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Read Ebook: Il Quadriregio by Filippini Enrico Annotator Frezzi Federico

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Ebook has 3233 lines and 157916 words, and 65 pages

Quando Cupido le polse penose 50 volle trar fuor per trarre un'altra volta, nulla trov?, mentre s? la man pose.

Onde ei, scornato e con furia molta: --Io ho l'altr'arme--disse--e 'l foco sacro: quest'arme a me da te mai non fia tolta.--

E, di questa vendetta non contento, col foco s'avvent? nelli ciclopi; 60 e, poi che 'l capo incese a pi? di cento:

--Tornate alle caverne come topi --diceva a lor,--tornate, o turba inerte, o falsi e vili e neri quanto eti?pi.-- p. 72 Vulcano, in questo, s? a braccia aperte, 65 fuggendo, salse al regno di Iunone, ove il vapore in saette converte.

Ma dietro a lui, leggier come un falcone, and? Cupido, e mai corse s? ratto dall'arco suo scoccato verrettone.

Cos? dicendo, tutte nubi umette 'sciucc?e col foco e tanto consumolle, 75 che 'ntorno al caldo l'umido non stette;

ch?, quando ? consumato l'umor molle, accendersi non pu? 'l secco vapore, s? che Vulcan non fece quel ch'e' volle.

Per questo cominci? con gran rumore 80 a gridar forte, chiamando difese contra Cupido, stimol dell'amore.

Allora Venus sue braccia distese al cielo e disse con parol divote al sommo Iove, tanto ch'e' la 'ntese:

Tu sai che, quando il giganteo stuolo volle pigliar il cielo e discacciarte, 90 pi? che null'altro t'aiut? ei solo.

E fece le saette con sua arte: con quelle, o Iove, tu gettasti a terra li gran giganti con le membra sparte.--

In men che alcun non apre gli occhi o serra, 95 vidi Iove discender gi? 'n quel loco, ove Cupido a Vulcan facea guerra.

--Cessa--disse al fanciullo--il sacro foco; Amor, se pensi quanto l'hai feruto, tu dirai ch'egli ? troppo, e non ? poco. p. 73 100 E s'egli avesse a te ferir voluto, come potea, nella tua persona, nullo al suo colpo aver potevi aiuto.--

A questa voce del signor che tona, cess? il foco Cupido e reverente 105 disse al padrigno:--O padre, a me perdona.--

Nulla cosa a sdegnarsi ? pi? fervente che 'l buon Amore, e nulla cosa ancora si placa e torna pi? leggeramente.

Posta la pace, si part? allora 110 colle sue ninfe Iove e suoi satelli, de' quali il regno suo in ciel s'onora.

Ma pria la vita a Taura, ed i capelli rend? a Vulcano, che parea un menno, ed a Cupido i dardi orati e snelli.

Se non che, quando a te saetta' io, trassi come a figliuol, non a figliastro: 120 tu non scampavi mai dal colpo mio.

E provato averesti ch'io so' il mastro di saettar e che non si pu? opporre a me mai scudo, unguento ovver impiastro.

Io son che getto a terra le gran torre 125 e li gran monti, e che soccorsi a Iove, quando i giganti v?lsonli 'l ciel t?rre.

Della saetta mia, quando si move, i grandi effetti e le varie ferite, nulla ? filosofia che le ritrove.--

E, come aquila fa, quando s'avventa alla sua preda rapace e feroce, 135 ch'ali non batte, perch? non si senta; p. 74 cos? ciascuno ingi? venne veloce alla dea Venus. Benigna l'accolse e poi a Vulcan proferse questa voce:

--Assai, marito mio, il cor mi dolse, 140 quando tu fulminasti il dolce figlio e che guastasti le su' orate polse.

Ma pi? mi dolse che la barba e 'l ciglio egli arse a te e che con tanta asprezza nell'aer su ti pose a tal periglio.

Vulcan non fece a lei altra risposta se non che con l'Amor volea la pace; 150 ch? la sua sposa, che gli stava a costa,

pi? 'l riscald? che 'l foco, ov'egli giace, e, se non pel figliastro, facea forse cosa ch'? turpe e con belt? si tace.

Per questo si part? e su ricorse 155 al regno suo; e Taura sua partita fece una seco, onde gran duol mi morse.

Per? a Cupido:--Amore, ora m'aita: tu sai che 'l colpo insino a me pervenne, allor che Taura fu da te ferita.--

Venus a me:--Assai pi? bella 'manza, --disse--nel regno mio ti doneraggio.-- 165 Per?, al conforto di tanta speranza,

la seguitai per l'aspero viaggio.

p. 75

Come l'autore trova una ninfa di Cerere, chiamata Panfia, la quale gli conta il reame di Eolo, dio delli venti.

L'amor con la speranza ? s? soave, che fa parer altrui dolce e leggera la cosa faticosa e da s? grave;

ch? sempre mai, quando l'animo spera 5 aver il premio della sua fatica, piglia l'impresa con la lieta ciera.

Questa tra spine e tra pungente ortica menava lieto me per duro calle: tanto quella promessa a me fu amica;

--A quella che l? coglie i fiori belli --diss'io a Venus--volentieri irei, 15 se piace a te che alquanto gli favelli.--

La dea consent? ai desii miei; ond'io andai, e, quando gli fui appresso, queste parole dirizzai a lei:

--O ninfa bella, mentre a me ? concesso 20 ch'io parli teco, prego, a me rispondi: chi se' e questo loco a chi ? commesso?--

Allor, rispersa de' capelli biondi, inver' di me alz? la lieta testa, e poi rispose con gli occhi giocondi:

Per? gl'inchiuse Dio tra le caverne, ed Eolo diede a lor, che gli apre e serra e che sotto suo impero li governe.

Se ci? non fosse, l'aere e la terra 35 subbissarieno ed in ogni contrada farian grande ruina e grande guerra.

Panfia ho nome, e la dea della biada alla figlia Proserpina mi manda; e spesse volte vuol che a lei io vada.

quando Cupido con sue fiere polse fer? 'l disamorato infernal Pluto, 45 allor ch'a Ceres la figliola tolse.

Ma tu chi se' e come se' venuto cos? soletto in questa valle alpestra? Vai vagabondo o hai 'l cammin perduto?--

Ed io a lei:--Venus ? mia maestra; 50 seco mi guida al loco, ov'ella regna, e per darmi conforto ella mi addestra.

Ed ha concesso a me ch'io a te vegna; o ninfa bella, prego mi contenti; e quel che ti domando, ora m'insegna.

Ed ella a me:--Perch? ratta e festina Ceres mi manda, per fretta non posso 60 appien de' venti darti la dottrina.

Ma sappi che la terra dentro al dosso ha gran caverne, meati e gran grotte, ove li venti stanno in vapor grosso. p. 77 Tra quei meati e quelle rupi rotte 65 diventa quel vapor sottile e raro, quando di sopra al d? cresce la notte;

ch?, quando un loco a s? prende un contraro, l'altro contraro prende un loco opposto, e quanto posson tengon loco varo.

nelle caverne, ch'Eolo ha 'n governo, s'inchiude il caldo. E di ci? d?n certezza 75 l'acque che stanno nell'alvo materno,

che hanno il verno alquanto di caldezza, come si vede e come appare al senso; la state hanno sotterra pi? freddezza.

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