Read Ebook: La tabernaria by Porta Giambattista Della
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Ebook has 544 lines and 13602 words, and 11 pages
Strozzi gimnasiarca!
TEDESCO. Non capire tante gente le nostre ostellerie.
PEDANTE. Sono solo e un famulo.
TEDESCO. Se avere fame, ire in altra parte; qua avemo poche robbe.
PEDANTE. Aprite, dico, le ianue a Tito Melio Strozza gimnasiarca.
TEDESCO. Mi non aprire le porte a Tutto Merda Stronze de patriarche.
PEDANTE. Aprite al gazofilazio delle dottrine.
TEDESCO. Andare alle forche, parlare oneste!
PEDANTE. Aprite le valve ad un grand'uomo.
TEDESCO. Nostre ostelerie non capire la barba d'un grande omme.
PEDANTE. Ho una rabbia exardescente che mi bolle nell'arterie.
TEDESCO. Volere aprire mie porte con l'artellerie?
PEDANTE. Infringer? i cardini e far? patefacere le valve.
LARDONE. Non battete pi?. Non udite che cala per le scale?
TEDESCO. Ecco aperte. Dove stare quel grande omme?
PEDANTE. Io son quel grande uomo.
TEDESCO. Tu stare picciolette. Tu stare quel Tutto Merda Stronze de patriarche?
PEDANTE. Ti ho detto il prenome, nome, cognome e officio. <
TEDESCO. Non stare bene, non avere bisogne de' rottori.
PEDANTE. Datemi la mia sobole...
TEDESCO. Qua non avere n? sorbole n? nespole, ...
PEDANTE. ... insieme con la balia.
TEDESCO. ... n? ci stare b?lice n? stivale.
PEDANTE. Nil aliud volo.
TEDESCO. Dicere che volo e tu stare fermo.
LARDONE. Tacete se volete, e lasciate parlare a me, corpo del mondo! parlate con gli osti come se parlaste con i scolari. Diteci, oste, avete in questa vostra osteria una donzella con una vecchia, che abbiamo lasciato qui, quando siamo tornati a dietro a portar l'altre robbe?
TEDESCO. Nelle ostelerie non stare putte, vecchie, n? merdate. Andate a fare i fatti vostri.
LARDONE. Almeno dateci alloggiamento, ch? a quest'ora non abbiamo dove a dar di capo.
TEDESCO. Alla f?, non capere altre gente: tutto star pieno de passaggieri.
LARDONE. Dateci almen da mangiar, per amor de Dio.
TEDESCO. N? per amor delle diable.
LARDONE. Respondete almeno.
PEDANTE. L'uscio che ci ha serrato nel volto risponde per lui.
PEDANTE, LARDONE.
PEDANTE. Questo incontro m'ave acceso una face arsibile intorno al core, perch? per mio solo dedecore m'ha serrato l'uscio sul volto. Sar? propalato per infame per tutto il mondo.
LARDONE. Anzi per mio, perch? mi publica per un affamato.
PEDANTE. A te pare cos??
LARDONE. Anzi ? cos?, e non mi pare; perch? io son quello che resto morto di fame e di sonno.
PEDANTE. Anzi, a tutti due; e tutti due restiamo affrontati e di affronto grande: a me per le donne e a te per la fame.
LARDONE. A me non d? pena l'affronto della donna, ma perch? mi muoio di fame.
PEDANTE. Il carico fatto a me ? fatto al pi? famoso uomo del mondo.
LARDONE. S'il carico ? fatto al pi? famoso, dunque ? fatto a me che sono ora il pi? famoso uomo del mondo e di quanti affamati fur mai.
PEDANTE. Mai dal mio nemico sidere m'accadde cosa come questa.
LARDONE. N? a me mai verr? questa notte in fantasia, che il mio stommaco non si risenta.
PEDANTE. Si dir? per tutto il mondo che Tito Melio Strozza gimnasiarca ha perduto la figlia con la balia, si scriver? per le gazzette, e i scrittori de nostri tempi lo scriveranno per l'istorie; n? io potr? pi? comparir fra letterati.
LARDONE. Il manco pensiero che hanno i letterati di questi tempi ? di scrivere i fatti tuoi.
PEDANTE. Il tuo male con una ricetta si guarir?.
LARDONE. E quale?
PEDANTE. <
LARDONE. Con manco di questo si guarir? il tuo male. <
PEDANTE. Da questa massima ne segue: ho perduto la figlia, ergo, igitur, ? stata violata; e io ne resto disperato.
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