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Read Ebook: Fatalità by Negri Ada Bisi Sofia Albini Author Of Introduction Etc

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Ebook has 673 lines and 29796 words, and 14 pages

? ANIMA .......................................................... 159

? AFA ............................................................ 165

? TU VUOI SAPER?... .............................................. 169

? FRA I BOSCHI CEDUI ............................................. 179

? CASCATA ........................................................ 184

? MISTICA ........................................................ 185

? HAI LAVORATO? .................................................. 189

? A MARIE BASHKIRTSEFF ........................................... 195

? IN ALTO ........................................................ 203

? SOLA ........................................................... 209

? SPES ........................................................... 214

? VEDOVA ......................................................... 215

? ROSA APPASSITA ................................................. 219

? DEFORME ........................................................ 223

? VOCE DI TENEBRA ................................................ 229

? MARCHIO IN FRONTE .............................................. 235

? VATICINIO ...................................................... 241

? LARGO! ......................................................... 247

PREFAZIONE

ADA NEGRI?

Io mi dibatto, maledico e piango, Ma passa il mondo e ride o non mi sente.

Perch? nessuno l'ascolta?

Ma forse ? stato per il suo meglio: questa lotta contro ostacoli che non sapeva che fossero, questa sete di gloria non mai appagata, aiutarono certo ad accendere in lei quella fiamma che riscalda ormai tutta la sua poesia, dandole un'impronta cos? sentita, cos? nuova, cos? sua.

I suoi lettori sono andati man mano comprendendo che il dolore dei suoi versi ? dolore vero, che questa creatura giovane deve aver sofferto come se avesse gi? vissuto una lunga vita, e finirono col tenersi sicuri che, conscia del suo ingegno com'essa ?, forte della sua triste esperienza, sarebbe balzata fuori da un momento all'altro al sole di quella gloria che sogna con tanto ardore.

La <> che le appare una notte al capezzale e si chiama sventura, dopo averla atterrita col profetarle tutto quello che ? destinata a soffrire, le dice:

.... A chi soffre e sanguinando crea Sola splende la gloria. Vol sublime il dolor scioglie all'idea.

Ed ella, che l'aveva respinta, le risponde: Resta.

La sventura! come si sente ch'essa fu la compagna della giovinezza di Ada Negri! forse fin da bambina seppe

.... le notti insonni e l'inqu?eto Pensier della dimane.

fors'anche conobbe <>...

Crebbi col buio intorno e qui nel core Una feroce nostalgia di sole.

Punge, pen?tra, sibila, travolge, Fiero scotendo l'ale.

Ada Negri, quando i tuoi versi usciranno raccolti in volume, molte cose si vorranno dire e si inventeranno intorno alla tua persona e alla tua vita. Lascia ch'io dica prima almeno un poco della melanconica verit?; essa ? un onore per te, e alla tua povert? un giorno tu ripenserai con dolcezza e con gratitudine, poich? ad essa devi in gran parte quello che sei.

Lasciaci dunque attraversare il vasto cortile fangoso, su cui s'aprono le stalle e dove guazzano le oche, per venir a bussare al tuo uscio screpolato, salendo i due alti scalini di mattoni rotti. Noi veniamo a salutarti nella tua stanza dove la luce ? fioca perch? alla finestra non vi sono vetri ma impannate di carta, dove il mobile pi? elegante ? la cassa de' tuoi libri che ti serve da divano.... Il nostro cuore si stringe al primo momento, ma poi s'allarga, gonfio di commozione e d'ammirazione.

.... Suo figlio, il solo, L'immenso orgoglio della sua miseria, Cui ne la vasta e seria Fronte del Genio essa divina il volo.

La povera donna stanca e malata che ha lavorato tutta la vita, ora ? l? rifugiata presso la figliuola e attende, trepida e pensosa, l'avvenire luminoso in cui la bruna testa sar? cinta <>.

Sta forse per arrivare il gran giorno? Ecco che da ogni parte d'Italia giungono lettere, giornali e libri, e il nome della sua figliola ? dappertutto, e il pavimento n'? ingombro ed ella vi cammina sopra con venerazione.

S?, il nome della tua figliola ? conosciuto, ma nessuno sa chi ella sia ed ella non conosce nessuno, e dovr? ancora per qualche tempo andarsene in zoccoli alla sua scola, dove un'ottantina di ragazzi le strillano il buongiorno e mettono a prova la sua pazienza coi nasi che colano e l'ostinazione di voler gridare tutti insieme le lettere dell'alfabeto.

Sua madre la vede tornare col viso pallido, colle mani che bruciano, gli occhi che balenano, e trema per paura che sia malata. ? l'intenso sforzo di vivere due vite, di ascoltare due voci: mentre ode quelle del di fuori, e parla e risponde e compie rigida e ferma il suo dovere, dentro ha mille altre voci che le parlano, una musica strana che le sale dall'anima e vorrebbe prorompere, ma non lo pu? che nella notte alta, quando tutto tace intorno a lei e il dovere della sua giornata ? compiuto.

? allora che un immenso radiante orizzonte le si apre dinanzi. Chi legge i suoi versi pu? pensare ch'ella ha tutto visto e conosciuto: ma non conosce che la solitudine e la sventura: un mondo buio e freddo dal quale la luce del di fuori appare abbagliante, e pi? dolce e tepido che non sia, il mondo dei fortunati.

Ada Negri ha letto pochissimi libri moderni ma li conosce tutti dalle varie opposte critiche dei giornali letterari, ed ? curioso come del male e del bene che se ne dice ella afferra il vero! Non ha mai visto un teatro, ma ? entusiasta della Duse ed ? presa in questi giorni da una smania di sentirla e vederla che non lascia pensare ad altro: sono sempre i suoi giornali che la informano; un fascio; quasi tutti quelli d'Italia che riceve da due anni ogni settimana col bollo postale di Milano, da un ammiratore che non le si ? mai fatto conoscere.

Ada Negri non ha mai visto il mare, non conosce le montagne, neppure le colline o un lago: pochi mesi fa poteva dire neppure una grande citt?, poich? non faceva che attraversar Milano da Porta Ticinese a Porta Romana per andar a Lodi a passar le vacanze con sua madre.

Quest'estate alcuni amici la vollero trattenere per due giorni e fu tutta una nuova vita spalancatasi ai suoi occhi nella gran citt? popolosa, nella stagione in cui le corse e le esposizioni la rendevano cos? brillante. I gaudenti le sfilarono davanti col barbaglio del lusso, della bellezza, dell'eleganza. L'arte ch'ella intravvide a Brera la sbalord?, la commosse, la trasport?; il magico incanto di terre lontane e genti nuove la sedusse l? fra quegli egiziani e quei cavalli, davanti a quelle brune alm?e dagli occhi dipinti.

Due giorni di sogno: tutta la sua personcina esile vibrava e i suoi grandi occhi neri fiammeggiavano come per febbre, tanto che gli amici si chiesero se non avevano commesso una cattiva azione mostrandole ci? di cui non avrebbe potuto godere a lungo.

Ella torn? laggi? a riprendere i suoi zoccoli; torn? a insegnar a compitare ai suoi ottanta bambini rumorosi e cocciuti, ma pur troppo non seppe pi? essere tranquilla e rassegnata al suo oscuro destino.

Vi sar? chi, leggendo il suo libro, dir? che c'? una nota insistente, troppe volte ripetuta: ? vero, ella stessa lo sente e lo dice: ma ? cos?, ? lei, ora; ? la campana lugubre, incessante che invoca al soccorso, ? la sua giovinezza che si ribella al dolore che l'ha sempre accompagnata, ? il grido dell'ingegno che lotta per non essere seppellito vivo.

Son poeta, poeta, e non m'arride Luce di gloria.

Pure come triste e dolce si fa il suo canto qualche volta: come la sua giovinezza, stanca di anelare all'avvenire, torna al passato, e si riposa ridiventando bambina alle ginocchia di sua madre.

Madre, qui--nel silenzio--a te vicina!

E chiede:

Dimmi, perch? si soffre e si perdona. Perch? nel cor, con luminoso incanto, L'amore come alato inno risuona, Poi tutto crolla come sogno infranto? Dimmi, perch? si soffre e si perdona?

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