina civile, venne sulla porta, sogguardandoli con la pi? grande meraviglia. Quando essi salivano per la scaletta, li segu?.
--Ho da preparare in una stanzina particolare?--poi chiese, come se parlasse fra s?, sottovoce, timidamente.
Federigo esit? un momento, ma lei prontamente, con un risolino schietto, si volt? e disse:
--Sicuro.
Dopo, rimasti soli, nella sala grande, furono un po' imbarazzati. Ma fu un lampo. Subito subito, da persone di spirito, compresero la graziosit? della posizione.
--S?, o signora,--esclam? Federigo, con accento drammatico,--turbiamo l'onesta coscienza di quest'uomo....
--Scandalizziamo addirittura. Noi ci amiamo, noi siamo due esseri colpevoli e felici, in procinto di fare una tragica colazione, mangiando la costoletta del disonore e bevendo il vino del tradimento...
--Signora, noi rotoliamo in un abisso...
--Senza fondo....
--Noi potremo essere sorpresi. O Lucia, io vi far? scudo del mio petto, tanto pi? che non avrei altri scudi....
--Perch? non ho io un velo, un lungo velo nero? Che vi pare, signor Federigo, io dovrei tremare ed impallidire?
--Provate un momento; io prover? ad essere agitato.
Il cameriere venne ad annunziare che era apparecchiato. La signora Lucia si alz?, con un passo affrettato; Federigo la segu?, parlandole sottovoce, dicendole delle scempiaggini che figuravano frasi d'amore--il cameriere si manteneva, come di dovere, a distanza. Ella, arrivata nella stanzina, si lasci? cadere sopra una sedia e nascose il volto fra le mani con molta naturalezza.
--Amica mia, che volete da colazione?
--Amico mio, non ho fame--fu la malinconica risposta.
--Prenderete del Chablis?
--S?, s?--rispose lei, con la voce gutturale e lo sguardo vagante delle donne che perdono la testa.
Il cameriere usc? con gli ordini. Essi dettero in uno scoppio di risa; non ne potevano pi?. Lucia aveva le lagrime agli occhi, Federigo si nascondeva la testa nel tovagliolo. Che cosa buffa! Si spassavano come scolaretti in vacanza. Poi Lucia venne a un tratto seria. Guardava attorno un po' disillusa. Non trovava nulla di strano, nulla di nuovo. Lui comprese.
--Ecco un salottino che non ha nulla di particolare. Non ce ne sono pi? che nei romanzi. Noi diventiamo borghesi.
Lei sorrise distrattamente. Ritorn? alla commediola.
--Che faremo ora, signor Federigo, che faremo per ingannare quest'uomo? Inventate.
--Sicuro. Poi guardiamoci lungamente e balbettiamo qualche parola incomprensibile....
--Quando lui ci parla fingiamo di essere distratti, io fisser? l'acqua nel mio bicchiere....
--Ed io far? delle pallottoline di pane...
La commediola andava innanzi, concertata a meraviglia, recitata a meraviglia. Il pubblico composto del cameriere e dell'oste, in lontananza, in un corridoio, ci cascava. Ma per cinque minuti gli attori si occuparono delle costolette, con molta attenzione.
--Signora Lucia, noi non dovremmo mangiare.
--O perch??
--Capite, col cuore divorato dai rimorsi...
--Avete ragione.... infatti.... Ma infine noi saremo di quelli che mangiano per rabbia....
--E bevono per disperazione....
--Per annegare il rimorso....
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