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Read Ebook: Progetto filosofico di una completa riforma del culto e dell'educazione politico-morale del popolo ebreo Tomo II by Fernando Aron

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Ebook has 317 lines and 68036 words, and 7 pages

Ben contraria, per altro, la destinazione dell'uomo colto questi conoscendo esattamente quanto v'ha di ammirabile nella natura, sa trarre profitto della sua propria Intellezione, in gloria del di lei autore supremo, ed in solido vantaggio de' suoi simili.

Da tutto ci? si pu? ragionevolmente conchiudere che l'ignoranza disonora la Religione, avvilisce i suoi pregj, e che la scienza la rende pi? venerabile, pi? sublime, e che per conseguenza la credulit? dell'ignorante non ha per base che la cecit? la pi? insana, e la pi? brutale, e che quella dell'uomo scienziato ? sostenuta dalla verit? la pi? integra, e nutrita dalla ragione.

Io qu? altro non faccio che passare celermente sopra tutte queste Scienze, attenendomi soltanto alle principali, le pi? generalmente conosciute, e praticate dagli uomini, tacendo le tante altre che gi? accessoriamente o direttamente possono tutte essere comprese nella Categoria di quelle medesime da noi gi? menzionate, siccome coloro che sono sufficientemente versati nelle medesime possono rilevarlo agevolmente in tutta l'estensione. Ho stimato, per altro, qu? prescindere dall'Eloquenza, la quale sebbene utile sia per se stessa, qualche volta necessaria, e sempre amena, ed istruttiva, non tanto essa non fu mai riconosciuta da' dotti come scienza, ma solo semplicemente come arte.

Qualunque male da cui sono gli uomini tormentati, e oppressi non trae, per l'ordinario, sorgente che dalla sola ignoranza; essa forma il terribile supplizio de' suoi fautori medesimi e quale mortifero Contagio infetta, e distrugge tutto ci? che ne comunica; quindi se un tale venefico malore noi possiamo giugnere ad aumentare dal Consorzio degli uomini, possiamo inoltre essere presso che garantiti di avere dissipato ancora ogni germe funesto del male morale; in certa guisa niente di meno del fisico pericoloso per il genere umano. L'ignoranza, come giudiziosamente lo rimarca il Sidney, non solo trascina le intere azioni entro il baratro de' vizj pi? degni di abominio, ma estingue del tutto in esse parimenti per sino qualunque sentimento di equit?, di umanit?, di onore: cosa ? quello mai che l'ignorante desidera coll'avidit? la pi? irrequieta? Che l'uomo diventando inferiore di se medesimo sia superstizioso, e assurdo: cosa ? mai ci? che il pi? esso teme? Si ? che l'uomo sviluppi il suo spirito, e illumini la propria sua ragione; di qui ? che i pi? ignoranti sono, senza contraddizione i pi? brutali ed i pi? spietati: chi si mostr? nelle guerre decorse il pi? tiranno, ed il pi? sanguinario di tutti i popoli? L'ignorante e il barbaro Portoghese; esso recideva trucemente il naso, e le orecchie egli sventurati prigionieri che aveano l'infortunio di cadere fra le loro mani; e quanti altri autentici esempi di medesimo valore non concorrerebbero a confermare queste verit?, se arrestare io non sentissi la mia penna dall'orrore nel riportarli!

Chi potrebbe calcolare, se non al certo, almeno al verosimile, il giusto numero di secoli consecutivi, durante i quali noi ci siamo straziati mostruosamente per contendere alla natura il suo incontestabile potere, ovvero per sostenere delle mistiche favole, e delle sacre chimere, che gl'insensati apologisti dell'ignoranza mettevano in campo ad ogni istante adombrate dall'orpello seducente di simulata religione? Questa pratica brutale non ? ancora interamente distrutta; essa ? soltanto indebolita; le traccie malefiche, pur troppo, rimangono tutta via intatte fra gli esseri umani, ed ? la sola truce maniera di eseguirla che ritrovasi unicamente cambiata.

Ma l'illusione finalmente cessa, e si svanisce quando pi? non ha la menzogna per suo Centrale punto di appoggio, n? la criminosa ignoranza per servirgli di rilievo; ed ? allora che l'esimia verit? sbalza, per cos? dire, agli occhi nostri in tutto il suo pi? fulgido splendore: potessimo almeno rimirare questo prodigio edificante a' nostri giorni!

La Riforma dell'educazione ? talmente relativa, ed accessoria alla Rigenerazione del Culto che proclamata quest'ultima con successo noi vedremo quella immediatamente risultarne

Riguardandole sotto un simile punto visuale, niente al certo ? pi? eccelso, pi? ammirabile, n? pi? adeguato a costituire la solida gloria, e la delizia dell'uomo quanto lo ? la religione alla chiara purit? da noi fin qu? ridotta, quanto lo sono le scienze, quelle meramente utili, e necessarie alla condizione degli enti ragionevoli ; ma da quanto questa progenie cominci? ad abbandonarsi ciecamente a' prestigi del fanatismo, dal momento fatale in cui si lasci? essa ferocemente predominare dall'ambizione, dall'errore; gli smarrimenti tennero le veci dell'una, le passioni degradanti formarono lo scopo essenziale dell'altro. Quale soggetto di sensibile stupore non avr? dovuto mai recare ad una mente illuminata di vedere le innumerabili pratiche informi, palliate sotto il nome illusorio di Religione, che dal troppo credulo Popolo d'Israel professavasi fino ad ora, e la mostruosa educazione che conferivasi, dopo tanti secoli, agli sventurati rampolli di questa Nazione? Quanto era essa mai opposta a quella che riceveva gi? questo medesimo popolo ne' tempi andati ! Quale orrore di osservare le turbe immense de' fautori dell'una sostenere a gran forza i loro mistici travviamenti e lo sciame spregevole de' partigiani dell'altra quali forsennati garrire contro chiunque opporre si volesse all'ignoranza loro a' corrotti ammaestramenti? Non ? appunto cos? che l'et? decrepita del mondo non differisce dall'infanzia di esso relativamente all'ebreo nato in certi climi, che per mezzo della superstizione, dell'ignoranza? Incongruenze s? enormi non sembrerebbero fatte espressamente per confondere gli spiriti, renderli alieni dall'edificante Religione, dalla proficua coltura delle scienze, piuttosto che ad alimentare ne' medesimi una vera tendenza verso di quella, ed una decisa propensione per questa ?

O uomini! o illusa progenie d'Israel! o miei fratelli! Scuotiamoci una volta per sempre da s? torpido letargo; quando mai c'indurremo finalmente ad abjurare quegli errori umilianti imbevuti nella prima educazione che tanto ci degrada? Quando arriveremo a distruggere ancora que' venefici elementi che l'ignoranza, e il fanatismo c'insinuarono un giorno, e che formeranno eternamente l'ostacolo funesto insuperabile a' felici progressi della nostra abbacinata ragione? Proclamiamo, per tanto la riforma universale de' Costumi con quel successo medesimo avventuroso con cui gi? quella opportunamente proclamammo della stravagante credenza de' tempi andati; usciamo dall'abisso dell'ignoranza di ci? che pi? dovremmo interessarci di conoscere, in cui gli ammalianti prestigj di una supposta Religione ci aveano immersi, e sgravati allora da que' Ceppi crudeli che ci tenevano avvinti, noi potremo fissare con successo un nuovo metodo di educazione morale, capace a distruggere quegli automati, che l'antico fatalmente produsse, ed ovvio, nel tempo stesso a rigenerare de' Cittadini illuminati degni del sovrano eccelso che gli governa, utili alla patria che vide nascerli, e ne' quali essa ripone onninamente la pi? solida sua felicit? .

Per altro, dissimulare non posso in alcun modo che le indagini che io mi sono proposto esigono, senza dubbio, una discussione analitica, e profonda, ed in faccia alla generalit? degli uomini ogni esame di tale natura mirasi riuscire per l'ordinario annojante oltremodo, e disgustoso: ma ? egli mai possibile di spargere degli ornati che dilettino sopra de' soggetti cotanto gravi, ed importanti? Comunque sia, io non iscrivo gi? per gli uomini di genio, pe' filosofi abituati al raziocinio, ed alle fatiche della mente; da questi non esigo che il loro Compatimento; io mi prefiggo soltanto d'illuminare l'idiota, l'uomo ignorante che incapace di profonda riflessione, si disgusta facilmente di ogni soggetto che la richiede, e pago esso resta unicamente di ci? che intende dagli altri, abituati al pari di esso a confondere la menzogna colla verit?, e ad ammettere alla rinfusa tutto ci? che si ebbe un interesse di fare con violenza entrare nelle loro teste ; e l'esperienza, che rare volte inganna, mi ha, pur troppo, infinite volte convinto ch'egli ? sopra tutto nel grembo dell'Israelismo che queste macchine umane sono il pi? agevolmente reperibili, pi? di ogni altro luogo partitamente in Italia.

Proseguiamo ancora: a che mai si ridurrebbe il Culto che prestato fosse all'onnipossente da una ragione imbevuta di que' tanti venefici principj che per reiterate volte riprovammo, allora quando ci emerse di parlare di coltura, di talenti, e di religione? A quali massime perniciose non abbiamo veduto noi soggiogato l'ebreo pi? di una volta, nelle pratiche stravaganti del suo Culto antico; quali venefici elementi noi lo vedemmo imbeversi ancora nella sua depravata educazione morale? Dal che pu? illativamente dedursi quale prossima analogia esista fra l'esercizio del vero Culto, e lo sviluppo della Ragione, di maniera che si comprende ad evidenza, come la riforma dell'una sia in ragione diretta della riforma dell'altro, ed ad un tempo ci fa con eguale chiarezza conoscere, che se la prima ? necessaria, urgentissima ? la seconda; e restiamo pure convinti senza difficolt? che non v'ha solo che l'uomo saggiamente educato il quale possa conoscere a perfezione l'esimio prezzo di una tersa, e consolante religione, siccome ? incontrovertibile ancora che questa senza l'educazione diventa una follia, ed una mostruosa infermit? dell'intelletto; per maggiormente comprovarlo anche una volta, io ne attesto la Religione che veggiamo praticare specialmente all'ebreo Italiano, al Polacco, all'orientale, pu? essere quella giammai pi? opposta al vero Culto che rendere dobbiamo al sommo autore dell'Esser nostro, pi? avversa allo spirito integro che dee essergli di guida? ? essa da mettersi a livello coll'eccelsa Religione professata da' Maimonidi, dagli Abravanel, da' Menasse Ben Israel, da' Mendelshon, e da molti altri, che formeranno l'ammirazione de' secoli avvenire, come lo furono dell'et? in cui vissero e che tanto poco si curano i recenti Israeliti d'imitare. Frema pure ogni anima profana nel mirare il solo filosofo depositario del puro inalterabile Culto che gli enti ragionevoli debbono prestare all'eterno creatore della ragione; io frattanto non cesser? di ripetere mille volte ancora che al solo filosofo appartiene superiormente di conoscere le divine perfezioni, e com'egli ? il solo a sentire la necessit?, ed il dovere di apprezzarle, di venerarle, cos? ? che ad esso, e non ad altri spetta l'alta benemerita ingerenza d'instruirne anche la specie, malgrado che da questa vedasi lanciare sovente per guiderdone delle fraterne sue Cure il dardo micidiale della reproba superstizione contro di esso . Il sano filosofo, per che dell'esistenza indelebile di un Dio intimamente convinto, e persuaso dell'urgente necessit? di dovergli rendere un culto semplice, veridico, e perfetto, invariabile nel suo credere, circospetta nell'osservare, e nell'ammettere sempre riserbato, e costante ; lungi dal fomentare la superstizione la detesta, ne misura l'abominio alla societ? de' suoi simili dimostrandola come ingiuriosa oltremodo alla Divinit? che adora, ed abbandonato a contemplare negli esseri creati la feconda inesauribile mano dell'onnipossente vivo conserva in se medesima ed inspira nell'animo degli altri l'amore, il rispetto, e la riconoscenza verso di esso, dove in massima consiste l'ingenuo e il vero Culto che gli si compete: ? desso quello che dall'ordine incommutabile con cui osserva dirigersi l'universo con tutti gli esseri che lo compongono, riconosce una sovrana Provvidenza che gli regola, egli sostiene siccome dall'armonia stupenda inalterabile degli astri, dall'ordine costante della reciproca loro ligagione dalla periodica rivoluzione de' giorni, delle notti, delle stagioni, degli anni; dalla mutua concatenazione delle cause cogli effetti, e di queste con quelle, dalla vegetazione delle piante, dall'organizzazione degli animali di ogni specie, dall'uniforme variet? de' differenti fenomeni della natura, che ad ogni istante ci si offrono allo sguardo, non pu? esso di tutto ci? non riconoscere l'opifice sommo, il Conservatore, l'arbitro padrone. Ripieno il filosofo a tali edificanti riflessi di stupore, e di ammirazione, rapito il fautore delle Scienze da un estasi quasi divina, dopo di avere in darno ricercato ovunque, fra tutti gli oggetti che lo circondano quella solida felicit? presso la quale esso anela, e niente ritrovando in questo profugo domicilio che possa rendere quanto ? duopo soddisfatte le sue brame, esso consacrasi onninamente all'adorazione di questo Opifice immenso che tutto regge, e dispone con imperscrutabile Consiglio, e formandosi esso, in fine, un sistema sacro, e infallibile di tutte queste incommutabili verit? eterne, lo stabilisce come per base inconcussa di quel Culto Divino che si prefigge di rendere con verit?, con sentimento, e con candore al Creatore supremo de' Cieli, e della terra .

Or se tali principj solidi, e inoppugnabili sono ad esuberanza efficaci per formare la pura edificante religione del filosofo, per che non potrebbero essi del pari essere idonei a costituire quella dell'intero popolo d'Israel? E quali pi? sani, pi? eccelsi, e pi? invariabili motivi di religione pu? alcuno idearsi mai, che debba credersi di questa pi? favorita, e pi? accetta dal Dio di verit?, utile a coloro che la professano con animo integro, ed oltremodo vantaggiosa alla societ? degli esseri umani? Ma d'altronde, con quale fondamento presumere di potere giugnere ad imprimere, con successo, una pratica di Culto s? Divino, e s? ammirevole, senza le debite preparazioni che possono direttamente condurvici, vale a dire, senza un profondo accurato studio della morale, e della scienza importantissima dell'educazione ?

E a chi mai affideremo noi con qualche lusinghiera speranza, un intrapresa s? ardua, e s? delicata, se non ? a quegl'individui, che arbitri del Cuore, della volont?, e delle azioni de' popoli seppero acquistare un ascendente tale sopra de' medesimi da farli risolvere, pensare, e forse ancora gestire a loro talento ? O ministri de' culti! O Rabbini dell'Israelismo! Dunque a voi soli, si unicamente a voi un ministero s? eccelso, e pi? di ogni altro importante dal popolo d'Israel restavi affidato; ma cominciare frattanto vi ? duopo dal rinunziare perpetuamente voi stessi i primi alle vostre chimere, alle vostre insulse querele; relegate per sempre nelle tenebrose regioni dell'obblio quelle mistiche allegorie, quelle bizzarre cerimonie, che se di qualche validit? sarebbero forse nella primitiva infanzia dell'ebraismo, oggi che questo ? ormai fatto adulto, convenire pi? non gli possono in verun modo; studiatevi di meritare debitamente il tuono, i diritti, e il grado che pretendete arrogarvi in faccia di esso, predicandogli le virt? realmente utili, e sociali, distruggendo gli abusi di questo Popolo, e riformando ad un tempo medesimo la sua educazione morale, e i suoi Costumi ed in vece di empiergli lo spirito di futili controversie, che ad altro non tendono che a vieppi? farlo smarrire dall'ameno sentiere della verit? , rendet gli apologisti del buon senso, ed i zelanti difensori della ragione; in tale commendevole foggia procedendo, voi sarete l'onore del vostro popolo, come lo furono gi? ne' tempi andati coloro che Rabbini essendo, e filosofi insieme, sapevano essere gli uni colle mire, lo spirito, ed i talenti degli altri, meritando ad un tempo i riguardi, e la considerazione di tutti i civilizzati popoli dell'universo.

I filosofi sono tutti concordi nell'asserire, che l'uomo ritrova sempre in se medesimo i mezzi pronti, ed efficaci per conoscere la verit?; ci? potrebbe essere anche vero, mentre quanto sarebbe mai deplorabile lo stato di un ente ragionevole, s'egli non avesse assolutamente qualche sicuro mezzo con cui separare la menzogna dalle verit? le pi? utili, e le pi? evidenti? I bruti sarebbero di esso molto pi? felici, poich? quelli almeno ritrovano nel loro naturale istinto delle risorse, che la stessa ragione non ha giammai fino ad ora somministrata agli uomini: ma quando questi mezzi sono paralizzati da noi, o che carpiti ci vengono dagli altri, come sperare di riuscirci in cos? ardua impresa? In vano potremo noi sperarlo, con fondamento fino a tanto che gli uomini suscettibili di pensiero, e capaci di ragione, invece di cercare di nuocersi mutuamente, a distruggersi l'un l'altro per difendere, o sostenere delle follie, non delibereranno d'accordo di riunire i loro sforzi per combattere l'errore, e per cercare la verit?, e sopra tutto, per annientare dalla terra i pregiudizj di cui tutti gli esseri umani soffrono il egual grado, e gli stessi accaniti fautori de' medesimi finiscono o tosto, o tardi, coll'essere le vittime, senza scampo.

Siccome la Religione che ha per base la purit? nelle sue massime, la semplicit? ne' suoi dogmi, e la chiarezza nelle sue induzioni, esente da quelle cerimonie abusive che ne adombrano i veri pregj, quale l'abbiamo noi radicalmente sistemata, forma il pi? solido conforto di coloro che la professano, cos? le scienze coltivate con metodo, e saggezza, sono di un pronto efficace soccorso all'anima umana per liberarla dalle truci catene de' suoi inveterati pregiudizj, e per sanarla da que' ridicoli micidiali terrori, che questi pregiudizj medesimi gl'inspirano a danno irreparabile della propria sua ragione.

Se non meno in Religione che in coltura di talenti, tutto ? pur troppo contraddittorio a' nostri tempi, quale meraviglia, se cotanto frequente mirasi fra noi prendere le pratiche le pi? ridicole, e le pi? assurde cerimonie per altrettanti dogmi sacri di religione, e se l'educazione della nostra giovent?, s? depravata, e stravagante, non ? ad altro capace che a farne degli esseri torpidi, e macchinali, senza speranza d'instruirli, e d'illuminarli sopra ci? che pi? importa loro di conoscere, di acquistare? Tale sar? mai sempre il destino infausto di quella, e l'esito infelice di questa, intanto che non faremo servire l'una di appoggio infallibile all'altra, ed entrambe promiscuamente regolate sopra un sistema del tutto differente da quello praticato da noi fino al presente.

In tanto che le nazioni non giugneranno a perfezionare la ragione umana, in darno si lusingheranno di rendere perfetti i loro sistemi religiosi, di megliorare le loro Leggi, e di ristabilire la loro politica. Infatti in un paese dove scarseggiano gli uomini distinti nelle scienze, e nelle Lettere, non vi pu? essere certamente n? gran politici, n? periti Capitani. D'altronde come persuadersi che un popolo il quale non sa l'arte di scrivere, n? quella di ragionare possa giammai stabilirsi ottime Leggi, e liberarsi, ad un tempo, dal giogo crudele di quella detestabile superstizione, che forma l'eterna ignominia de' secoli? L'esempio memorabile di tanti Legislatori filosofi, provano a sufficienza quanto i progressi della ragione possono contribuire alla felicit? pubblica delle nazioni.

Ecco le vere genuine cagioni dell'indolenza che gli uomini dimostrano generalmente tutte le volte che trattasi di rendere conto a se stessi de' motivi delle loro opinioni, specialmente tradizionali, essi restano paghi di seguitare il torrente comune. D'altronde, quando il pregiudizio ? sostenuto dalla forza, e diventa necessario agl'interessi di un Corpo potente, si rende assai pericoloso di combattere e pochi individui hanno il coraggio di reclamare contro le menzogne che tutto il mondo approva, e che l'autorit? sostiene con impegno. Inoltre l'errore quando ? abitualmente inveterato passa per verit?, e diventa, in mente di coloro che ci si abbandonano, tanto dilettevole com'essa. Noi tenghiamo a' nostri vizi, ed a' nostri pregiudizj; le virt?, e le opinioni che loro sono opposte, ci appariscono ridicole, o dispiacevoli: sono queste disposizioni inerenti alla specie umana, quali fanno che le nazioni s'identificano a poco a poco colle opinioni le pi? stravaganti, colle fale le pi? ridicole, e co' pi? assurdi sistemi.

Tale era l'inconseguente pensiere di Bolingbrock ma quest'Inglese era deista, ed il di lui sistema non potea dettargli de' principi differenti: noi per? che abbiamo la sorte di appartenere ad una credenza vera, infallibile, e divina facciamo servire la ragione di appoggio alla rivelazione, col mezzo della quale reputiamo un dovere di conoscere, obbedire, e adorare l'infinito autore della natura.

Alcuni si fecero bizzarramente ad opinare che tutto ci? che era al di sopra dell'umana percezione riuscendo di sua natura propriamente inintelligibile, dovea essere per tanto riguardato come inutile, o assurdo, e che per conseguenza l'ignoranza, o il disprezzo delle scienze che illuminano, sosterrebbe le veci del sapere. Quale insania!

Non ? gi? come lo pensano assurdamente alcuni che l'uomo diventi incredulo appena comincia esso a contrarre l'abitudine del raziocinio; egli tale non diventa che unicamente delle orride follie che il fanatismo aggiugne sovente alla sana Religione, che la rende contraria a tutti i principj del buon senso, e che porta un colorito di menzogna in fronte di tutte le nozioni che la teologia ci trasmette come sacre, ed essenziali. Quindi l'uomo illuminato rigetta soltanto quella credenza ributtante fabbricata dall'ignoranza, sostenuta dall'illusione, e propalata dalle chimere, per che riconosce sensibilmente che questa lungi dal rendere gli uomini pi? saggi, e pi? felici ? la sorgente inesauribile de' pi? gran disordini, e delle calamit? permanenti di cui l'umana specie ? afflitta; ed esso prende solo ad impugnare la difesa di quella Religione che ha per sua base la nuda verit?, per suo scopo la ragione, per sua guida la tolleranza; vi si attacca, e dichiarasene fautore, bene convinto intimamente essere questa l'unica edificante Religione accetta all'Essere Supremo, e capace di rendere al grado Sommo felice gli osservanti che vi si consacrano con un Cuore integro, con un animo scevro da pregiudizj, e con uno spirito suscettibile di lumi, di Coltura, e disinganno.

In fatti ? col chiarore dell'evidenza troppo ben riconosciuto, che gli uomini tanto ragionano meno, tanto pi? il loro Culto ? imperfetto, e pi? sono incapaci di virtuose azioni; gl'individui de' quali si compone la classe infima del popolo sono, per l'ordinario, i pi? stupidi religionarj non solo, ma sovente riuscire si mirano ancora i pi? perversi degli uomini, per che sono quelli che ragionano il meno.

La cieca sommissione che ovunque hanno mostrato presso che tutti i popoli della terra per i respettivi Ministri de' loro Culti, fu sempre mai il patrimonio di questo Ceto, il quale non lasci? in verun tempo sfuggire l'opportunit? di profittarne, onde acquistare sull'animo di quelli un ascendente assoluto fino a persuaderli non esistere per essi altra regola di Condotta, che quella che piaceva a' medesimi d'indicare loro. Certamente se questo loro ascendente avesse avuto per disegno di megliorare la condizione di coloro su' quali avevano essi diramato il loro aggravante dominio, il giogo che da quelli era imposto, sarebbe loro riuscito alquanto pi? soffribile; ma sotto pretesti d'instruire, e d'illuminare gli uomini, esso non si ? mai aggirato che a ritenerli propriamente nell'ignoranza, a togliere loro il desiderio di conoscere gli oggetti che gl'interessano il pi?, ad insinuare loro un avversione fin anche per la verit?, da quando essa non si accorda colle opinioni che questo ceto pretende di avvalorare fra i mortali. E pur troppo cos? che tutto concorre a rendere i popoli devoti, ma tutto si oppone altres? a ci? che essi sieno umani, ragionevoli, e virtuosi. Non si potr? egli mai fare accordare la religione co' lumi dello spirito, colla virt?, e col buon senso? Da voi soli o ministri di altari l'umana specie attende con la pi? avida impazienza questo bene.

Noi abbiamo gi? dimostrato altrove che gli ebrei non mancano di eruditi autori, e di ottimi instruttive produzioni dove potrebbero essi attignere, con successo, le pi? chiare nozioni di virt?, di coltura, e di buon senso; ma l'uso riprovabile sembra che abbia oggi fatalmente prevaluto a fare loro preferire le opere nelle quali le //insulse\ } questioni, le prolisse controversie occupano la pi? estesa parte, ed ? da queste che follemente pretendesi attignere que' sani principj di cui hanno essi tanto urgente bisogno; in vano ci lusingheremo noi di vedere consolidarsi una riforma durabile nell'educazione, e ne' Costumi del Popolo Ebreo, fino a tanto che coloro destinati a conferire l'una, e dimostrare la necessit? degli altri, adotteranno de' metodi tutt'affatto contrarj per pervenirvi.

Metodo indispensabile per sistemare solidamente le teorie sulle quali erigere si potrebbe un nuovo piano interessante di scientifica educazione universale.

Le indagini accurate da noi fatte fino al presente, relativamente all'educazione, non ebbero altro scopo che dimostrarci in chiari sensi, che di tutti i metodi di educazione morale praticati fino ad ora, il pi? inutile per l'uomo, e sovente ancora il pi? pericoloso per i fanciulli ebrei in particolare, dovette, senza dubbio essere quello che adottavasi nel conferirla in Italia dopo alcuni secoli. Noi rimarcammo, inoltre, come tutti i flagello dello spirito, sia dalla parte della religiosa superstizione di cui essi erano imbevuti, sia da quella di una depravata educazione ch'era loro insinuata, assalivano quegli sventurati innocenti fino dalla culla, per quindi riprodursi nelle scuole un giorno, e soggiogare la giovent? dopo di avere dannevolmente ingannata l'infanzia. ? ben tardi per fare gustare all'uomo i melliflui frutti dello spirito, da quando gli errori, e le debolezze, con cui si tenta di corromperlo, ne hanno gi? profondamente radicati vizj letali, e fattone pullulare i germogli funesti. L'uomo saggio, il viaggiatore istruito sdegnati da si detestabile abuso, rappresentandolo come un assassinio civile, fremevano entrambi di orrore al solo considerarne i malefici effetti; attualmente pi? essi non vi pensano senza deridersene, vedendo oggi gli assurdi passare in abituale consuetudine, ed io me ne dileggio con essi, bench? non senza qualche interno rincrescimento; io che nato nel seno di quella stessa religione, educato, e vissuto sempre fra i suoi abitatori, ebbi adito sovente di verificare, con positiva certezza i dati esposti, e di esperimentarne, in un tempo medesimo, in ogni parte i perniciosi effetti.

Ma io inerisco a giudicare niente di meno che l'antidoto a questo gran male non operer? facilmente e lascer? per lungo tempo le traccie della sua venefica infezione. I mali dello spirito saranno mai sempre i pi? lenti e i pi? difficili a guarire, specialmente se dessi trassero sorgente dagli usi e dalle massime palliate con viluppo seducente della Religione, e profondamente inveterate .

Questa ? una verit? che noi dobbiamo fare intendere sensibilmente agli ebrei italiani in particolare, i quali sebbene appariscano cotanto proclivi agli smarrimenti della ragione, per altro, confessare dobbiamo ch'essi non mancano di quella dose d'acume necessaria per distinguere i pregj, ed i vantaggi; noi dobbiamo ispirargliela ancora, per che i medesimi sono divenuti fino ad un certo punto amanti della novit?. Ma l'esecrabile pregiudizio, l'abitudine imperiosa, e intollerante, la cieca macchinale venerazione che si ha regolarmente da' medesimi per le opinioni ricevute: questi sono gli alberi funesti che l'Italiano in generale giugne difficilmente a sradicare e intanto che i germi pestilenziali di questi alberi non saranno a gran forza diffinitivamente svelti, i rampolli venefici ripulluleranno, e si mischieranno agli arboscelli che loro si far? con tante sostituiti .

Ecco dunque, in breve, quale dovr? essere lo scopo primario, ed essenziale che ora tento prefiggermi; ecco il solo punto centrale dove tutti i miei fraterni disegni hanno concorso lusingato dal buon esito degli altri omai fin qu? tentati; sebbene io non ignori quanto ogni proposizione di riforma tanto nel Culto quanto relativamente a' Costumi sia stata sempre mai riguardata dall'ebraismo generalmente in uno de' suoi medesimi individui come una temerit? punibile ad ogni riguardo ; io per?, senza bilanciare sull'intrinseco valore di simile contegno, non vi oppongo frattanto che una semplice osservazione morale, ed ? questa precisamente quella che allontanando dal suo spirito qualunque renitenza in contrario, mi ci fece risolutamente determinare; or se l'uomo dee la verit? unicamente alle sottili ricerche dell'uomo, che pu? esporla senza timore al chiaro giorno ; se la fondata cognizione di quella ? sempre utile al mondo; se chiunque interessato ad illuminare gli esseri che riconosce appartenere alla sua specie, ha diritto di proporre ci? ch'esso reputa potere essere di qualche utilit? per i medesimi ogni Cittadino dunque, amico de' suoi simili, ed illibato, per gli stessi imponenti motivi ha esso un diritto inappellabile di progettare alla medesima sua nazione della quale fa parte, tutto ci? ch'egli riconosce idoneo a potere contribuire alla di lei felicit? permanente, e universale .

Ma senza digredire di soverchio in altre prove, o argomenti, il nuovo metodo interessante d'Istruzione morale che noi passiamo a stabilire, senza ritardo, far? pi? sensibilmente conoscere l'integrit? delle filantropiche intenzioni, e la ferma solidit? de' miei principj ad un tempo medesimo, prevenendo per? non avere io rivolti i miei disegni alla parte di una coltura universale, o di una enciclopedica letteratura, n? credasi gi? che con tale metodo io aspiri a formare degl'individui Israeliti, o di tutti coloro, che al pari di essi ne hanno duopo estreme un consorzio di filosofi, o di genj versati in qualunque ramo di Letteratura; a me basta soltanto di potere somministrare con esso il mezzo pi? agevole onde accrescere il numero degli uomini saggi, utili alla patria, e illuminati, facendo loro conoscere ancora quanto le sublimi cognizioni riescano vantaggiose, e necessarie a tutta la specie umana a cui non mancano certamente abbondanti risorse in questa parte .

Entrando dunque nello sviluppo analitico del metodo in proposito, noi ne ridurremo la vera pratica alle ristrette classificazioni seguenti.

Prima; gionto sia il fanciullo all'et? di 4. anni si cominci ad iniziarlo nella cognizione de' caratteri epistolari, e delle cifre arabe, e de' numeri, facendosi compitare gli uni, e calcolare le altre, e nel tempo medesimo gli si far? contrarre l'abitudine di servirsi non meno quelli di queste; notando per? che da questa et? potrebbe cominciare a farsi luogo ancora lo studio della Religione, il quale si dovrebbe fare consistere da principio per i fanciulli ebrei nella spiegazione, e compitazione de' Caratteri ebraici punteggiati indi a quella di alcuni brevi preci quotidiane, affinch'esso possa mettersi a portata un giorno d'intenderne il valore, e di usarvi cos? maggiore cautela, ed attenzione quando le recita.

Da queste prime macchinali operazioni due solidi vantaggi risultare noi vedremo; l'uno sar? quello di fare applicare i fanciulli per varie ore consecutive del giorno accostumandogli, come per gradi, a sfuggire l'ozio, ed a conoscere, per isperienza, ci? che sia per se stesso metodo, assiduit? e disciplina; l'altro sar? poi quello di farci scuoprire per tempo le loro inclinazioni naturali nello sviluppo successivi delle idee che di una in altra lezione vederemo succedere in essi, onde poterli un giorno destinare a quel genere di vita a cui essi inclinano maggiormente.

Tutte queste elementari lezioni dovranno compirsi tutto al pi? nello spazio di un solo biennio.

Seconda; renduto che avremo il fanciullo, col mezzo di si fatte preparazioni, a sufficienza pratico di una nitida calligrafia, di un esatta aritmetica, ed intelligente di una parte dell'idioma ebraico, e del volgare gli si far? distribuire il suo tempo ora nella Spiegazione del Pentateuco, ed ora nell'esatta Cognizione della sua lingua patria, che dovr? essergli insegnata per principj; ? allora che bisogna fare a poco, a poco esercitare la sua memoria, in particolare sugli elementi della morale, i quali ridotti ad altrettanti precetti si avr? cura di farglieli ripetere s? di frequente, che infine gli restino indelebili nella memoria; lavoro che per felicemente riuscirci esiga per lo meno il completo intervallo di altri due anni.

Terza; qui avr? luogo la topografia del proprio paese che si dee supporre noto gi? per pratica agli alunni, e quella far? introduzione alla Geografia parziale, e generale; indi la medesima dar? accesso facile alle istruzioni della sfera, nel modo che questa incamminer? agli elementi della Geometria, la quale al parere di Loke, dee essere meccanica, e ridotta alle dimostrazioni solide, e materiali, e non gi? n? di soverchio astratte n? troppo poco contemplative; ? anche oltremodo necessario d'instruirlo nell'Istoria, cominciando da quella del proprio suo paese, poscia de' limitrofi, in seguito de' pi? lontani, e discendere finalmente alla storia universale del mondo conosciuto.

Quinta: l'ultima sar? questa delle classificazioni, sotto le quali abbiamo ridotta la pratica del nostro nuovo metodo di educazione }. Ora gi? pi? non si tratta di elementari principj, n? di superficiali rudimenti; lo studente pervenuto agli anni venti due di sua et?, corredato di tutte quelle amene, utili, ed interessanti cognizioni, apprese nelle tante varie Lezioni gradatamente decorse, gli uni sdegna come inutili, rigetta come spregevoli gli altri, e niente adatte ad occuparlo; aprirsi ei mira sotto il di lui passo il teatro incommensurabile dell'umana sapienza; ardito esso innoltravi allora lo sguardo indagatore, ed ampliamente ritrova di che inalzarsi sopra se stesso, e pascolare con profusione lo spirito, e il Cuore; le matematiche, l'astronomia, la fisica, la chimica; la storia naturale, l'etica razionale, purch? metodicamente coltivate, faranno dello studente uno scienziato egregio, un filosofo distinto, ed aggiugnendo a queste scienze le Instituzioni mediche, la notomia, la botanica, queste lo renderanno successivamente un perito medico teorico, ed un clinico perfetto; gli esercizi pratici, e regolari di una parte di queste scienze coll'ostetricia unite, ne faranno un abile chirurgo; inclinando esso poi alla Giurisprudenza, gli s'insegner? il diritto Civile, e canonico, le pandette, l'arte notarile, ed una breve teorica, e pratica criminale, il tutto sul piede, e sulla formula del Codice, e delle Leggi patrie. La diplomatica, e l'economia pubblica finalmente, lo formeranno un esimio ministro di stato, un accorto, sottile, ed ottimo Governante di Citt?, o di Provincia.

Il vasto metodo da noi fin qu? delineato non ha per iscopo che //schiarirci\} delle idee troppo generali, ed assai profonde sul sistema regolare da tenersi periodicamente co' fanciulli dalla prima loro infanzia fino allo stato virile in cui essi dovranno stimolati, dal proprio loro intimo declivio, eleggersi diffinitivamente una professione, o religiosa, o civile, o politica, o militare: ma questo metodo, per altro, quantunque sufficientemente vantaggioso per se stesso, ha duopo frattanto di un regolamento determinato, non meno per quanto concerne la distribuzione delle materie didascaliche, le quali debbono costituire le ingerenze analoghe spettanti ad ogni Professione, che per tutto ci? che riguarda la solida Instituzione delle scuole, i fondi necessarj, ed intangibili, per conservarle, e la congrua esatta disciplina per dirigerle, ed ordinarle.

Ecco propriamente ci? che pi? di ogni altr'oggetto si richiede ora necessario per giugnere felicemente al propostoci disegno, qual ? quello d'imprimere nelle menti de' fanciulli ebrei, per quanto ? in poter nostro, de' principj sistematici di radicata Coltura, e di scelta morale, a scapito de' moltiplici funesti pregiudizj che hanno tentato sempre, e ovunque di allontanarveli.

A detto de' moralisti i mali dello spirito riescono tante volte per l'uomo assai pi? molesti delle malattie fisiche medesime, le quali sovente altro non sono che l'immediata conseguenza di quelli: quindi ? per ci? chiaramente provato che la nostra infelicit? nasce da' primi pi? che da queste; massime quando la Religione v'ha qualche influenza: noi non istiamo quasi mai con noi medesimi, non esistiamo presso che mai nel momento pressante. L'immaginazione ci tiene assiduamente sempre occupati fuori di noi, nel passato, o nell'avvenire: ecco infatti la positiva origine de' nostri mali morali; ed il pi? efficace rimedio che i filosofi vi assegnano si ? di richiamare l'animo travviato dall'immaginazione alla sensazione fisica degli affetti. In tal guisa l'abbacinata fantasia dell'uomo ritrover? essa pure un antidoto possente contro i malefici prestigj di una supposta Religione.

Il lungo spazio di venti anni completi di ammaestramenti scientifici, e letterari esercitati da me nelle pi? ragguardevoli citt? dell'Italia, mi hanno renduta questa verit? come troppo espressamente dimostrata. Tutte le mie pi? accurate diligenze usate assiduamente per il progresso de' giovani di cui la prima educazione fu la pi? negligentata, mi riuscirono sempre inutili, e del pari sarebbero esse riuscite inconcludenti se quelli avessero avuti anche per istitutori gli stessi Quintiliano, Dalembert, Fenelon, o Condillac; gli enormi difetti che l'ignoranza crassa de' primi loro maestri, e l'apatia riprovabile de' propri loro genitori hanno fatto ad essi miseramente contrarre, riprodurre si vedrebbero incessantemente in mezzo delle salutari lezioni di questi celebri precettori nella guisa medesima che io vedea riprodursi fatalmente ad ogni istante nelle mie, senza rimedio di reprimerli, n? di allontanarli.

Tutti coloro che hanno tentato di riformare il Culto ed i Costumi degli ebrei si sono in ogni tempo attirati l'odio, e l'anatema di questi senza speranza di riconciliazione, e finirono in ultima col desistere da un impresa, che riconoscevano del tutto inutile, e di un esito infelice, e restarne interamente segregati, come avvenne appunto alla setta de' Caraiti, allo Spinosa, ed a vari altri.

Infatti qual dono funesto per l'essere umano sarebbe mai la verit?, s'essa non fosse sempre buona a dirsi? Quale appannaggio superfluo riuscirebbe la ragione, se questa fosse fatta per essere cattivata, o subordinata, e non sarebbe un degradare enormemente la specie umana, volendo sostenere s? ripugnanti, e s? assurdi principj? Credere che v'ha delle verit? ch'? meglio lasciare eternamente sepolte nel seno della natura, che produrle al chiaro giorno, ? lo stesso che favoreggiare l'errore, la barbarie, e l'ignoranza.

Il pi? leggiadro, ed il primo Drammatico dell'Italia disse con sublime ingegno

Quindi si pu? con qualche probabilit? fondatamente dedurre che l'ineguaglianza di spirito, che sovente sembra di rimarcare nella varia specie degli uomini, non dipenda d'altra parte se non che o dal Governo pi? o meno saggio, e illuminato al quale sono sommessi, o dal clima che respirano, o dal secolo pi? o meno colto in cui nascono, o dall'istruttiva educazione ottima, o perniciosa che loro viene somministrata, o dalla brama pi?, o meno intensa che hanno essi di distinguersi nella societ?, o dalle idee pi?, o meno vaste, e feconde delle quali formano i medesimi l'oggetto principale di ogni loro studio, ed il primo luogo delle loro pi? assidue meditazioni. Tali sono le cause che si possono assegnare alla diversit? de' progressi dell'uomo.

Recher? forse ad alcuni stupore, come pervenuti alla terza classe, io non abbia fatto ancora menzione di sorte alcuna dello studio, e dell'applicazione della lingua } latina, dopo di avere insinuato quello delle lingue dotte. Questo silenzio non dee gi? ripetersi per che io consideri tale applicazione come inutile, o indifferente; ma per che io la riguardo avanti l'indicata et? presso che del tutto sterile, inconseguente, e per lo pi? di un incerto successo, massime col metodo lunghissimo, e tormentoso, che a scapito della giovent? si tiene attualmente per insegnarle nelle scuole dell'Italia; a quale disegno di fare stancare miseramente un debile fanciullo i //tre o quattro\ } migliori anni della sua et? verdeggiante sullo studio di due Lingue, che non giugne in verun tempo a possedere a perfezione sia per che mancagli l'esercizio per poterle familiarmente coltivare nel Commercio della societ?, sia per l'indole della costruzione delle medesime } s? vasta, e s? complicata che adattabile non ? a verun altra? Questa penosa applicazione noi abbiamo //dunque stimato\ } opportuno riserbarla all'et? dell'adolescenza, come la pi? capace a ritenere, e la meno sensibile a soffrire.

Se le determinazioni alle quali appigliasi, per l'ordinario, un fanciullo dipendono talvolta dal proprio genio, e da quel recondito declivio che in esso infonde la natura, quelle procedono frequentemente dall'arbitraria volont? de' propri genitori che prescrivono fortuitamente i destini de' loro figli, avanti ch'essi manifestino veruna specie d'inclinazione. Quindi ? che noi veggiamo si sovente nella carriera dell'uomo tante professione male esercitate, innumerabili talenti soffocati, o resi inutili, tante braccia che sarebbero per molte parti proficue oltre modo alla societ? ridotte inerti; in somma un affluenza incalcolabile di malcontenti, o sventurati, per avere, come si disse equivocata, o male intesa la vocazione della natura. Qualche volta n'? cagione la sordida avarizia de' respettivi genitori, e sovente dall'ambizione, o dal fanatismo de' medesimi un inconveniente s? pernicioso giustamente si ripete.

Seguito del medesimo Soggetto: Vantaggi della pubblica educazione sulla particolare: Regolamento generale per la fondazione di un nuovo Instituto elementare per i fanciulli Israeliti

Dopo tutto ci? che tante celebri penne hanno dottamente dissertato sulla preferenza notabile di una pubblica educazione morale a qualunque domestica Instituzione particolare, cosa mai aggiugnere io potrei per farne risentire i moltiplici evidenti vantaggi, per dimostrarne l'importanza di gran lunga preponderante che ha quella, per ogni riguardo sopra questa? uno de' pi? rimarcabili vantaggi che si pu? ritrarre dalla prima si ?, senza dubbio, quell'intensa emulazione ch'essa misura; il pi? sicuro mezzo di alimentare l'amore de' talenti, e della virt?, comparando il fanciullo gli uni, e le altre con quelle ch'esso per esperienza riconosce allignare ne' suoi propri condiscepoli ; mezzo che assolutamente gli verrebbe a mancare nella seconda infatti come prenderebb'egli fra i vezzi di una madre, la condiscendenza di un padre, i riguardi di un precettore, la sommissiome de' domestici, un risoluto gusto per la fatica, e per il metodo ne' suoi studj; come ritrovarvi quello stimolo possente che scuote le anime, e le svelle alla loro naturale inerzia, che forma gli uomini eroi, ed i sapienti; in una parola, come mai l'emulazione si farebb'ella sentire nel Cuore di un fanciullo, il quale non ha nella Casa paterna n? un rivale a superare n? un concorrente a temere? Un proposito stesso non solo pu? tenergli sullo studio delle scienze in generale; ma esso dee inoltre applicarsi all'Esercizio parimenti delle arti: infatti, in quale languore brutale non ricadrebbero esse mai, privandole di ci? che potrebbe farle solo esaltare nella societ?; cosa diverebbe mai ogni talento, ogni sforzo, ed ogni zelo umano, senza l'efficace incoraggiamento dell'emulazione? L'Intelligenza, e l'industria retrograderebbero a passo di gigante verso la culla de' loro grossolani saggi primitivi, e quanti altri inconvenienti non se ne risulterebbero ancora ? Dove rivolgere mai lo stato si potrebbe per ritrovare Ingegneri esatti, accorti militari, nautici esperti de' quali ha esso s? estremo bisogno per mantenere il suo decoro, per suo sostegno, e sua difesa, se gli studi necessari a questi utili soggetti fossero stati fatti sotto gli occhi de' propri genitori, testa a testa con un solo Professore domiciliario, ed anche molti? Non avvi che il penetrante esempio altrui che lanci, per cos? dire, gli alunni nel sentiere delle scienze, e delle pi? elevate cognizioni, che faccia loro superare qualunque ostacolo che vi si opponga, e gl'incammini a gran passi verso la gloria: non abbiamo che gettare uno sguardo sulle scuole pubbliche nelle quali s'insegna le cognizioni utili, e necessarie al servizio della patria per restare ampliamente convinti non esservi alcuna cosa da potervi surrogare in vece dell'emulazione che vi regna, onde riportarne sicuramente identici successi con eguale celerit? .

Un altro vantaggio, non meno certo che salutare del primo si ? l'intelligenza de' Professori, la quale difficilmente si spiegherebbe in tutta la sua energia, e vastit? esternandosi ad un solo scolare sotto il tetto paterno nella breve lezione di un ora per giorno fossero anche due.

L'ultimo, che vale forse per tutti si ? l'urbanit? che vi s'impegna, il metodo che vi si tiene, la fermezza che vi si conserva, ed altri simili requisiti, che la domestica educazione potrebbe raramente garantire, almeno per lungo tempo, e ci? per due efficaci motivi; il primo per che l'Istruzione domestica, come lo pensa Elvezio, non inspira mai un deciso coraggio; infatti i genitori solo interessati pi? del fisico che del morale del fanciullo temono di stancarlo coll'applicazione sedentaria, e non si occupano che della conservazione meramente del di lui Corpo con detrimento del suo spirito, ed a spese de' suoi studj; e ci? che v'ha qui di peggio si ? ch'essi defferiscono a tutti i suoi puerili capricci, dando a questa vile compiacenza il falso titolo di amore paterno; il secondo, per che n? i metodi regolari in proposito di studio, e di coltura si possono giammai tenere privatamente atteso il tempo, e la diligenza che si richiede nel comunicarli, n? la politezza de' Costumi verr? insinuata giammai completamente a' fanciulli nella stessa loro abitazione, e alla presenza de' loro propri genitori .

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