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Read Ebook: Il trampolino per le stelle: Tre dialoghi e due racconti by D Ambra Lucio

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Ebook has 1318 lines and 56052 words, and 27 pages

LUCIO D'AMBRA

Il trampolino per le stelle

Tre dialoghi e due racconti

L. CAPPELLI, Editore BOLOGNA -- ROCCA S. CASCIANO -- TRIESTE

Di questo libro sono state tirate 50 copie su carta di lusso, firmate dall'Autore e numerate a mano.

PROPRIET? LETTERARIA

Il trampolino per le stelle

In un qualunque tempo, in un paese qualunque, poich? Pierrot ? sempre Pierrot, maschera e uomo, poeta e fanciullo. Egli stesso lo ha detto: <>.

Che cosa dice Pierrot? Dice che vuole essere amato pi? di quanto egli sappia amare. Dice che vuole un'innamorata sempre fedele, alla quale egli possa essere sempre infedele. Dice che tutto vorrebbe, senza dare mai niente: o tutt'al pi? un sospiro, un verso, una serenata, una canzone, un bacio, tuttoci? insomma, che fa a lui piacere di dare prima che faccia piacere agli altri di ricevere. Sono io, Pierrot, io che scrivo. Sei tu, Pierrot, tu che leggi. Siamo tutti Pierrot, quanti noi siamo: uomini, fanciulli, poeti.

Questo mio Pierrot di stasera ?, come tanti, ? come tutti. Poeta anche lui. Innamorato anche lui. Vive lass?, in soffitta, tra cieli e venti, e vorrebbe una reggia. Ha per amica Colombina, fiorista nella strada accanto, e vorrebbe una regina. Ha per amici quattro studenti come lui e vorrebbe per amici i dotti di Salamanca e il Principe di Galles. Ha le tasche vuote e vorrebbe i milioni di Rothchild. Ha poco sale in zucca e crede d'avervi la saggezza di Socrate. Ama le donne, i fiori e i bambini, ma le donne se non pretendono, i bambini se non piangono e i fiori se non sono destinati a dire addio ai morti. ? un piccolo egoista, pieno di cuore, come me, come voi, come tutti. ? un bugiardo che pretende la verit? negli altri, ? uno che strappa agli altri le illusioni e vorrebbe averle tutte lui, ? un omettino che crede di saper tutto e non sa nulla. Si vanta di tutto potere e nulla pu?, proclama di amare tutti e non ama che s?.

Ora ? l?, nella soffitta, al suo tavolino coperto di carte e di libri. ? con lui un amico, che lo lascia parlare, che lo sta sempre, povero Giobbe, pazientemente a sentire.

Fuori nevica da un cielo di farina. ? l'ultimo giorno di carnevale. L?, sul tavolino, gettata su un libro, c'? una mascherina nera, quella che Pierrot ha messo iersera e che rimetter? stasera, quando crede di andare per le bettole e fra le maschere a divertirsi.

Nel caminetto una sedia rotta fa un po' di luce e quel po' di luce par che faccia anche un po' di caldo. E Pierrot e l'amico chiacchierano per chiacchierare.

L'AMICO

Come mai oggi Colombina non c'??

PIERROT

Mai pi? vedrai Colombina in questa onesta casa d'un poeta. Colombina ? una fraschetta, una civetta, Colombina ? l'ultima delle donne. L'ho scacciata un'ora fa da questa casa. Le ho gettato gi? dalla finestra i suoi cenci e la sua cuffia, i suoi scialletti ed i suoi nastri, i suoi riccioli finti e i suoi fiori di carta. E non la rivedr? mai pi?, mai pi?, mai pi?, mai pi?...

L'AMICO

Te l'ho sentito dir cento volte e il giorno dopo Colombina era qui.

PIERROT

Non ero io a richiamarla. Era Colombina a ritornare.

L'AMICO

Colombina diceva il contrario.

PIERROT

Colombina ha sempre mentito.

L'AMICO

E tu non le hai mentito mai?

PIERROT

Mai! E, senti, se vuoi rimanermi amico, se tu vuoi che non ci guastiamo, non mi parlare mai pi? di Colombina. ? morta, sepolta, dimenticata, cancellata, dileguata, volatilizzata, polverizzata, annientata, finita, sparita, svanita, allontanata, liquidata, volata, sfumata, centrifugata. Con l'ultimo giorno di carnevale la sua maschera ? caduta. E domani ? Quaresima. Il magro tempo quaresimale consiglia raccoglimento e meditazione, severi studii di metafisica e di filosofia. Dimenticher? nei numeri i suoi innumerevoli sorrisi e andr? a dormire, ogni sera, con un filosofo nuovo. I suoi innumerevoli sorrisi... Quanti ne aveva! Uno per prendermi e uno per lasciarmi, uno per deludermi e uno per illudermi, uno per mentirmi come se fosse vero e uno per dirmi la verit? come se fosse una bugia, uno per fingersi schiava e uno per farmi vedere che era padrona, uno per darmi il suo cuore per sempre e uno per riprenderlo dopo un'ora... Ah, li conosco tutti, oramai, e non possono pi? farmi male... Del resto nulla oramai pu? pi? farmi male... Conosco le donne, gli uomini, i parenti, gli amici, i ricchi, i poveri, i sapienti, gli imbecilli, me, te, il mio vicino e quello che mi sta di rimpetto... Bella roba, tutta quanta, in verit?... Ah, che orribile mondo, questo, dove tutto ? illusione, menzogna, inganno, miraggio, vanit?... Colombina, e tutte le donne, mi hanno mentito... Tutti gli amici mi hanno tradito... Tutte le illusioni se ne sono andate via per la finestra quando la realt? ? riuscita a entrare dalla porta... Tutte le speranze sono andate in fumo su per la cappa del camino, quando ho cercato di scaldare al loro fuoco il mio povero cuore intirizzito... E bisogna star qui, in questo mondo stupido e vile, qui ad aspettare quello che non viene, a desiderare quello che nessuno pu? darti, a cercare quello che non c'?... Ah, andarsene, andarsene, andarsene... Via, via, lontano, lass?, lass?, dove non arrivano gli aviatori, dove non arrivano neppure gli uccelli, nell'etere, dove a quest'ora, nella sera serena, s'accendono le stelle, dove la mia parente, la luna, s'affaccia ogni tre settimane, ride a vedere quanto siamo stupidi, gonfia tutta la faccia a furia di ridere e poi si sgonfia e se ne va... Guarda...

L'AMICO

Che libro ? quello?

PIERROT

L'AMICO

Son belli, questi versi. Ma il tuo poeta ? pazzo. Chiede e sogna l'impossibile. E non si pu?, quando si ? stanchi del mondo, saltar nelle stelle. Si pu? saltare dalla finestra e fracassarsi in istrada la noce del collo. L'uomo non pu? saltare pi? in l? di due metri dalla sua finestra.

PIERROT

Ma questo appunto vuol dire esser poeti: sognare l'impossibile, cercare nell'irreale il compenso del reale, metter nella vita quello che non c'?, dare agli altri ci? che non hanno, aver le fate dentro un rimario, i maghi nel calamaio, la bacchetta dei miracoli nella matita, l'orchestra del paradiso in una conchiglia, l'oceano nella vasca del tuo giardino, il cielo nel rettangolo della tua finestra, tutto il mondo negli occhi d'una fraschetta come Colombina e un pubblico immenso, per ammirarti, nelle orecchie d'uno scemo come te.

L'AMICO

Grazie tante.

PIERROT

L'AMICO

Vieni via. Vieni a cena. ? carnevale.

PIERROT

No. Lasciami. Sono solo e disperato.

L'AMICO

Troveremo amici, donne, fiori, vini, canti...

PIERROT

L'amico non ha fede, la donna non ha cuore, il fiore domani ? secco, il vino eccita un'ora, il canto porta in alto il cuore e poi lo lascia ricadere...

L'AMICO

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