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Read Ebook: Progetto filosofico di una completa riforma del culto e dell'educazione politico-morale del popolo ebreo Tomo II by Fernando Aron

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Ebook has 317 lines and 68036 words, and 7 pages

Nota di trascrizione in coda al testo.

Progetto Filosofico Di una completa riforma del Culto E Dell'Educazione Politico-Morale del Popolo Ebreo

di A. Fernando

Tomo Secondo

Capitolo 1.

In che propriamente consista la prima Educazione morale, che un barbaro Costume fa da lungo tempo conferire a' fanciulli ebrei.

Le orali tradizioni passano regolarmente da' genitori a' figli, e da questi al lignaggio susseguente colla stessa facilit?, e colle prerogative medesime che si farebbero passare direttamente i beni di famiglia: ognuno riceve da' propri genitori gli stessi documenti, ad un tale riguardo, che hanno essi medesimi ricevuto da loro; ma ognuno altres? gli dilata, gli ristringne, gli modifica, e gli rappresenta a misura delle passioni che sente intimamente delle idee delle quali ? nutrito, ovvero dell'interesse individuale che lo muove. Il Cervello dell'uomo, sopra tutto nell'infanzia, ? una cera molle, suscettibile di ricevere qualunque siasi impressione che affiggere gli si voglia; l'educazione, che giustamente si dice essere una seconda natura per esso lui, gli somministra quasi tutte le di lui opinioni; e ci? che v'ha di peggio ancora in un tempo in cui esso ? nella massima impotenza di discernerle, se ottime per adottarle, e trarne de' solidi vantaggi, se riprovabili per sfuggirne l'incontro, e rigettarle. Noi crediamo ciecamente di avere ricevuto dalla natura, o di avere portato seco noi nascendo, le idee vere, o false, che in un et? inesperta si ? fatto con violenza entrare nelle nostre teste; a questa fatale persuasione ? stata sempre mai riconosciuta una delle pi? venefiche sorgenti de' travviamenti che cospirano l'intera perdita dell'uomo. In darno ci avvertiscono sensatamente i filosofi che le prime impressioni che si fanno prendere a' fanciulli sieno tali per esse medesime che non abbiano duopo di essere in verun modo n? emendate, n? represse, onde non venghiamo di essere costretti a sostituirne delle nuove, o che giungasi all'arduo procinto di doverle riformare; ? in vano che i nostri benemeriti maestri antichi ci gridano indefessi che tutto quello che da noi viene imparato sia di bene, sia di male ne' primi intervalli della nostra fanciullezza, si ? ci? appunto che ad indelebili caratteri pi? agevolmente ritenghiamo; ma noi sempre sordi agli avvertimenti salutari degli uni, ed insensibili ognora alle grida amorevoli degli altri, fabbrichiamo da noi stessi i tormenti crudeli che ci affliggono, senza traccia di scampo, n? di conforti, preparando ad un tempo cos? la nostra perpetua irreparabile sciagura, e quella insieme de' traditi nostri figli . //Insensibili\ //tiranni!\ Sembrami udire questi rinfacciarmi amaramente un giorno, se da voi riconosciamo la nostra misera esistenza sulla terra, ci diranno essi lacrimando, da voi soli ripetere dobbiamo unicamente ancora le affliggenti calamit?, delle quali saremo un giorno le vittime eterne sopra d'essa; l'avarizia l'ignoranza, e il fanatismo di cui siete fieramente predominati da una parte ci resero tante macchine automate fra gli enti ragionevoli, di aggravio a noi stessi, inutili alla societ?, ed i venefici principi de' quali ci faceste imbevere dall'altra finirono di abrutirci a questo eccesso.

E che! Tale forse appunto non ? l'umiliante linguaggio, che gli sventurati fanciulli ebrei possono tenere meritamente co' propri loro parenti, o genitori? Dicasi di grazia quale ? mai il solido reale vantaggio, che questi esseri innocenti possono in verun modo ritrarre da' medesimi che sia efficace a compensarli de' danni incalcolabili che gravemente risentono dalla depravata educazione che loro ? infelicemente conferita? Appena un bambino fra noi comincia a sviluppare le sue facolt? loquaci e auricolari, tosto che desso mettesi a portata di balbettare qualche tronco accento quali sono mai i primi suoni, quale il primo linguaggio articolato che percuote le orecchie sue nascenti? Quello, senza dubbio, il pi? delle volte, o di genitori superstiziosi, ed ignoranti, ovvero quello di una torpida servente, o di un domestico imbecille, che gli si assegna per guida, i quali forse insieme co' loro errori, comunicano ad esso molto sovente ancora i propri vizj.

Tali sono, per sciagura universale, gl'istruttori odierni della prima infanzia de' fanciulli ebrei, ed in ispecie di quelli nati nel suolo dell'Italia, da opulenti famiglie.

Or la mente di un fanciullo, che quale tenera cera, come lo abbiamo rimarcato non ? che un istante, ? suscettibile di qualunque impressione che vi s'introduca, cosa diverr? esso mai, imbevuto dagli ammaestramenti della pi? ributtante depravazione, e dalle voci corrotte, deformi, e male sonanti, quali appunto sono quelle che debbono continuamente uscire dalle bocche di costoro ? Un ammasso stranamente confuso di ogni orrido assurdo, ed il deposito infetto di tutte le idee le pi? stravolte, ed insensate; dopo tutto ci? oseremo lagnarci ancora di vedere gl'ingannati fanciulli ebrei de' tempi nostri anche adulti, e fatti uomini per ci? che riguarda il loro fisico soltanto, e d'altronde conservarsi tutta via sempre fanciulli per tutto quello che concerne la loro parte razionale? Non ci rechi dunque altrimenti stupore, se l'infanzia di quasi tutti i nostri bambini dura per l'ordinario, l'intero periodo della loro vita, e se anche provetti gli accompagna sovente fino alla tomba .

Ma tutto ci? non rapportasi fino ad ora solo che alla prima puerizia de' fanciulli unicamente, inoltriamoci avanti qualche breve passo, e noi vedremo, con pena, il caso diventare molto peggiore, se non ancora pi? disperato.

Il contegno detestabile che osservammo tenersi generalmente con quest'illusi fanciulli per lo passato, dovr? senza mistero, farci chiaro comprendere quale dovr? essere il riprovabile metodo d'istruzione che loro preparasi nell'avvenire.

Fin qu? l'odibile ingerenza di corrompere, o alterare l'opera stupenda della natura, sembra che solo fosse d'ispezione degli snaturati genitori, o degl'insensibili mercenarj; ma la loro incombenza ributtante cessando nel momento istesso in cui l'infante ? pervenuto all'et? di 5, o al pi? 6. Anni, ? al termine di questi che la vittima innocente ? rimessa fra le mani spietate di nuovi manigoldi civili, i quali compiono l'opera spregevole con tanto funesto successo miseramente cominciata dagli antecedenti. Un nuovo Institutore gli si presenta; il depravato linguaggio di cui questi si serve ? fra essi comune, essendo quello medesimo appunto che lo sventurato alunno apprese gi? nel patrio tetto per sino dal primo istante ch'egli si produsse fra i viventi. Il primo suo ufficio si ? quello d'istruirlo di ci? che gli ebrei chiamano ????? consistente nella cognizione de' Caratteri ebraici, de' punti che ne tengono luogo di vocali delle pause che marcate non sono, di sorte alcuna, in detta Lingua, e delle note armoniose, e degli accenti, che si rendono alla medesima essenziali ; ma tutto ci? si eseguisce materialmente dal primo stupido maestro senza principj grammaticali di sorta alcuna, ed ecco frattanto sparito un intero biennio almeno; che tale ? lo spazio di tempo che si fa credere in certo modo presso che indispensabile a questo primo non meno inutile, che lacerante meccanismo .

Divenuto in seguito il fanciullo mediocremente conoscitore della semplice forma de' Caratteri ebraici si fa ripetergli per varie volte le lunghissime preghiere de' giorni solenni, e quelle ancora de' quotidiani, e feriali, fino a tanto che le une, e le altre, ammucchiate gli restino confusamente in testa, in modo che a tempo debito egli possa recitarle colle solite ripetute cantilene senza mai nulla capire di tutto ci? che esprime, come veggiamo accadere oggi appunto fra i cristiani alle femmine, ed alla massima parte degli uomini ancora che recitano tutti d'accordo con tanta devozione le loro quotidiane preghiere nell'idioma latino, senza intendere la minima parola di ci? che le medesime racchiudono.

Barbari uomini che s? indegnamente vi usurpate il preclaro attributo di padri di famiglia, senza conoscerne giammai n? le leggi rispettabili, n? gli urgenti doveri! Ecco l'opera vostra, genitori spietati di misera prole che la vostra detestabile negligenza rende perpetuamente sventurata, fremete! I complici voi siete di ogni smarrimento che l'ignoranza in cui abbandonasti crudelmente i propri figli far? loro commettere un giorno; ma che dico? No, no, irragionevole sarebbe l'imputare i medesimi della pi? leggera colpa in questa parte, quando i soli rei siete voi, voi siete i colpevoli, e di essi con pi? debita ragione riportare voi dovrete la terribile meritata pena; e quale avversione per la vostra rimembranza non dovr? non recare agli stessi vostri figli un tempo, allorch? sviluppata dagli anni la ragione de' medesimi, si vedranno costretti a riconoscere nello stesso autore della loro propria esistenza la cagione fatale di ogni loro triste avvenimento? A che vi giover? di querelarvi allora contro voi medesimi, detestando la vostra indifferenza brutale per la loro negligentata Coltura? Se con un rincrescimento intempestivo mitigare forse credete il vostro fallo enorme, o se immaginate che possa non esservi dagli altri imputato quello come tale, vi lusingate indarno; ogni rimorso ? inutile, superfluo il pentimento per un male che da voi soli dipende di allontanare onninamente o d'impedire; ma che per l'ordinario inevitabile si rende una volta che lo abbiate permesso; in vano finalmente vi sforzerete di palliarli entrambi, attribuendo la colpa alla supposta inclinazione avversa dagli stessi figli per illuminare il loro spirito, e coltivare i loro talenti, allorch? promettendo, forse, per loro intimo declivio, i pi? rapidi avanzamenti, se tenuto aveste seco loro tutt'altro differente sistema, meno barbaro, e pi? sociale, costituire gli potevate in tale stato da ricolmare voi di onore, essi medesimi di gloria, la societ? di ammirazione .

Ma la natura, e la ragione sono sufficientemente vendicate degli oltraggi proditorj che dalla vostra insensibile fierezza si commettono in tante guise differenti contro di esse.

Se lo spirito di un fanciullo, si arrendevole per sua natura, si limitato, ? una volta sovvertito dal malefico pedantismo di una ignorante educazione, invano tenteranno in seguito le scienze di rischiarare quelle dense tenebre delle quali essa l'ha ingombrato; indarno lo studio, il pi? metodico ancora, potr? giugnere a dileguarlo dall'errore, ad elevarlo fino alla verit?; esso in tale deplorabile stato inutilmente userebbe ogni sforzo d'ingegno e di artifizio di cui fosse capace per ritrovare lo smarrito sentiere, che diretto lo avrebbe con sicurezza nel vero acquisto delle utili Cognizioni se tradito non lo avesse la barbara negligenza di chi pi? dovea interessarsi per la di lui morale educazione; ond'? che per infondere nell'animo sovvertito di un fanciullo un numero adeguato di verit? utili, e necessarie, sarebbe duopo, come lo pensa Elvezio, di svellere dalla sua corrotta fantasia lo stesso equipollente di quelle assurde illusioni delle quali essa ritrovasi miseramente colma, e penetrata; quale rimozione si complicata, e difficile richiederebbe, senza dubbio, un tempo assai lungo; ecco un nuovo argine al felice progresso degli sventurati fanciulli non meno pernicioso di tanti altri, che rendono pur troppo la loro infanzia interminabile, come ce ne convinceremo, con ribrezzo, nel seguito delle nostre successive osservazioni sopra un tale particolare.

Ecco sembrami ritrovata la soluzione del problema per tante volte agitato da' curiosi; per che mai il dialetto dell'ebreo si fa per lo pi? si notabilmente distinguere da quello degli altri popoli fra i quali esso vive, sia col mozzamento di parole, sia collo strascico di reiterati accenti, ovvero colle nojose inflessioni di vocaboli, ed altre tali deformit? le quali sono talmente abituali ad esso, che anche gl'individui pi? colti di questa nazione vi si mirano cadere assai di frequente. E quale meraviglia? essi con ci? altro non fanno che ripetere, essendo adulti, uomini formati, ed anche decrepiti, le stesse disgustose modulazioni di voci, che sono state loro comunicate nelle fascie: ci? che vieppi? contribuisce ad avvalorare la nostra preallegata opinione che le prime idee succhiate, per cos? dire, alla mammella insieme col latte nella prima infanzia, sono quelle appunto che restano sempre dominanti nell'uomo.

Il metodo di cui gli ebrei si sono sempre serviti per spiegare le Scritture ? stato differente secondo i varj tempi, e la diversit? de' luoghi; ma in qualunque siasi maniera ? ben di raro ch'essi si siano applicati a trovarvi il senso puramente letterale. In quasi tutti gli antichi Commentari sulla bibblia non vi veggiamo altro che allegorie, giuochi di spirito, istorie immaginate a piacere, e pochissimi concetti morali. Alcuni, per altro, volendogli giustificare, vanno fino a sostenere che lo spirito di quegli antichi scrittori ? stato condotto all'invenzione di si fatte stravaganti parabole, o mistiche allegorie, in preferenza delle spiegazioni letterali, per che quelle erano allora molto pi? gustate dal popolo di ci? che lo fossero queste incapaci del tutto ad eccitare l'attenzione assidua de' loro ascoltatori.

Non si saprebbe cominciare troppo presto una saggia ed istruttiva educazione. ? ben vero, per altro, che la tenera fanciullezza non pu? ancora contenere uno spirito giusto, e moderato, ma per rimediare a questo primo inconveniente ? duopo fare prendere alla ragione de' fanciulli un abito da fanciullo; e questo dovrebbe essere propriamente l'ispezione de' genitori, e delle genitrici, a dovere tutti esaminare minutamente da vicino, ed a studiare con assidua precauzione la portata de' soggetti che quelli possono soffrire; tale ? l'espediente il pi? efficace per trarli, con successo dal loro ingenito letargo, ad un simile riguardo, la pena ? breve, ed il solido vantaggio che se ne ritrae ? di una interminabile durazione. I pregiudizj, e le passioni si impossessano ben presto della vita dell'uomo e presto ancora si corrompono lo spirito, ed il Cuore, quando a' fanciulli troppo tardi si parla, ed allorch? la ragione viene per collocarsi, lo spazio, per cos? dire, che dee contenerla, ? gi? preventivamente occupato.

Dal che mi sembra potere fondatamente conchiudere che agevole cosa si rende di ritrovare ne' fanciulli delle risorse considerabili, le quali per sciagura universale o non si conoscono affatto, o si lasciano, pur troppo, sfuggire coll'et?: quindi ? che allora non dobbiamo qui incolpare la natura, o il talento de' giovani, ma la nostra insensata negligenza per la loro instruttiva educazione unicamente, la quale se una volta giugneremo ad emendare de' suoi perniciosi errori, resteremo a sufficienza convinti della pretta verit? di ci? che qu? fermamente asseriamo.

I mostruosi principj de' quali sono i fanciulli ebrei miseramente imbevuti nella loro et? puerile, rendono la loro ignoranza } inemendabile durante il Corso di tutta la loro vita.

Ma, che dissi, educazione, lumi, Coltura? Eh! quali nomi ignoti, e scevri di sentimenti a' nostri tempi! I pregiudizj, le sregolate passioni, gli errori, ecco l'odierna educazione dell'uomo; essi lo assaliscono senza ritegno, e gradatamente s'impossessano dell'illuso suo Cuore; la superstizione accorre a perpetuare le di lui calamit?, e quindi ne compie il misero edifizio, e mette il colmo alla fatale clessidra; quell'orrido mostro persecutore inesorabile del genere umano, diventa l'unica guida dell'uomo, esso lo fa degenerare dall'esimia sua specie e di gran lunga pi? feroce lo rende di selvatica fiera. Smarrito esso trovasi allora dall'ameno sentiere di quella solida, e perenne felicit?, che una saggia, e metodica educazione gli avrebbe profusamente preparata, senza ostacolo, e quale forsennato vaneggiante al cupo baratro delle chimere esso la cerca laddove non vi ?, e persuaso egli resta di ritrovarla laddove appunto non vi pu? essere ; questa informe produzione dell'umano delirio, sedotto che abbia un solo istante il credulo mortale a' suoi tenebrosi agguati, inutile gli fa supporre l'educazione per la sua vita, di aggravio la coltura dello spirito, i lumi perniciosi, e costringendolo ad ignorare i vantaggi incommensurabili della prima, vietandogli con ogni sforzo di conoscere i salutari disegni che gli ultimi si prefiggono, esso rinunzia di buon grado all'una, pi? gli altri non cura, e ci? ? pur troppo allorquando la pi? necessaria, e la pi? sorprendente produzione della natura, la pi? inutile diventa la pi? spregevole

Tale ? lo stato deplorabile a cui ridotti io vi miro o sventurati fanciulli d'Israel! Ma ci? che pi? di ogni altra cosa mi attrista si ? il vedere la somma difficolt? de' mezzi efficaci a liberarvene, e di //credere\} presso che inutili riconosciuti da gran tempo fino ad ora tutti i miei sforzi, onde rischiarare le insite vostre tenebre, istruirvi, e migliorare la vostra sorte ; ma con quale fondamento lusingarcene giammai, dopo l'abominevole preparazione, che test? riprovato abbiamo, e che il loro spirito ritrova, senza pena fino dalla culla? Se anche prescindere si volesse da tutti que' panici timori, e ridicole apprensioni che s'incutono a' fanciulli col vano disegno forse di contenerli nel loro dovere, ed abituarli per tempo all'obbedienza, costume generalmente riprovato da' saggi, ma che non lasciasi frattanto di praticare dalla massima parte ; come supporre che co' tanto venefici elementi de' quali gli abbiamo noi veduto imbeversi possano quelli giugnere una volta a superare quegli argini funesti che formeranno sempre mai un ostacolo presso che ineluttabile alla sviluppo delle loro facolt? intellettuali, come sperare che condurre si possano un giorno fino alla verit?, se loro mancano affatto i mezzi opportuni di conoscerla, se la ignorano i loro primi Institutori, e se i propri loro parenti si fecero sempre uno scrupolo di sapere ci? ch'ella fosse? Ingannati eglino stessi grossolanamente fino da' loro primi anni, ? ben naturale che si crederanno in dovere d'ingannare alternativamente i propri figli, trasmettendo loro quel tessuto informe di errori, e di Contraddizioni che hanno essi medesimi ricevute come in retaggio da loro travviati progenitori . Indi col soccorso dell'abitudine malefica che fanno loro s? per tempo contrarre, ed i panici timori che loro incutono come si disse, fino dalle fascie, essi pervengono a farli tenacemente persistere nelle assurdit? pi? materiali, nel mentre che queste sono il pi? chiaramente significate. In vano tenterebbe la ragione di fare in simile procinto formalmente valere i suoi diritti; la ragione nulla pu? contro l'abitudine, la quale diventa, come suole dirsi, una seconda natura per lo spirito umano .

Inoltre quando ancora questi miseri fanciulli arrestati non fossero da tale funesto impedimento, con quale coraggio si indurrebbero essi mai ad affrontare le opinioni di quelli che loro fece amare natura, e che mirano cotanto impegnati ad istruirli? Essi non solo gli credono pi? abili di loro, ma debbono supporli anche intimamente convinti di tutto ci? che da quelli viene loro di proposito comunicato; ed ecco un valido motivo di pi? onde rendere maggiore la confidenza di questi esseri inesperti verso i propri genitori, dalla parte de' quali non sospettano giammai n? frode, n? menzogna, e quindi fatti adolescenti ancora sentono aumentare la loro sicurezza per essi, in ragione dell'incremento di et?, memori delle cure che quelli presero per l'infanzia de' medesimi, allorch? erano impotenti di sostenersi da essi, e senza l'influenza di straniero soccorso .

Ecco in quale maniera si fanno insinuare gli errori pi? grossolani, e si perpetuano i pregiudizj i pi? degradanti nell'animo degl'ingannati fanciulli dall'Israelismo, senz'altra base fondamentale fuori l'equivoca parola di coloro a' quali essi debbono l'esistenza; ed ecco finalmente il solo genuino motivo per cui una gran parte di essi, specialmente in molte Citt? dell'Italia, non giugne mai a sviluppare l'intelletto, anche nelle Cognizioni le pi? agevoli ad abbracciarsi, e le pi? triviali: quindi vedendo riuscire vani tutti i possibili sforzi per arrivarvi, stancasi per ultimo al segno, che ne abbandona totalmente l'impresa, e pi? non si cura di proseguirne i tentativi. Egli ? dunque cos? che quella stessa ignoranza ch'ebbero come in retaggio dal primo infelice istante che si produssero al mondo gli accompagna durante la loro vita, n? gli lascia in alcun tempo fino all'estremo periodo delle loro forze.

Ma non vi sono forse altre cause da potersi fondatamente assegnare, oltre le test? menzionate all'alienazione decisa che osservasi nelle 8/10 parti de' giovinetti ebrei per l'assidua coltura delle scienze, e per una solida istruzione? Questo ? ci? appunto che noi andiamo ad investigare con ogni diligenza possibile nel cap. Seguente.

Quindi le loro menti abbacinate dell'enorme affluenza di errori insinuatigli da quegli infelici maestri, pi? non sono capaci di sostituire a questi altrettante verit? utili, e salutari; e quando ci? ancora riuscisse, una sifatta rimozione richiederebbe un lungo tempo, ed ecco un nuovo argine al progresso di questi sventurati fanciulli, niente meno pernicioso degli altri test? indicati.

Il secondo motivo poi io ritrovai essere il lunghissimo tempo che si fa loro inutilmente dissipare nello studio della religione, il quale distraendoli da tutto ci? che rapportasi allo studio delle Scienze, delle Belle Lettere, alla Societ?, e all'uomo, gli fa considerare ogni altra applicazione come profana indegna totalmente di un vero Israelita; ed opposta alle pratiche bizzarre delle quali sono que' fanciulli macchinalmente impressionati.

Fra i tanti difetti condannabili all'eccesso che paralizzano l'educazione morale de' fanciulli, che distruggono al loro nascere i migliori successi che potrebbero aspettarsene, pu? certamente annoverarsi il primo quello che qu? noi riproviamo. Qual esecrabile sistema! Credere che non siavi altro mezzo pi? pronto, e pi? efficace per ridurre i fanciulli all'obbedienza, che mettendo in pratica le ridicole apparizioni di notturni fantasmi, ed i panici timori che in varie guise differenti gli s'incutono nello spirito, il quale in simile foggia abituato a temere, tutte le volte che si vorr?, mentre ? fanciullo, o reprimere le sue passioni, o renderlo pi? saggio, si sar? costretti di minacciarlo con si fatte apprensioni, e queste resteranno talmente inveterate nella sua mente fatta un giorno adulta, che tutta la sua vita non sar? poscia che una serie successiva di timori, e questi inseparabili dalle di lui azioni, lo abrutiranno in tale maniera, che credere, e tremare saranno un giorno per lui la cosa stessa.

Tanto ? ci? vero quanto che se noi interroghiamo non dir? gi? i fanciulli i quali mancano di discernimento, e di esperienza; ma gli stessi vecchi, e provetti genitori che che dobbiamo supporre consci, e inveterati nelle massime della Religione che professano; se noi ci facciamo, dico, ad interrogarli de' giusti fondamentali motivi per cui essi le praticano, noi gli udiremo sempre aggiugnere l'uno all'altro assurdo, senza dare giammai la bench? minima evasione alla nostra obbiettata ricerca, e tutto al pi? gli vedremo impegnati a farci credere, che siccome i loro padri gli hanno costretti di rinunziare alla teoria del raziocinio, cos? appunto debbono essi obbligare i propri figli ad imitarli, non solo, ma a diffidargli ancora della testimonianza de' sensi, e sottomettersi ciecamente a ci? ch'essi loro annunziano come positivo, e irrefragabile, con niun altro fondamento, che le stupide asserzioni de' loro troppo creduli progenitori.

Siccome l'abitudine regolarmente si contrae ripetendo le medesime azioni, o rinnovando con frequenza la pratica delle medesime Cose; quindi ? che l'anima vi si porta prontamente, e con piacere, di modo che sembra essere quella trascinata verso l'oggetto che la attrae appena ei si presenta, o che s'egli ? assente essa lo brama con un trasporto estremo: ? per ci? che l'uomo difficilmente perviene a distruggere un abitudine profondamente inveterata nel suo spirito, massime se questa tende al vizio; e quando ancora egli fosse capace d'implorare i soccorsi della ragione per liberarsene, questa si troverebbe nell'impotenza di prenderne parte, atteso i grandi ostacoli ch'essa v'incontrerebbe dalla parte dell'uomo predominato da un'abitudine viziosa.

L'ignoranza di tutto ci? che tende allo sviluppo della ragione che i Rabbini //\ prescrivono come ovvia alla salute dell'anima, allontana gli ebrei dallo studio delle scienze.

Si ? osservato in ogni tempo, e si ? per reiterate volte ripetuto in varie Lingue che tutta la specie umana ? diretta onninamente dalle sole abitudini. Or lo stato dell'educazione altro per se stesso non ? che l'arte, o la maniera di fare prendere agli uomini le abitudini adeguate, che si giudicano loro necessarie nelle differenti circostanze alle quali si suppone che possono essere richiamati.

Per altro alcuni eruditi critici rimarcarono che gli accennati Legislatori, presso che tutti in sifatta maniera procedendo tentavano di fare contrarre agli uomini delle abitudini affatto contraddittorie, e distruttive di quelle che la natura avea in origine disposte, e sistemate in vantaggio de' medesimi: ci? potrebbe anche essere da una parte; ma io veggio frattanto che quella sifatta classe di uomini di cui parlammo, dall'altra, occupata unicamente di garantire i suoi interessi particolari da ogni esame, e persuasa che il suo ascendente basato sopra certe pratiche superstiziose e assurde, il pi? delle volte, non potea mai conservarsi, che sugli appoggi medesimi soltanto, che servirono un giorno a farla cominciare ad esistere, ad introdurla fra i popoli, ha usato di ogni sforzo per illaqueare l'umana ragione, e paralizzando lo spirito nascente di quegli esseri deboli e limitati, co' mostruosi principj de' quali l'ha essa funestamente imbevuto, fece credere superflua l'abitudine della prima, e quasi come pernicioso lo sviluppo del secondo .

Tutto che noi convenghiamo di proposito col primo, come ? positivamente di ragione, che la mikr?, la misna e la Ghemara sieno opere utili a conoscersi, e la prima di queste in particolare sovra di ogni altra necessaria ad intendersi, ed oltremodo utile a praticarsi; sebbene ancora accordiamo al secondo che instantanea, e caduca ? la vita dell'uomo sopra la terra, ci? che ? troppo evidente per dubitarsi; ne risulter? egli per? l'esecrabile illazione dell'ultimo che debbasi proscrivere dal mondo la coltura dello spirito, e che senza l'ignoranza l'uomo speri in darno di conseguire l'eterna salute dell'Anima?

Insensati! Pu? egli farsi mai un ingiuria di questa pi? enorme alla specie dell'uomo, alla natura allo stesso Opifice Eterno creatore dell'uno, e fondamento dell'altra, che ? la stessa increata sapienza universale con cui la regge, la governa, le alimenta entrambe? Eccitati a gran forza da queste massime venefiche, ciecamente guidati da s? esecrabili principj, oseremo noi sorprenderci ancora per che l'educazione de' nostri fanciulli ebrei, e quella specialmente che si pratica in Italia ci fa fremere, per che quella ? si opposta all'indole umana, per che si recalcitrante alle Leggi del Cielo, e della terra? N? ci lusinghiamo di pervenire in verun tempo a migliorarla fino a tanto che il fanatismo si far? risentire ne' nostri Cuori con un trillo pi? squillante, e pi? sonoro di quello che la voce consolante dell'esimia ragione ci tramanda, e che storditi a tal segno dallo strepito di quello ci abbandoneremo alle cure proditorie di certi esseri automati che sotto un illusoria sembianza umana o per insofficenza ci corrompono co' loro contraddittori, e assurdi principj, o ci abbrutiscono per pravit?, impressionandoci sinistramente contro lo studio delle Scienze, pregiudizio il pi? funesto di quanti altri mai abbiano ferocemente soggiogata la specie umana, e che noi passiamo a distruggere senza ritardo.

L'interesse particolare di tali pericolosi individui di cui parliamo non ? ad altro scopo fatalmente diretto che a distruggere que' sani principi che riconoscono contraddittorj a quelli ch'essi tentano ovunque fare valere scapito de' lumi, della verit?, della ragione, che molto sovente essi pervengono pur troppo a soffocare nello spirito abbacinato degli uomini, e quegli sventurati che ne restano le vittime, imbevuti funestamente da tali //funesti\} principj, pi? non sono in istato discernerne il nocumento, ne pi? si curano di ritrovare uno scampo sicuro onde sottrarsi al baratro infernale dell'ignoranza, e de' pregiudizj, che loro si apre sotto il passo, e dove la loro indolente buona fede dovr? tosto, o tardi miseramente trascinarli.

Non so per quale consuetudine malefica si ? fatto in molti luoghi tenacemente prevalere l'uso pernicioso di affidare ad una certa classe inutile di fanatici, e devoti l'arduo malagevole assunto di formare il Cuore, e lo Spirito de' giovani destinati un giorno al governo di Popoli, o al maneggio d'importanti affari. Ma quali cognizioni, di grazia, possono avere Istitutori di tal fatta, di quale interesse possono quelli essere animati? Ferocemente soggiogati essi medesimi da' pregiudizj i pi? enormi, ? ben naturale ch'essi mostreranno a' loro alunni la superstizione come la cosa la pi? urgente all'uomo, e la pi? sana per condursi nella vita; l'intolleranza, e lo spirito persecutore, come i pi? solidi fondamenti di un regnante, o il corredo essenziale di un anima devota; essi procureranno di farne un Capo di partito, ed un tiranno, od un fanatico sleale, e turbolente; essi soffocheranno di buon ora, } la ragione, nell'altro la morale, e //chiuderanno\, e chiuderanno l'accesso ne' loro cuori alla verit?, e alla giustizia, onde non possino giammai arrivare a penetrarvi, gli mostreranno come inutile la coltura dello spirito; i talenti perniciosi, ridicole le scienze, e l'ignoranza al grado massimo convenevole per l'uomo. In una parola, essi faranno un devoto imbecille dell'uno, un furibondo entusiasta dell'altro, che non avr? n? questi la bench? minima cognizione di morale, n? di virt?, n? quegli alcuna idea di giusto, n? d'ingiusto, n? di solida gloria; e che saranno entrambi sprovveduti di lumi, e di criterio necessari alla differente loro destinazione.

Ecco in compendio delineato quale dovr? essere propriamente per se stesso, il piano detestabile di Educazione che potranno conferire quegl'insensati maestri a que' fanciulli, che debbono formare un giorno la felicit? permanente, o la sventura inevitabile de' popoli, o la sorte lacrimevole, o ridente di molte numerose famiglie.

Non ? mancato chi volendo in qualche modo giustificare i Rabbini per rapporto a questa loro opinione, la quale sembra in vero trascinare seco le pi? dannevoli, ed assurde conseguenze, adduce che gli ebrei antichi non avevano duopo di profondi Studi per formarsi lo spirito il quale non dovea essere continuamente preoccupato che da quello solo della religione; ; addetti nel modo ch'essi erano alla vita campestre, circoscritti ne' loro bisogni, isolati nella societ?, la loro lingua materna era per essi alquanto sufficiente, e questa era l'ebraica, tale come noi la veggiamo nella Scrittura. Oltre a ci? pare verosimile che uno de' motivi principali che rendeva gl'Israeliti affatto alieni dallo studiare i libri stranieri, si era il timore d'imbeversi delle menzogne e delle favole, che allora formavano il soggetto primario, ed essenziale della Teologia di tutte le idolatre nazioni del mondo antico.

Or ammettendo quanto si espone, io aggiungo che tutto ci? potr? essere stato forse adattabile all'epoca della prima infanzia del Popolo d'Israel; ma ora che questo pi? non ha per patria la Giudea; ora che l'idioma ebraico pi? non ? quello del Commercio di sua vita; ora in fine che pi? non ha motivo alcuno di temere le favole, o menzogne de' popoli fra i quali esso vive, non ? egli vituperevole, in ogni senso, il vedersi accreditare tutta via da gran parte di ebrei, e col massimo fervore, un opinione s? ributtante, e s? lesiva al carattere onorifico di ente ragionevole?

//Non v'ha delitto pi? esecrando in faccia degli amministratori de' Culti, generalmente parlando, di quello di mettere in dubbio un solo istante ch'essi ricevono direttamente da Dio solo l'autorit? assoluta che i medesimi pretendono arrogarsi sullo Spirito de' mortali; ed ? questa una verit? renduta omai troppo evidente presso qualche popolo moderno, specialmente poich? un individuo che commette un misfatto qualunque, per sacrilego che siasi, e quando ancora questo offenda la Divinit? medesima ? tosto completamente assoluto da' suoi mistici rappresentanti col mezzo di poche monete le quali o si convertono in loro profitto, o si fanno servire per acquistare della cera da ardersi sopra gli altari in gloria di qualche martire : ma se alcuno osasse dubitare, per esempio che due dita allungate del Pontefice romano sono sufficienti a purificare un milione di anime umane in un solo, e medesimo istante, colui che in tal foggia opinasse, dovrebbe essere, secondo gli statuti monacali, dannato senza scampo nell'altra vita, e punito religiosamente in questa come iniquo, e ribelle alla mistica possanza di colui che si fa credere l'arbitro disponitore di ogni Cuore, di ogni pensiere umano, e la suprema Divinit? della terra, e che come tale qualunque Cattolico romano, sotto pena di eterodossia e degli orribili flagelli che da questa derivano ? obbligato per se stesso di riflettere, di credere, e di sostenere che il Papa pensa giustamente nel medesimo tempo ch'ei s'inganna.\

//Tale ? presso a poco il carattere imponente che da tutti gli altri popoli conosciuti mirasi fare de' loro Capi o ministri di Altari.\

//La confidenza illimitata che i ministri delle Religioni, generalmente parlando, seppero profondamente ispirare nello spirito de' popoli in loro favore indusse questi da lungo tempo ad abbandonare, di buon grado, nelle mani di essi l'educazione morale della giovent?, intimamente persuasi che le loro instruzioni edificanti ne formerebbero lo spirito, e il Cuore.\

De' pregiudizj dannevoli su' quali fondano i nemici delle scienze l'avversione decisa ch'essi nutrono tenacemente d'accordo contro di quelle; vantaggi delle medesime; danni incalcolabili dell'Ignoranza.

Quali giusti, e bene fondati motivi possono avere fatto determinare J. J. Rousseau a smentire s? altamente se stesso, a rinunziare in un istante al carattere suo, alle sue vaste Cognizioni, a' suoi perspicaci talenti, dichiarandosi apertamente L'apologista dell'ignoranza, ed il deciso difensore del suo partito? Esso non ebbe, per quanto si suppone, altro disegno che quello di distinguersi nel mondo coll'imponente soccorso de' numerosi mezzi che gli offriva la sua capacit?, sostenendo arditamente un paradosso filosofico, che i suoi pi? inesorabili antagonisti non poterono astenersi di ammirare, e che una delle pi? rinomate Accademie della Francia ha decorato della sua approvazione, e del suo premio .

Gli odierni panegiristi poi dell'ignoranza i quali non hanno n? la facondia, n? i talenti, n? le tante risorse morali del filosofo di Ginevra, si appoggiano ad un punto assai pi? edificante, palliando col misterioso velo della religione l'odio inveterato ch'essi nutrono contro le Scienze, non meno che contro di coloro che le professano.

O demenza commiserabile de' Censori delle scienze! O stupenda confusione delle loro strane id Quale forsennato pensiere pu? mai trasportare l'uomo ad inveire si accanitamente contro di ci? che pi? di ogni altro oggetto ei dovrebbe apprezzare nella sua vita che in darno spererebb'esso di } conservare senza di quelle. Ma non ? gi? nel solo uomo, nell'individuo isolato che si limita il bene che recano le scienze; //a\ qualunque siasi popolo proclive a coltivarle, ne risente ad ognora gli effetti salutari. Infatti dove mai si supporrebbe che la gloria durabile di uno stato essenzialmente consista? Forse nell'affluenza delle dovizie che possiede? Nell'estensione del territorio che occupa? Nel numero esuberante de' suoi medesimi abitatori? No; essa non ? riposta solo che nelle scienziate cognizioni delle quali ? ornato, e ne' lumi che pu? meritamente vantare; la stessa carta geografica io ne attesto per comprovarlo. Vi si lanci uno sguardo, facciasi ciascuno a misurarvi l'immenso territorio del dominio musulmano, quello della Persia, e la massima parte della Russia ancora , e quelle ci //mostrarono\} insieme, che nel globo terracqueo esistono delle numerose popolazioni eccessivamente opulenti, le quali sanno possedere un incommensurabile paese inutilmente. Per poca erudizione che si abbia, chiunque dovrebbe ampliamente conoscere a quale grandezza inalzarono le scienze l'Africa un tempo, e il rinomato Egitto, in cui ebbero Culla un giorno le arti liberali, le scienze le pi? sublimi e le pi? utili cognizioni; ed in quale abbiezione all'opposto si videro entrambe quelle monarchie miseramente cadere da quando fu negletta da que' popoli l'educazione morale, e che la coltura dello spirito fu da essi posta in abbandono; ed a quale apice di gloria non fecero i lumi, e le scienziate cognizioni ascendere il territorio degli ateniesi, quantunque ristretto di estensione, e fausto di dovizie, e di tenuissima popolazione? Ma che pensare si dovr? di quella metropoli stupenda, della magnifica Roma? A chi dovette mai la Capitale dell'Italia quel grado eccelso a cui pervenne se non alla coltura dello spirito, alle instruttive Cognizioni, ed all'inerenza costante che i suoi stessi abitatori nutrivano per le scienze? Fu certamente in qualit? di uomini scienziati che i romani soggiogarono quasi tutte le monarchie della terra, formarono l'ammirazione de' loro stessi nemici, e giunsero non solo a contendere la gloria alle pi? cospicue, e formidabili nazioni, allora conosciute nella circonferenza del globo, ma di gran lunga a superarlo ancora, e dall'infelice momento in cui questa gran mole reggente ogni loro antico fasto, cominci? gradatamente a indebolirsi, e a deperire, fu in tale epoca lacrimevole che vinti da tutte le parti, i terribili vincitori del mondo, sobirono in qualit? d'ignoranti lo stesso giogo fatale de' popoli del Nord .

Ecco l'orribile quadro dell'ignoranza; ecco gl'infaustissimi effetti che necessariamente risultare ne debbono; or dopo un prospetto s? disgustoso, e s? lacrimevole, si oser? insistere ancora nel delirio condannabile di sostenere l'ignoranza come utile all'anima ragionevole, e come ovvia alla Religione?

Ben contraria, per altro, la destinazione dell'uomo colto questi conoscendo esattamente quanto v'ha di ammirabile nella natura, sa trarre profitto della sua propria Intellezione, in gloria del di lei autore supremo, ed in solido vantaggio de' suoi simili.

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