Read Ebook: La mandragola - La Clizia - Belfagor by Machiavelli Niccol Osimo Vittorio Contributor
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Ebook has 131 lines and 32307 words, and 3 pages
Contributor: Vittorio Osimo
NICOL?? MACHIAVELLI
LA MANDRAGOLA
LA CLIZIA--BELFAGOR
A cura di Vittorio Osimo
Disegni di A. Magrini
Formiggini Editore in Genova
INTRODUZIONE
MANDRAGOLA
COMEDIA DI CALLIMACO E DI LUCREZIA
Canzone da dirsi innanzi alla comedia cantata da ninfe e pastori insieme.
Perch? la vita ?? brieve E molte son le pene Che vivendo e stentando ognun sostiene, Dietro alle nostre voglie, Andiam passando e consumando gli anni, Ch? chi il piacer si toglie Per viver con angoscie e con affanni, Non conosce gli inganni Del mondo, o da quai mali E da che strani casi Oppressi quasi sian tutti i mortali.
Per fuggir questa noia, Eletta solitaria vita abbiamo, E sempre in festa e in gioia Giovin leggiadre e liete Ninfe stiamo. Or qui venuti siamo Con la nostra armonia Sol per onorar questa S?? lieta festa e dolce compagnia.
Ancor ci ha qui condutti Il nome di colui che vi governa, In cui si veggon tutti I beni accolti in la sembianza eterna. Per tal grazia superna, Per si felice stato Potete lieti stare, Godere e ringraziar chi ve lo ha dato.
PROLOGO
Iddio vi salvi, benigni uditori; Quando e' par che dependa Questa benignit? da io esser grato Se voi seguite di non far romori, Noi vogliam che s'intenda Un nuovo caso in questa terra nato Vedete l'apparato, Quale or vi si dimostra; Questa ?? Firenze vostra. Un'altra volta sar? Roma, o Pisa; Cosa da smascellarsi per le risa.
Quello uscio che mi ?? qui in su la man ritta, La casa ?? d'un dottore, Che 'mpar?? in sul Buezio leggi assai. Quella via, che ?? col? in quel canto fitta, ?? la Via dello Amore, Dove chi casca non si rizza mai. Conoscer poi potrai A l'abito d'un frate, Quel priore o abate Abiti il tempio, ch'all'incontro ?? posto, Se di qui non ti parti troppo tosto.
Un giovane, Callimaco Guadagni, Venuto or da Parigi, Abita l? in quella sinistra porta. Costui, fra tutti gli altri buon compagni A' segni ed a' vestigi L'onor di gentilezza e pregio porta. Una giovane accorta Fu da lui molto amata, E per questo ingannata Fu come intenderete, ed io vorrei Che voi fussi ingannate come lei.
E se questa materia non ?? degna, Per esser pur leggieri, D'un uom che voglia parer saggio e grave, Scusatelo con questo, che s'ingegna Con questi van pensieri Fare il suo triste tempo pi?? suave, Per ch'altrove non have Dove voltare el viso; Che gli ?? stato interciso Mostrar con altre imprese altra virtue, Non sendo premio alle fatiche sue.
El premio che si spera ??, che ciascuno Si sta da canto e ghigna, Dicendo mal di ci?? che vede o sente. Di qui depende, sanza dubbio alcuno, Che per tutto traligna Da l'antica virt?? el secol presente; Imper?? che la gente, Vedendo ch'ognun biasma, Non s'affatica e spasma Per far, con mille suoi disagi, un'opra Che 'l vento guasti, o la nebbia ricuopra.
Pur se credesse alcun, dicendo male, Tenerlo pe' capegli, E sbigottirlo, o ritirarlo in parte, Io lo ammunisco, e dico a questo tale Che sa dir male anch'egli, E come questa fu la sua prim'arte; E come in ogni parte Del mondo, ove el s?? suona, Non istima persona, Ancor che faccia il sergieri a colui, Che pu?? portar miglior mantel di lui.
Ma lasciam pur dir male a chiunque vuole. Torniamo al caso nostro, Acci?? che non trapassi troppo l'ora. Far conto non si de' delle parole, N? stimar qualche mostro, Che non sa forse s'e' si ?? vivo ancora. Callimaco esce fuora E Siro con seco ha Suo famiglio, e dir? L'ordin di tutto. Stia ciascuno attento, N? per ora aspettate altro argumento.
CALLIMACO. SIRO. MESSER NICIA. LIGURIO. SOSTRATA. FRATE TIMOTEO. UNA DONNA. LUCREZIA.
MESSER NICIA, LIGURIO.
LIGURIO, CALLIMACO.
Canzone.
Chi non fa prova, Amore, Della tua gran possanza, indarno spera Di far mai fede vera Qual sia del cielo il pi?? alto valore; N? sa come si vive insieme, e muore, Come si segue il danno e 'l ben si fugge, Come s'ama s? stesso Men d'altrui, come spesso Timore e speme i cuori agghiaccia e strugge; N? sa come ugualmente uomini e dei Paventan l'arme di che armato siei.
LIGURIO, MESSER NICIA, .
CALLIMACO, MESSER NICIA, LIGURIO.
MESSER NICIA, SIRO.
Se gli altri dottori fussino fatti come costui, noi faremmo a' sassi pe' forni; che s??, che questo tristo di Ligurio, e questo impazzato di questo mio padrone, lo conducono in qualche luogo, che gli faranno vergogna? E veramente io lo desidererei, quando io credessi che non si risapessi; perch? risapendosi, io porto pericolo della vita, el padrone della vita e della roba. Egli ?? gi? diventato medico; non so io che disegno el fia in loro, e dove si tenda questo loro inganno. Ma ecco el dottore che ha un orinale in mano; chi non riderebbe di questo uccellaccio?
NICIA, SIRO.
LIGURIO, CALLIMACO, MESSER NICIA.
Canzone.
Quanto felice sia ciascun sel vede, Chi nasce sciocco ed ogni cosa crede. Ambizione nol preme, Non muove il timore, Che sogliono esser seme Di noia e di dolore. Questo vostro dottore, Bramando aver figliuoli, Crederia ch'un asin voli; E qualunque altro ben posto ha in oblio E solo in questo ha posto il suo des??o.
SOSTRATA, MESSER NICIA, LIGURIO.
MESSER NICIA, LIGURIO.
FRATE TIMOTEO, MESSER NICIA.
FRATE, NICIA.
LIGURIO, FRATE, NICIA.
?? egli di d??, o di notte? son io desto, o sogno? Son io imbriaco, e non ho beuto ancora oggi, per ire drieto a queste chiacchiere? Noi rimanghiam di dire al frate una cosa, e' ne dice un'altra; poi volle che io facessi el sordo, e bisognava che io m'impeciassi gli orecchi come el Danese, a volere che io non avessi udito le pazzie che egli ha dette, e Dio el sa a che proposito! lo mi truovo meno venticinque ducati, e del fatto mio non s'?? ancora ragionato, ed ora m'hanno qui posto, come un zugo, a piuolo. Ma eccogli che tornano, in malora per loro, se non hanno ragionato del fatto mio.
FRATE, LIGURIO, NICIA.
Io non so chi s'abbi giuntato l'un l'altro. Questo tristo Ligurio ne venne a me con quella prima novella per tentarmi, acci??, se io non gliene consentiva, non mi arebbe detta questa, per non palesare e' disegni loro senza utile, e di quella che era falsa non si curavono. Egli ?? vero che io ci sono stato giuntato; nondimeno questo giunto ?? con mio utile. Messer Nicia e Callimaco son ricchi, e da ciascuno per diversi rispetti sono per trarre assai; la cosa conviene che stia segreta, perch? l'importa cosi a loro a dirla, come a me. Sia come si voglia, io non me ne pento. ?? ben vero che io dubito non ci avere difficult? , perch? madonna Lucrezia ?? savia e buona; ma io la giugner?? in sulla bont? . E tutte le donne hanno poco cervello; e come n'?? una che sappia dire dua parole, e' se ne predica, perch? in terra di ciechi chi v'ha un occhio ?? signore. Ed eccola con la madre, la quale ?? bene una bestia, e sarammi un grande aiuto a condurla alle mie voglie.
SOSTRATA, LUCREZIA.
FRATE, LUCREZIA, SOSTRATA.
FRATE, LIGURIO, MESSER NICIA.
Canzone.
S?? suave ?? l'inganno Al fin condotto desiato e caro; Ch'altrui spoglia d'affanno, E dolce face ogni gustato amaro. O rimedio alto e raro,
Tu mostri il dritto calle all'alme erranti; Tu, col tuo gran valore, Nel far beato altrui fai ricco Amore, Tu vinci sol co' tuoi consigli santi Pietre, veneni e incanti.
Io vorrei pure intendere quello che costoro hanno fatto. Pu?? egli essere che io non rivegga Ligurio? E non che le ventitr?, le sono ventiquattro ore. In quanta angustia d'animo sono io stato e sto! Ed ?? vero che la fortuna e la natura tiene el conto per bilancio: la non ti fa mai un bene, che all'incontro non surga un male. Quanto pi?? mi ?? cresciuta la speranza, tanto mi ?? cresciuto el timore. Misero a me! Sar? egli mai possibile che io viva in tanti affanni e perturbato da questi timori e queste speranze? Io sono una nave vessata da due diversi venti, che tanto pi?? teme quanto ella ?? pi?? presso al porto. La semplicit? di Messere Nicia mi fa sperare, la providenzia e durezza di Lucrezia mi fa temere. Oim?, che io non truovo requie in alcuno loco! Talvolta io cerco di vincere me stesso, riprendomi di questo mio furore, e dico meco: che fai tu? se' tu impazzato? quando tu l'ottenga, che fia? Conoscerai el tuo errore, pentira'ti delle fatiche e de' pensieri che hai avuti. Non sai tu quanto poco bene si truova nelle cose che l'uomo desidera, rispetto a quelle che l'uomo ha presupposte trovarvi? Da l'altro canto el peggio che te ne va ?? morire, e andarne in inferno; e' son morti tanti degli altri: e sono in inferno tanti uomini da bene. Ha'ti tu a vergognare d'andarvi tu? Volgi il viso alla sorti; fuggi el male, o non lo potendo fuggire, sopportalo come uomo; non ti prosternere, non ti invilire come una donna. E cosi mi fo di buon cuore, ma io ci sto poco su, perch? da ogni parte mi assalta tanto desio d'essere una volta con costei, che io mi sento dalle piante de' pie al capo tutto alterare: le gambe triemono, le viscere si commuovono, il core mi si sbarba del petto, le braccia s'abbandonano, la lingua diventa muta, gli occhi abbarbagliono, el cervello mi gira. Pure, se io trovassi Ligurio, io arei con chi sfogarmi. Ma ecco che viene verso me ratto. El rapporto di costui mi far? o vivere ancor qualche poco, o morire affatto.
LIGURIO, CALLIMACO.
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