Read Ebook: Connaissance de la Déesse by Fabre Lucien Val Ry Paul Author Of Introduction Etc
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Ebook has 205 lines and 12111 words, and 5 pages
BABY
Opere di Gerolamo Rovetta
GEROLAMO ROVETTA
BABY
MILANO
Casa Editrice BALDINI & CASTOLDI
Galleria Vittorio Emanuele, 17-80
PROPRIET? LETTERARIA
MILANO--TIP. PIROLA & CELLA DI A. CELLA
Egli vi mancava gi? da dieci anni: e per le peripezie che ne aveano preceduta la partenza, e per il casato suo, forse il pi? autenticamente illustre nella pleiade numerosa e problematica dei conti veronesi, quell'inaspettato ritorno non poteva non mettere il campo a rumore. Madama Kraupen, la generalessa Brocca di Broglio e la marchesa d'Arcole meditavano gi? di rubarselo a vicenda; e ciascuna delle tre voleva sapere il giorno e l'ora precisa del suo arrivo, per essere la prima ad invitarlo a pranzo. I gelosi tremavano e i giovinotti pi? eleganti cominciavano a mettersi in apprensione, vedendo apparire nell'angusto firmamento un nuovo astro, che avrebbe potuto far impallidire i fulgidi colori delle loro cravatte e minacciare il tranquillo dominio delle loro illecite conquiste.
Ma Andrea di Santasillia era lontano assai dal pensare al subbuglio ch'era succeduto per lui in quel piccolo mondo. Egli ritornava a casa sua come in un ultimo rifugio e sempre in cerca di quella pace, che invano aveva sperato trovare ne' lunghi viaggi in paesi lontani e in una vita austera tutta dedicata allo studio e al lavoro.
Il suo aspetto era freddo e severo; ma il cuore era tuttavia sanguinante per quel primo e grande dolore ch'era stato il triste dramma de' suoi vent'anni.
Una volta questi suoi amici, che si reputavano, in buona fede, altrettanti Don Giovanni, perch? avevano pagato il conto della locanda ad un contralto sfiatato, gli prepararono il brutto scherzo di fargli capitare nel salottino del ristorante, dov'egli era solito cenare dopo teatro, una coppia sbrindellata di quelle infelici sirene di provincia. Ma, per poco, il giochetto non finiva male! In luogo del timido abatino, i giovinastri si trovarono di fronte al conte di Santasillia, che in barba ai precetti di mansuetudine insegnati in seminario, era fermo pi? che mai a voler cadere, per quella volta, in peccato mortale, accomodando le partite sul terreno.
Presto presto, gli dovettero fare le scuse.
Ma la ritenutezza del Santasillia non era selvaggio abborrimento della donna, come succede in alcuni esseri dallo spirito attutito o depravato. Proveniva, invece, da un senso profondo di rispetto. Nella donna egli venerava la madre, per un culto di affettuose memorie; nella donna egli aspettava la sposa, per un intimo sentimento di amore.
Uggito, quasi offeso dalla volgarit? di coloro che lo circondavano, egli, a poco a poco, se ne allontan?, e cominci? a vivere solitario. E, a poco a poco, quella solitudine gli riusc? ancora pi? gradita, avendo miglior agio per essa di dedicarsi a' nuovi pensieri, a' nuovi disegni. Ormai la poesia forte e gentile della sua giovinezza aveva trovato la cara inspiratrice... Ormai non era pi? solo quando invocava la benedizione della povera mamma: una testina bionda di fanciulla la aspettava con lui, dentro al suo cuore.
Andrea cominciava ad amare. Quando, come, era ci? avvenuto?
? una storia umile assai.
La fanciulla s'era fatta in viso di fuoco, vedendo che i devoti, raccolti nel silenzio della preghiera, volgevano il capo verso di lei, disturbati dalla sua venuta in ritardo. Essa, in fretta, voleva trovare un posto ove mettersi, ma i banchi erano tutti occupati. Lo scaccino la vide, fe' cenno alla vecchia e port? due seggiole nel recinto, dinanzi all'altare della Madonna, dove anche Andrea stava ritto, ascoltando la messa. Egli dovette tirarsi un po' indietro per lasciar passare la giovinetta, e nel far ci?, quasi commosso da quell'apparizione, fece un inchino. Essa non rispose al saluto, arross? di nuovo, si inginocchi? confusa, apr? subito il libricciuolo e vi nascose sopra il viso, come se volesse pregare pi? raccolta. La vecchia seria seria, e con un'espressione sincera di devozione che le spirava dalla faccia buona, s'inginocchi? pure, accanto alla signorina.
Allora il Santasillia pot? osservare la fanciulla a suo bell'agio, e subito ne ammir? la figuretta gentile, flessuosa, e l'elegante semplicit? con cui era abbigliata. Egli sentiva diffondersi all'intorno da quella vaga personcina alcunch? di fresco, di primaverile, come una fragranza di giovinezza e di grazia.
E intanto ella continuava a pregare tenendo sempre il capo chino e gli occhi fissi sul libro. Ma, ad un tratto, uno scoppio, uno schianto di tosse di? un urto violento a quel corpicciuolo delicato. Molte persone si voltarono allora verso di lei, che si premeva il fazzoletto sulla bocca per trattenersi di tossire, e il Santasillia not? anche lo sguardo attento e pieno di tenera sollecitudine che la vecchia rivolse in quel punto alla padroncina.
Il giovane innamorato subiva seduzioni dolcissime, tanto pi? forti quanto pi? erano intime. La sua poesia un po' romantica, un po' mistica, trovava la sua incarnazione in quel bel viso pallido di fanciulla bionda e delicata, ed egli gi? si sentiva sicuro ed aveva in lei tutta la fede, come se le avesse parlato, come se ne avesse ricevuto le pi? solenni promesse.
Fu per caso ch'egli venne a conoscere il nome e la famiglia della giovinetta, e in quell'occasione comprese pure ch'era necessario di risolversi presto, e di palesarle apertamente le proprie aspirazioni.
Una domenica , una domenica, verso la fine della messa, ebbe uno scoppio di tosse pi? forte e insistente del solito.
Andrea, che si era fatto pallido, non si mosse, non rispose verbo.
Andrea continu? a tacere, ma guard? la donna attentamente.
Il giovanotto trasal?: si chiamava Adele!
--E come si chiamava?--domand? Andrea, con un leggero tremito nella voce.
Il Santasillia gi? da un pezzo non l'ascoltava pi?. Egli guardava la sua fanciulla e gli era diventata anche pi? cara. <
Il Santasillia fu tutto quel giorno sopra pensiero, formando vari disegni per poter conoscere ufficialmente l'Adele e per poterle parlare. Egli si trovava un pochino impacciato. Per quanto le anime loro fossero unite dal vincolo segreto della simpatia, pure le formalit?, l'uso, i rispetti umani, tentavano di ficcarcisi in mezzo.
--A chi doveva rivolgersi?... Al suo tutore?... E da chi, e come doveva farsi presentare?...--E cos?, mille dubbi sorgevano, mille difficolt?, tutte in effetto di lieve o nessuna importanza, ma pure, al primo apparire, inquietanti.
Quel giorno doveva appunto andare a pranzo dalla contessa Giustiniani, sua parente; una buona signora, piena di tatto, che conosceva, che vedeva tutta Verona e che gli era affezionatissima: ebbene, si sarebbe consigliato con lei.
--La signorina Parabiano ha dunque un fratello?--interruppe Andrea, colla voce rauca. Egli si sentiva soffocare dalla flemma della vecchia contessa.
In quei giorni il generale Menabrea aveva rovesciato Rattazzi, e Garibaldi, coi volontari, metteva in fuga i papalini.
--Ma... e il tutore della signorina?
--Non so proprio chi sia; ma dovrebbe essere appunto quella buona lana di suo fratello!
Queste informazioni, poco favorevoli ai Parabiano, non ebbero alcuna efficacia sull'animo di Andrea. Sebbene le sue idee politico-religiose fossero agli antipodi con quelle professate dal giovane Parabiano, pure egli non metteva tutti in un mazzo, come faceva la contessa Giustiniani, i liberali e i birbanti. In ogni modo poi l'Adele avrebbe dovuto essere innocente delle colpe di suo fratello, anche ammesso che questi ne avesse avute. Egli la vedeva pregare con troppo fervore, con troppo raccoglimento, perch? il cuore di lei non fosse pio e buono. Anzi, dopo quel colloquio, il Santasillia cominci? un poco a credere che la vecchia signora non avesse poi tutto quel tatto e quel gran talento che aveva sentito vantare e un po' alla volta dirad? le sue visite; gi? tanto era sempre uggiosa e maldicente.
Per? egli ancora non aveva indovinata la strada per mettersi in relazione colla signorina Parabiano. Amici, conoscenti comuni a cui rivolgersi per poter esserle presentato, non ce n'erano punti... E poi, farsi presentare a una ragazza cos? sola?... Sarebbe stato un agire ammodo?... No, di certo... Il tutore era proprio suo fratello; ma per combinazione, non era a Verona!...
Che cosa fare?... Scriverle dunque?... S?, non c'era altra via, bisognava scriverle!...--E le ripugnanze sorte nell'animo del Santasillia, appena gli era balenata, la prima volta, una simile idea, si dissiparono a poco a poco, vedendo ch'era questo l'unico espediente che gli poteva rimanere.
Ma che cosa scriverle?... Come contenersi?... E in qual modo gli sarebbe riuscito di farle capitare la lettera?...
--S?, s?, me la condurr? in riviera--pensava Andrea,--e passeremo l? tutto l'inverno.
S?, bisognava risolversi e scriverle presto: non c'era tempo da perdere... Ma invece, quantunque Andrea avesse fretta di molta, trov? necessario aspettare alcun po', prima di mettere ad esecuzione il disegno.
Scrisse alla signorina Parabiano una lettera breve; ma gli cost? quasi pi? fatica di un grosso volume; e il difficile non era per trovare quello che le voleva dire, ma invece per tutto ci? che le doveva tacere. Una volta pensata e scritta la lettera, sorgeva poi un'altra difficolt?; trovare il modo di fargliela avere... Mandarla per la posta?... gli pareva troppo sconveniente... Fargliela consegnare da quella vecchietta tanto ammodo, e che l'accompagnava sempre per istrada e alla messa?... Ma come, dove trovarla?... Non la vedeva altro che la domenica e sempre in compagnia dell'Adele!... E poi, anche se si fosse messo a farle la posta e gli fosse capitato d'incontrarla sola, avrebbe poi avuto il coraggio di fermarla e di darle l? per l? un'incombenza di quella fatta?... No, no, sentiva che non l'avrebbe mai osato.
Pens?, ripens?; e alla fine credette di aver trovato un buon espediente.
Ma pure, appena egli ebbe mandato l'uffiziolo avvolto in un foglietto candidissimo, e legato con un nastrino azzurro, volendo cos? che ci fossero i colori dell'abito col quale avea veduto l'Adele la prima volta, cominciarono ad agitarsi nell'animo suo le inquietudini e i pentimenti.
Aveva osato troppo?... E se l'Adele fosse rimasta offesa da quel brusco modo di procedere?... Se le fosse parso sconveniente?... Perch? non aveva riflettuto meglio prima di commettere una tale pazzia?!... Dio, Dio, che cosa aveva mai fatto?--E adesso avrebbe dato un po' del suo sangue per ritornare indietro; ma ormai era troppo tardi.
Che fretta, che furia avea avuto di mandar la lettera proprio quella sera!... E ad ogni minuto che passava, quelle paure, quegli sgomenti si facevano sempre pi? vivi e angosciosi.
Dio!... Se l'Adele fosse rimasta offesa, non l'avrebbe pi? guardato con quegli occhioni buoni; non gli avrebbe pi? detto con quello sguardo lungo e profondo, che gli volea bene!... Ma non era tutta la sua felicit? quella bella promessa, quella bella speranza?!... E perch? dunque avventurarla cos? alla cieca, senza prima essere ben sicuro del passo che stava per fare?...
E sent? un altro sussulto al cuore, e il pi? forte, quando si figur? Pietro che stava consegnando l'involtino alla donna di casa... ma poi, appena pens? che l'uffiziolo e la lettera potevano trovarsi tra le mani dell'Adele, tutta la sua agitazione si quet? come per incanto.
--Ormai quel ch'? fatto ? fatto,--pens? e sent? come un sollievo per non essere pi? in tempo di ritornare indietro: almeno avrebbe avuto fine quell'incertezza angosciosa!
Infine vide il vecchio servitore che si avvicinava lentamente, guardando nelle botteghe.
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