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Read Ebook: Jack Howlandin seikkailut by Curwood James Oliver Alpi Eero Translator

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Ebook has 1005 lines and 36985 words, and 21 pages

Comedia Nova Composta Per Nocturno Neapolitano.

Libro Tertio.

Interloquutori.

Minerva nontio. Provida madonna. Scaltra Ruffa. Philotea messaggia. Belvico servo. Livida serva. Orio Il riccho. Avido servo parassito. Virido virtuoso. Numio servo. Donna A chaso. Fachin portator. Scalco dil pasto.

ARGVMENTO, MINERVA, DICE.

M Nobil Caterva di excellentia ornata, Per haver vostre menti a virt?, volte Vengomi, di este quatro insegne armata, Che a fortuna, amor, tempo, e morto, ho tolte Per che ogn'alma, qui stia, quiete, e rimota Senza tema d'alcun: con voglie sciolte, Prima, non p? fortuna, la sua Rota Voglier contra di voi: ch'io l'ho qui al braccio E al tutto, e d'ogni sua possanza, vota, D'amor, l'arco, gli strali, il foco, e 'l laccio, Eccogli quivi al fianco e il colpo intenso Suo, non temete hor, che gli ? freddo giaccio Dil tempo, eccovi il corso: il qual dispenso In virt?, noscho qui: che a l'huom riserba Nome in vita, e dopoi, cellebre, e immenso Di morte poi, ecco la falce acerba Dila qual non spavite: che nel fondo Hor iace, ogni possanza sua, superba Questi, son quelli, che domano il mondo Quai n'harran forza in voi: se a tal dechoro Porgerete le orecchi, e il cor, iocondo, Anci nel fin, voi vincerete loro Qual io fo: che per vera experientia Vincesi con virtute il sacro choro, Io son Minerva: dea di la sientia, Ch'io vi apresento, una Comedia, nova Misteriosa e colma, di excellentia, I nella qual per modi assai, si prova, Quanto sagace sia, l'arte amorosa, E come agrada, spiace, noce, e giova, E fra l'altre, una Donna ingeniosa Vederete di nulla: in tempo corto, Farsi riccha, potente, alta, e famosa E fantesce, e famigli, a dritto, e a torto, E gioti Parassiti, e Ruffe astute, Far l'impacito, il saggio, il vivo, e il morto E dopo, quanto val, vie pi? virtute Che la Ricchezza: vederte aperto Per diverse, e potissime, dispute Et altri assai bei tratti, in stil, coperto Da maraviglia, e riso, intenderete Da far venir un huom di marmo, experto Hor mentre che a virt?, pronti, starete Sempre seconda, vi ser?, la sorte Et io propitia: expettator: valete: Ch'io mi ritorno alla celeste corte

Provida da se stessa dice Cus?.

Poi che invidia fortuna, e ingorda morte Tolto m'ha in questa giovenil etade L'una, la facult?, l'altra, il consorte Et lassatomi sola, in povertade Senza amico, o parente: al tutto i' voglio Haver di me, poi che altri, n'ha pietade Castit?, e fede, usar, a chi amo, soglio Morto, ? chi amavo assai pi? che me stessa Senza il cui viver, mi distrugo, e doglio Ben ch'io non vo' per questo haver demessa Mia ioventute: anci sempre adoprarla Che vecchiezza in pocche hore, a noi si appressa Parmi che d'altro al mondo hor non si parla Se non di facultade, e di ricchezza Perci?, fin che poss'io, vo' seguitarla E s'io non son in cotal arte, avezza Bisogna entrar, senza timor, n? affanno Che al ciel fin va, chi a quello il passo adrezza Ma chi son quelle dua, ch'insieme vanno Ragionandose in l?: Scaltra parmi una E l'altra philotea, se non m'inganno Anci di queste, non mi par nissuna S? pur, l'? Scaltra, Scaltra, la non ode L'? pur svegliata pi? di donna alcuna Per certo qualche affanno che le rode Costei, conta a quell'altra, che non sente Over qualche piacer, di che 'l cor gode Scaltra

S madonna

P ov'eri con la mente Ch'io t'ho chiamata un'hora

S a te sol volta Ma tu sai da lontan, che mal si sente Lagrimando a Costei, con doglia molta Narravo tua sventura, e per ch'io t'amo Son venuta insensata, sorda, e stolta

P Non ti achade doler, vien meco, andiamo Che gi? pi? d? disidero parlarte

S E anch'io de udirti, e di parlarti, bramo

P Donque da costei vogli, acombiatarte

S Philotea vane, e fa seco mia scusa E quel ti ho detto, vogli ricordarte

Ph Parto senza di te, tutta confusa

S P? far il Ciel, che tu non saprai dire Che m'hai parlato, essend'io in casa chiusa E che al presente: i' non posso venire Ch'io verr? poi doman

Ph hor sia con dio Resta, non mi saprei mai dipartire

P Scaltra, perch? a te sola, il pensier mio fu oghor palese: hor vo' ch'intendi il tutto Per sapermi redir se, ? buono, o rio Che havesti il cor, d'ogn'arte, ognhor, s? instruto Che mai non seminasti in me consiglio Ch'io non vi raccogliesse, ottimo, frutto Fo cunto che se' il padre, e ch'io sia il figlio Che se cosa dir?, che non riescha Corregier mi saprai con un sol ciglio Tua madonna gi? fui, tu mia fantescha Ben che ognhor te hebbi in luoco di sorella Per la bont?, che ognhor par che in te crescha Questa vita ch'io fo, misera, e fella Vo' lassar, per tenerme una megliore E per non esser pi? di me ribella Mai non mi vo' trovar in tanto errore Che quel dir, che ogni femina il suo pegio Seguita, hebba in me, forza, n? vigore Duro, ? d'alto cader, in basso, seggio Scaltra mia d'ogni ben sai ch'io ere in cima Hor pi? d'ogn'altra, al fondo esser mi veggio Mediante tua virtute in prima E il mio saper, sar? pi? che mai lieta, Che tanto ?, pover un, quanto il si extima, Non son per haver mai l'anima quieta Ma questa, vita in tuto, adoprar tanto Ch'io giungeroe, a la desiata meta Tutto il giorno ambasciate ho d'ogni canto Non di persone vil, ma d'homin degni Da portarne alfin gloria, utile, e vanto, El bisogna mo, scaltra che t'ingegni A pensar quel che in ci? debbiamo fare E che a tuo modo, mi amaestri, e insegni.

S Ti son stata madonna, ascoltare Ben che n'happristi apena pur, la boccha Ch'io intesi apien, di che volei trattare, Poi che ragion, e il proprio ben, ti toccha Seguita questa impresa, e lassa ogn'altra Che non si acquista haver, per fuso, e roccha Tu hai de gli amanti assai, credilo a scaltra, Ogni giorno ne ho diece a la mia porta E a tanto sei, che non si parla d'altra E pur poco, ? che una messaggia accorta De un de' megliori, e primi, dil paese, Volea ti havesse, una sua, letra porta Credo che 'l sia passato pi? d'un mese Che ognhora, e letre, e messi, e priegi, ho habuto D'alme gentil, che di te sonno acese Gemme, oro, argento, e munili: in tributo Offerendosi darti: & io temea Dirtil: che non mi festi reo saluto, Quella gentil fantesca, philotea, Che era qui meco adesso: a ci? che intendi Vien per chi, per te vive, in pena rea, E perch? sappi come ognuno, accendi, Ecco una letra qui: dil suo patrone In che vol che 'l suo caldo amor, comprendi Questo ? bello gentil riccho, e gargione, Quel che vorrai di lui, tanto farrai, Ma bisogna proceder con ragione

P Dammi la letra

S l'haria persa mai No, no, l'? qui, to' leggi, che 'l si veda Quel che gli scrive: e il tuo parer, dirai

P Che cosa, ? questa, un bolletin ca seda Ben, l'? la fitation di la tua casa Che tu dei dar, tre lire, di moneda, Sarebbe questa mai qualche tua rasa

S Certo madonna non, ch'io l'ho cangiata In fallo: che la me era in sen rimasa Eccola qui

P so che l'? sigillata Et ha qui, pinto, dentro, un mordace angue Che gli haver mostra, o me, l'alma arabiata

la letra

Quel che per tua belt?, morendo langue Privo di cor, d'arbitrio, e d'intelletto, Questa ti manda, scritta, dil suo sangue, Che apena visto, il tuo divino, aspetto La dolcissima gratia, e il caro, riso, Me ti fei sviscerato, e humil, sugetto, Et son a tal, ch'io bramo esser occiso, N? curo pi? richezza, n? thesoro, Non potendo fruir, il tuo bel viso Et ogni mio poter, argento, &, oro, Dedico a tua belt?, senza la quale Struggo, peno, tormento, languo, e moro Hor non trovando aiuto, al mio gran male N? possendo altro far, diterminai, Drizar questa al conspetto tuo, regale, A la qual, se benigna, e humil, serai, Per concluder mia, vita, o morte, presto Una sola risposta, donerai

Letta

Scaltra, costui fa s?, lo afflito, e mesto, Vistomi havendo una sol volta, apena, Che ci? parmi un inganno, manifesto, Forsi, ? legato, in qualche aspra catena E non potendo haver, quel che disia Vien per meco sfochar l'ardente pena O per che ognuno volentier se invia A qualche praticha, amorosa, e nova, Per pascer, sua, volubil, fantasia

S Madonna credi a me, ch'io 'l so, per prova Che quel che va, per ingannar altrui Nela fine ingannato, esser, si trova Ma tal consulto, hor vo' faccian, tra nui Se a quel che ai prima detto, conrispondi Che sar? il vinto, e il subgiugato, lui Prima, vo' che a la letra, non rispondi Per questa volta: e che tu faci il grave E anchor come tu 'l vedi, che ti abscondi Poi se 'l te scrive anchora: in stil soave Vo' che tu gli rispondi: e honestamente Che dil ioco d'amor, questa, ? la chiave Pur concludendo, che non voi far niente De cosa che 'l ti chiggia: che a sto modo Terrai te in pregio, e gl'intrer? in la mente Ben ch'io credo che, gli habia fermo il chiodo A quel che ognhor vist'ho, d'amarti sempre E ad ogni stratio, star constante, e sodo

P Scaltra, talhor un huomo, ? di tal tempre Che vol alciarti al ciel: che in un momento Poi veder brama che 'l tuo cor, si stempre Ma sia quel che si voglia, alcun contento Non sia da me, se da lui non son prima Che solo, ? l'amor mio, oro, & argento Non sia, chi belle parolette, exprima Con humidi occhi, e con pietoso aspetto Che di me, non d'altrui, fo cunto, e stima

S Donque madonna, n'hai di me dilletto Donque nulla mi extimi

P come nulla Anci t'ho sempre sculpta in mezo il petto Quando nomino me, come fanciulla Nel cor qual madre, ognhor ti pongo inanti Che tu sei 'l mio sepulcro, e la mia culla E che 'l sia 'l vero, voglio da qui avanti Che habi a star meco, e lassi ogni altra cosa Che farem nostra vita in gioia, e canti Iovene, e frescha, anchor come una rosa Schaltra tu sei: ove potremo insieme Con utii star, su la vita, amorosa Conoscho ben alcun, che per te, geme E tu non curi, e ci? te, ? danno molto Che 'l si de' coglier, fin che rende il seme Tutte le crespe, e machie, c'hai sul volto Ti le traroe, con licor, lambicati Di questo, non ti haver affanno tolto Et altro che verzin, e sulimati Adopreroe, in frati rossa, e biancha Ne' unti, a capei lungi, e in anellati Poi cercha i vestimenti, mai non mancha A chi si adopra: che in ogni delitia Si trova quella, che, ? pi? ardita, e francha Ma lassian questo andar, tua massaritia Farai da me portar, e dopo il fitto Pageren con danari, o co' amicitia E se tu hai altro debito, o altro scritto Qual suol haver, chi povertate, incalza Lassa la briga a me, sai quel ti ho ditto

S Madonna i' son, senza camisa, e scalza Sol per voler pagar dilletto, il nolo Onde da freddo, in corpo: il cor, mi sbalza E questo guardacor, che ho indosso: solo sti kuin olisi tahtonut h?nelt? jotain? H?nen poskiensa puna ja huultensa hymy h?ipyiv?t pian, kun h?n rupesi syytt?m??n itse??n siit?, ettei h?n varmaankaan ollut k?sitt?nyt sit?, mit? tuo nainen mahdollisesti oli koettanut saada h?nt? ymm?rt?m??n. Mutta olisikohan tytt? erehtynyt, ehk? h?n oli hakenut toista henkil??? Ehk? h?n oli ensin luullut Howlandia etsim?kseen henkil?ksi, mutta huomattuaan erehtyneens? olikin kiirehtinyt pois! Tavallisissa olosuhteissa olisikin Howlandista t?m? selitys tuntunut aivan luonnolliselta, mutta t?n? iltana h?n oli toisenlaisessa mielentilassa ja rupesi tuumimaan, ett? vaikka ratkaisu olisikin ollut oikea, ei se kuitenkaan selitt?nyt syyt? tyt?n kasvojen kalpeuteen ja ihmeelliseen rukoukseen, jonka Howland oli lukenut h?nen silmist??n.

Se oli kuitenkin asia, joka ei kuulunut h?nelle, ja h?n astui ulos. Kauempana saman kadun varrella -- noin nelj?nnespeninkulman p??ss? -- loistivat valot pienen kiinalaisen ravintolan ikkunoista, ja h?n suuntasi askeleensa sinne.

-- Min?p? poikkean tuonne juomaan kupillisen teet?, h?n virkkoi itsekseen, heitti pois sikarinp?tk?ns? ja veti keuhkonsa t?yteen kylm??, kuivaa ilmaa. -- Miten ilta olikaan ihana! Toivoisinpa, ett? Van Hoen olisi t??ll?!

H?n pys?htyi ja k??ntyi taas katsomaan pohjoiseen. Lukemattomat t?htisarjat, jotka heijastivat v?lkkyvi? valojaan, ja joen toisella puolen oleva tumma er?maa alkoivat lumota h?nt? yh? enemm?n ja enemm?n. Siit? aamusta saakka, jolloin h?n oli ensi kerran n?hnyt t?m?n kummallisen j??maan, h?nest? tuntui silt? kuin h?n olisi saanut suoniinsa uutta verta, ja h?n riemuitsi siit?, ett? onni ja menestys odottivat h?nt? juuri t??ll?. Koskaan h?n ei ollut edes uneksinutkaan t?llaisesta el?m?n riemusta. Nyt siin? tuijottaessaan kaukaista napaseutua h?n tuli ajatelleeksi, oliko h?nen uskonsa, ettei h?n ollut tippaakaan haaveilija, sent??n oikea. Ainainen ty? ja ankara toiminnan todellisuus oli johtanut h?net siihen, ett? h?nest? n?yttiv?t hullunkurisilta kaikki runollisuus -- ja naiset. Mutta t?ytyi h?nen sittenkin olla rehellinen itselleen ja my?nt??, ett? h?n toki oli aina nauttinut haaveellisuudesta kaikkialla, miss? oli sit? tavannut. Nyt viimeksi h?nen verens? oli l?mminnyt niiden kauniiden kasvojen n?kemisest?, jotka h?n niin ?kkiarvaamatta oli erottanut y?n pimeydest?.

H?n kuuli takaansa pianon r?mpytyst?. H?nen astuessaan sis??n ravintolaan vilahtivat ohitse mies ja nainen, ja n?iden punakat kasvot ja ep?vakaa k?ynti varmensivat h?nen aavistustaan ravintolan ep?ilytt?vyydest?. Howland astui suureen saliin, joka oli t?ynn? p?yti? ja tuoleja; siell? tunkeutui sieraimiin merkillisi? tuoksuja. P?yd?n ??ress? istui pitk?palmikkoinen kiinalainen p?? k?sivarsien varassa. Tiskin takana seisoi toinen, liikkumattomana kuin obeliski, ja katseli kehottavin silm?yksin Howlandia h?nen astuessaan sis??n. Ylh??lt? kuului pianonsoittoa, ja ny?k?ytetty??n yst?v?llisesti nuori insin??ri astui yl?s rappusia.

Soitto lakkasi, kun kuultiin h?nen askeleensa. H?n h?mm?styi suuresti sit? n?ky?, joka h?net nyt kohtasi. H?n tuli huoneeseen, joka oli alakerran salille t?ydellinen vastakohta. T?m? yl?kerran huone oli mit? upein; sen seini? peittiv?t kauniit it?maiset verhot, p?yti? suojustivat silkkikaihtimet, ja istuinten p??llyksi? somistivat koruompelukset. Howland istuutui p?yd?n ??reen ja soitti tarjoilijaa. H?nen luokseen kiirehtikin heti mustiin puettu kiinalainen, jonka tukka oli leikattu lyhyeksi.

-- Teet?, Howland sanoi, ja lis?si samassa itsekseen: Hiton hieno paikka t?llaiseksi er?maan ravintolaksi! Ihmettelenp? --

H?n silm?ili uteliaana ymp?rilleen. Vaikka kello oli vasta yksitoista, n?yttiv?t huoneet jo tyhjilt?. Kuitenkin Howland oli varma siit?, ettei ravintola ollut tyhj?. H?n aavisti, ett? ihmisi? oli h?nen l?hettyvill??n. H?n nimitt?in tunsi tupakansavun seasta liev?n katkeran tuoksun, ja maksaessaan teens? kohautti h?n olkap?it??n huomiostaan varmistuneena.

-- Opiumia, niin totta kuin nimeni on Jack Howland, h?n lausui itsekseen tarjoilijan poistuttua. -- Mitenk? suuri menekki sill? t??ll? lienee?

H?n maistoi teet??n ja t?hyili uteliaana joka puolelle. Tuskin kiinalainen oli mennyt, kun h?n kuuli askelia rappusilta. Samassa silm?nr?p?yksess? h?n oli huudahtaa h?mm?styksest?, sill? ovella seisoi, katsoen h?nt? ep?ilev?sti suoraan silmiin, sama nuori tytt?, jonka h?n oli n?hnyt hotellin ikkunasta.

Pariksi sekunniksi heid?n katseensa kohtasivat, mutta sin?kin aikana ehti tuon kauniin olennon kuva painua Howlandin sieluun. Aina ennen t?h?n asti, kun h?n oli n?hnyt kauniita naiskasvoja, h?n oli ihaillut niit? kylm?sti ja tunteettomasti, ja h?n oli arvostellut niit? kuin ne olisivat olleet vain jotain h?nen omien k?ttens? ty?t?. Mutta n?m? kasvot her?ttiv?t nyt h?ness? aivan outoa mielenkiintoa. Ne olivatkin kielt?m?tt? ihanat kasvot. Siit? h?n oli selvill? heti. Nyt ne eiv?t my?sk??n olleet niin kalpeat, jollaisina h?n ne oli n?hnyt ikkunan l?pi. Tyt?n poskia peitti nyt hieno puna, h?nen kauniit huulensa olivat erill??n toisistaan, ja h?n hengitti kiivaasti, kuin olisi rasittunut noustessaan yl?s portaita. Mutta h?nen silm?ns?, ne ne saivat veren Howlandin suonissa virtaamaan tulisemmin. Oh, niin lumoavat silm?t!

Tytt? k??ntyi nopeasti ja istuutui kaukana olevaan p?yt??n, niin ett? Howland saattoi n?hd? h?nen kasvonsa ainoastaan sivulta. Se oli h?nelle vain uusi puoli tuon ovella n?ytt?ytyneen olennon kauneudesta, ja h?n tarkasteli tytt?? lakkaamatta, t?m?n ollessa tietoinen siit?. Howland t?ytti kuppinsa uudelleen, iloiten siit?, ettei tytt? ollut istuutunut mink??n kaihtimen taakse. Purppuraisista poskista nuoren insin??rin katse siirtyi tyt?n tuuheisiin, kiilt?viin hiuksiin, jotka paksuina, pehmein? aaltoina puolittain peittiv?t h?nen korvansa ja p??ttyiv?t niskassa suureksi kiehkuraksi. Ensimm?ist? kertaa Howland kiinnitti huomionsa h?nen pukuunsa. Se h?mm?stytti h?nt?. Tyt?n lakki ja muhvi olivat ilveksen nahkaa, ja h?nen kaulansa ymp?rill? oli puuhka samasta nahasta. H?nen k?tens? olivat moitteettomasti hansikoidut. Jokaisella h?nen rakastettavien kasvojensa piirteell?, jokaisella pienimm?ll?kin yksityiskohdalla h?nen asussaan oli mit? hienostunein leima. Howlandin huulilta katosi veitikkamainen hymy. Kuka h?n oli? Miksi h?n oli t??ll??

Kissan ketteryydell? kiirehti kiinalainen tarjoilija h?nen luoksensa, ja pienelle taululle, jota Howland ei ollut huomannut aikaisemmin, tytt? kirjoitti tilauksensa. Se oli teet?. H?n n?ki, ett? tytt? maksoi tarjoilijalle dollarin setelill? ja ett? t?m? antoi h?nelle takaisin seitsem?nkymment?viisi sentti?.

-- H?n ei n?yt? olevan t??ll? ensi kertaa, koska h?n tuntee tavat, Howland ajatteli.

H?n kaatoi itselleen viimeisen kupillisen teet?, ja j?lleen nostaessaan p??ns? h?n huomasi kummakseen, ett? tyt?n huomio oli kiintynyt h?neen. Hetken aikaa tytt? tuijotti suoraan h?neen, mutta pian h?n punastui, h?nen pitk?t silm?ripsens? painuivat, ja Howland huomasi, ett? k?si, joka piteli pient? japanilaista kuppia, vapisi hiukan. Howland nojautui eteenp?in, ja aivan kuin t?m?n liikkeen pakoittamana tytt? k??nsi j?lleen katseensa h?neen. H?nen tummissa silmiss??n oli ilme, joka oli v?h?ll? saada Howlandin hyp?ht?m??n, sill? h?n luki niiden hehkusta hartaan, mutta samalla puolittain pel?styneen rukouksen. Howland nousi, ja h?nen tutkivaan katseeseensa tytt? vastasi p??nny?kk?yksell?.

-- Pyyd?n anteeksi, insin??ri sanoi ja istuutui vieraan tyt?n luo, -- saanko antaa teille korttini?

Howlandista tuntui kuin h?n olisi k?ytt?ytynyt ep?hienosti ja k?mpel?sti, ja tietoisuus siit? nosti veren h?nen poskilleen. Tytt? luki h?nen nimikorttinsa, hymyili h?nelle, ja h?n antoi Howlandille merkin hakea kuppinsa, maistaakseen h?nen teet??n. Kun nuori mies palasi, tytt? kirjoitti parhaillaan samalle taululle, jonka h?n oli n?hnyt ?sken, ojentaen sen sitten h?nelle.

-- Anteeksi, etten sano mit??n, h?n luki siit?. -- Voin hyvin kuulla, mit? puhutte, mutta onnettomuudekseni olen mykk?.

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