Read Ebook: Il Miraggio: Romanzo by D Ambra Lucio
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Ebook has 827 lines and 83292 words, and 17 pages
-- ? venuto lo zio Leonardo! ? a Roma e rester?. ? arrivato oggi, dopo colazione.
-- Lo zio Leonardo, qui?
Mitigato il suo primo impeto di piacere che lo spingeva ad entrare nel salotto dove sua moglie era con suo fratello Loredano, lo scrittore ricord? la lettera da scrivere a Claudina, e volendo scriverla subito come aveva saggiamente deciso, prese i bambini per la mano, e parlando sottovoce, raccomand? loro il silenzio: poi con aria comica e misteriosa, li condusse nel suo gabinetto da lavoro. Il piccolo Luca e la bionda Anna Maria lo seguivano, gravi e compunti, interessati ed incuriositi da quel mistero, camminando su le punte dei piccoli piedi.
Nel gabinetto da lavoro del pap? si sedettero su due grandi seggioloni, ove rimasero, senza pronunziar parola, tutto il tempo che Farnese impieg? a scarabocchiare sopra un cartoncino queste poche righe:
< FARNESE>>. Poi, mentre lo scrittore chiudeva la busta e vi segnava il nome e l'indirizzo di Claudina Rosiers, i due bimbi si erano avvicinati al padre ed il piccolo Luca aveva dimandato con la stessa aria di mistero, usata poco prima da Farnese: -- Devo chiamare Stefano per mandare quella lettera? Poi, presa la lettera dalle mani del padre, con una comica seriet?, l'aveva tesa al domestico comparso alla chiamata, dicendogli: -- Questa lettera al suo indirizzo e s?bito. Uscito il domestico, i bimbi si arrampicarono alle spalle del padre, ridendo e gridando cos? forte che la voce della mamma li richiam? dalla stanza vicina. Allora Farnese, pi? tranquillo, era entrato nel salotto, dove Loredano, seduto presso la sorella, si scaldava le mani a un'ilare fiammata. -- Finalmente sei rientrato, disse Beatrice, ma bisogna compatire l'autore drammatico nell'esercizio delle sue funzioni. ? vero, Leonardo? Leonardo si sciolse dall'abbraccio di Farnese per rispondere alla sorella, ma la sua risposta fu troncata dai gridi dei bimbi che, pieni di gioia, saltavano e battevano le mani intorno allo scrittore. Beatrice si rivolse al marito e domand? con la sua dolcezza abituale e pensierosa: -- Resti in casa, stasera? -- Tutta la serata: met? per te, met? per Leonardo. -- Ti ringrazio per la mia met?, disse ridendo Leonardo e ritorn? accanto al fuoco per tendere le mani verso la fiamma brontolante. -- Sono enormemente stanco, diceva Farnese, tenendo su i ginocchi il piccolo Luca che prestava attenzione con seriet? buffa. -- Mi sono alzato alle sette. Ho lavorato sino a mezzogiorno. Figurati, Loredano, che una settimana fa sono venuti a domandarmi un lungo studio su Swimburne per una rivista nuova. Dovevo consegnarlo quest'oggi e non avevo scritto una parola, non avevo una nota a pagarla un tesoro. Poi, colazione. La tua signora sorella era magnifica in una veste da camera rosa della quale puoi giudicare tu stesso. Poi, le prove sino alle cinque. Dalle cinque..... -- ? stato con la signorina Rosiers. Le ha scritto or ora. Farnese credette bene di non raccogliere quella frase intempestiva del piccolo Luca, ma, avendo visto negli occhi di Beatrice un'ombra incerta che esprimeva insieme dolore ed ira, volle ripararvi: Mentre costruiva questo piccolo ed abile edifizio di menzogne, egli osservava sua moglie, la cui fisonomia si rischiariva subito con un riflesso di piacere e di calma. Beatrice aveva s?bito ricominciato a parlare con Loredano, mentre Farnese pensava con soddisfazione all'abilit? spiegata nel riparare all'imprudente frase del piccolo Luca. Chiunque altro si sarebbe stupito della facilit? con la quale sua moglie aveva accolte per vere le sue spiegazioni, ma egli aveva talmente corso la vita di qua e di l?, che da molto tempo oramai non si stupiva di niente! Il pranzo era cominciato, fra le domande di ogni sorta rivolte a Farnese da Loredano riguardo alla nuova commedia, alla cui prima rappresentazione egli era venuto ad assistere. Farnese con piacere -- e tutto l'autore si rivelava in questo piacere -- aveva parlato a lungo della sua opera, narrandone il soggetto, commentandone lo svolgimento, dando notizie su l'andamento delle prove e su le varie probabilit? di interpretazione e di successo. Da queste notizie erano presto passati ad una discussione artistica e Loredano, che non chiedeva di meglio, vi si era lanciato intieramente. Per la ventesima volta, ripresero una loro discussione sul teatro, passarono ad enumerare capolavori e successi, e Beatrice pot? udire frasi come queste: -- No, non ? inferiore! protestava Giuliano. Come puoi dir tale un'arte che ha avuto Shakespeare: Shakespeare, l'uomo pi? profondo della terra, il creatore umano pi? sublime? -- E che significa? Shakespeare era un Dio! rispondeva Loredano. Al suo confronto io non sono che un abatino e di conseguenza non scriver? mai pi? commedie in vita mia...! -- Giuramento da marinaio! interruppe Beatrice ed aggiunse finemente, sorridendo: -- Come si intitola quella che stai scrivendo? Si rise. Il piccolo Luca, pur non avendo capito, vide ridere gli altri e proruppe in un grande scoppio di ilarit?. -- Ecco, continuava Farnese, tua sorella ha detto la morale della favola. Eh, eh! mio caro, si nasce autori drammatici come si nasce assassini. -- Il paragone ? lusinghiero, esclam? Beatrice. -- Io non sono dotta in latino, interruppe la sorella, come Ninon de Lenclos. Vuoi tradurmelo? -- Significa: Disse ora qualcosa? Niente affatto. Ed allora che cosa si applaude? La lana che imita le viole con veleno tarentino. -- Poi rivolgendosi a Farnese continu?: -- Mio Dio, ora non si applaude pi? alla lana che imita le viole, ma ? certo che le gambe ed i fianchi di un'attrice hanno un'enorme importanza nella riuscita di un'opera d'arte. Beatrice ascoltava sorridendo quei discorsi uditi tante volte! Talvolta qualche parola di suo marito la riconduceva col pensiero a Claudina Rosiers. Ella non era veramente gelosa di costei, ma sospettava sempre della castit? delle visite che Farnese faceva in palcoscenico. Lo amava molto e temeva quelle donne estranee che avevano per lui i fascini e gl'inganni delle ignote. Tuttavia non aveva mai espresso a Giuliano quei suoi timori per un sentimento misto di orgoglio e di rispetto: orgoglio perch? non voleva ammettere la possibilit? che suo marito potesse anteporle un'altra donna qualunque; rispetto perch? non voleva stimarlo capace di un tradimento o di una calcolatrice commedia di affettuosit? e di devozione verso di lei. N? Giuliano aveva mai pensato che sua moglie potesse sospettare e soffrire per la sua vita fuori di casa, che era tanta e cos? turbinosa. Egli traversava l'esistenza con una certa noncuranza, occasionata anche dal fatto ch'egli non reputava tradimenti e colpe quelle sue brevi cadute senza conseguenze sul terreno sdrucciolevole della galanteria facile ed interessata. Cos? che, riparata alla meglio la frase imprudente del piccolo Luca, egli, non pensando che ci? potesse procurare a Beatrice preoccupazioni moleste, seguitava a parlare della signorina Rosiers con entusiasmo trascendentale. La donna taceva; cos? che, quando Loredano dimand? se l'attrice esaltata era bella e se era pericolosa per la fedelt? di Giuliano, ella lev? s?bito il viso incontro al marito. E stupita che Loredano avesse pronunziato, con la sua ultima domanda, le parole che le si agitavano nella mente, disse, osservando l'impressione che le sue frasi esercitavano sul volto del marito: -- La signorina Rosiers? ? veramente bella, ma dicono anche che sia onesta. Sebbene queste assicurazioni sieno il pi? delle volte erronee, pure ci? mi tranquillizza molto sul conto di Giuliano. Del resto, s'egli penser? diversamente non avr? che a dirmelo ed io prender? una strada diversa per dignit? mia, per mia pace e per lasciarlo tranquillo. Ma tutte queste sono sciocchezze, -- concluse ridendo e prendendo la mano del marito -- grandi sciocchezze e non vi ? nulla di nulla! Non ? vero, Giuliano? Al primo momento di quella uscita inattesa, e mentre Beatrice trasaliva fin nelle pi? intime fibre per l'ansia di cogliere un'espressione sincera nella risposta di suo marito, questi non si rese subito conto di quel che potesse significare quel discorso; ma poi, prendendo tempo col raccontare ci? che si diceva su l'onest? della Rosiers, pot? convincersi che le parole di Beatrice erano quelle di una donna che vuol convincere e rassicurare prima di tutti, s? stessa; intu?, perci?, che bisognava usar prudenza, non per aver agio maggiore nelle sue relazioni, ma per evitare dissidii famigliari e laceranti preoccupazioni a sua moglie; cos? che, ritrovato il suo sangue freddo, gioc? di abilit? e di prudenza conchiudendo col dire: -- ? appunto per questa sua onest? che tu puoi essere tranquilla su Claudina Rosiers a mio riguardo. Ella cerca un marito e non un amante, un nome e non uno scandalo qualunque. -- Poi subitamente e ridendo per aggiungere colore di verit? alla sua indifferenza, disse anc?ra: -- Vuoi esserle presentato, Leonardo? Chi sa che non possiate amalgamarvi..... -- A proposito di Claudina Rosiers posso dirvi sotto ogni riserva, per?, che si mormora tra le quinte di un progetto di matrimonio fra Claudina e Lorenzo Gray. Quello che so di certo ? che l'attrice ? molto tenera per il suo patito. Anche oggi, dopo la prova, sono usciti insieme dal teatro, Gray l'ha accompagnata a casa e mi dicono le sue amiche che di solito egli sale e vi resta. D'altra parte, non sarebbe un cattivo affare per la Rosiers: Gray ? un buon attore, ben pagato, di sicuro avvenire, ? un bel giovine, un bravo figliuolo e niente affatto geloso! -- Poi, come gli venne da ridere, pensando a quella sua ultima affermazione a proposito di quell'Otello in cravatta bianca che era Gray, cerc? di spiegare la sua improvvisa ilarit?, dicendo: -- Tutto andrebbe bene. Mi dispiacerebbe solo per Leonardo che non potrebbe pi? amalgamarsi..... Il risultato di quel contegno non si fece attendere. Al levarsi di tavola, Beatrice prese il braccio di lui e lo strinse al seno con un gesto pieno di confidenza e di affettuosit?. E nella conversazione che segu? nel salotto, dopo che i bambini furono condotti via dalla Miss, trov? modo di essere cos? gentile, cos? amabile, cos? affascinante che in un momento ch'egli era uscito, Loredano disse alla sorella: -- Egli ti ama sempre molto. Puoi essere felice! -- Oh s?, rispose Beatrice, non potrebbe essere pi? buono e pi? mio. -- E tu avevi dei sospetti su quella Claudina Rosiers? dimandava il fratello. -- Gi?, scioccamente, rispose Beatrice. Ma ora sono tutti dissipati e la scioccherella fa ammenda. La povera donna non avrebbe mai sospettato che suo marito fosse uscito dal salotto, appunto alla ricerca di un pretesto plausibile per andar fuori e recarsi da Claudina. A poco a poco, nella serata, il fascino dell'attrice lo aveva ripreso e gli era sembrato stupido interdirsi per quella sera il piacere spirituale che gli procurava la vicinanza dell'attrice. Uscito dal salotto, si era recato nel suo gabinetto da lavoro ed aveva cercato nel cassetto della sua corrispondenza le lettere, i bigliettini ed i brevi telegrammi di Claudina. Aveva scelto un bigliettino dell'attrice, ricevuto molte sere innanzi, ma senza data, bigliettino in cui l'attrice lo pregava di passare prima della mezzanotte dal teatro, per un affare urgente riguardo alla messa in scena della sua nuova commedia. Farnese prese quel biglietto e mand? il domestico in cerca della sua corrispondenza serale. Quando l'ebbe, vi mise in mezzo la lettera di Claudina e rientr? nel salotto. Mentre Loredano parlava a Beatrice del suo ultimo viaggio nelle Fiandre, Farnese si era seduto in un angolo del salotto per aprire e scorrere quella ventina di lettere e di giornali. Giunto alla lettera di Claudina, aveva fatto con un suo coltellino d'oro il gesto di tagliare l'orlo della busta e, scorse appena poche righe, con un gesto d'impazienza aveva detto: -- N? pure stasera posso restare tranquillo. Ecco qua la Rosiers che mi manda a chiamare per un affare urgente. Ed aveva tesa la lettera. Quelle parole erano state pronunziate con tale sincero accento di ira e di fastidio, che Beatrice aveva mormorato un < -- Loredano, vieni anche tu! Ti presenter? a Claudina e vedremo se vi si potr? davvero amalgamare. Egli aveva trascorso un minuto di ansia, prima che Loredano avesse rifiutato l'invito, pretestando il lungo viaggio fatto e la notte vegliata. Ma, mentre Farnese infilava la pelliccia e stava per prendere congedo, Beatrice insistette presso il fratello perch? si recasse anche lui al Teatro Nazionale. Farnese cap? che Beatrice desiderava segretamente che Leonardo l'accompagnasse per essere pi? calma e sicura, e quella sua prudente riflessione lo indusse ad insistere scherzosamente con Leonardo, a fine di mostrare come la sua visita all'attrice non avesse un secondo fine da nascondere: -- Vieni, egli insistette, t'assicuro che l'amalgama ? invitante. Il metallo ? delizioso! -- Ma il mercurio, rispose Loredano accennando s? stesso, ? cos? gelato stasera, che l'amalgama sarebbe chimicamente impossibile. Scampato dal pericolo Farnese, si guard? bene dall'insistere ancora, e, salutando i due, ebbe una sorpresa quasi dolorosa nel leggere sul pallido volto di sua moglie tanta amorosa confidenza. -- Ah, siete voi, Filangieri? disse lo scrittore volgendosi e riconoscendo l'uomo che l'aveva salutato. Come mai da queste parti? Non pi? alle ballerine si limita la vostra caccia serale, ma si estende anche alle commedianti? I miei complimenti! Farnese dovette faticare a vincere la tentazione che gli era venuta di picchiare sul cappello luccicante del fatuo bellimbusto. Cerc? di rispondergli a dovere, ma Filangieri aveva gi? cambiato discorso e gli domandava con falso interesse: -- E voi che fate? Lavorate? Lavorate? A che, se si pu? sapere? ? molto tempo che non abbiamo pi? nulla di vostro! Sarete crudele per molto tempo ancora? -- Miei cari signori, perdonatemi, ma io devo vestirmi e se la vostra compagnia ? piacevole, io devo ancora cenare.
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