Read Ebook: I tre moschettieri vol. I by Dumas Alexandre Orvieto Angiolo Translator
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Ebook has 1896 lines and 61676 words, and 38 pages
Translator: Angiolo Orvieto
I TRE MOSCHETTIERI
Alessandro Dumas
VERSIONE DI ANGIOLO ORVIETO.
Napoli, GIOSU? RONDINELLA EDITORE Strada Trinit? Maggiore n? 27 1853
TIPOGRAFIA DI G. PALMA
I TRE REGALI DEL SIGNOR D'ARTAGNAN PADRE
In quei tempi i timori panici erano frequenti, e pochi erano quei giorni che passavansi senza che una citt? o l'altra non registrasse nei suoi archivj qualche avvenimento di questo genere. Vi erano i signori che guerreggiavano fra di loro; v'era il re che faceva la guerra al suo ministro; vi era la Spagna che faceva la guerra al re. Quindi, oltre a queste guerre sorde o pubbliche, secrete o patenti vi erano ancora i ladri, i mendicanti, gli ugonotti, i lupi ed i lacch? che facevano la guerra a tutti, spesso contro i signori e gli ugonotti, qualche volta contro il re, ma mai contro il ministro e lo spagnuolo. Ne result? dunque da questa presa abitudine, che nel suddetto luned? del mese d'aprile 1625, i borghigiani sentendo il rumore, e non vedendo n? la banderuola gialla e rossa, n? la livrea del duca di Richelieu si precipitarono dalla parte dell'albergo del Franc-Meunier.
L? giunto, ciascuno pot? vedere e riconoscere la causa di questo rumore.
Un giovane... tracciamo il suo ritratto con un colpo di penna: figuratevi Don Chisciotte di diciotto anni, Don Chisciotte senza giubba, senza usbergo e senza corazza; Don Chisciotte rivestito con un sajo di lana, il di cui colore blu si era trasformato in un miscuglio incomprensibile di fondo di vino e di azzurro celeste. Il viso era lungo e scuro; gli zigomi delle guance sporgenti, segno d'astuzia; i muscoli mascellari enormemente sviluppati; contrassegno infallibile dal quale si riconosce il Guascone anche senza il berretto, ed il nostro giovane portava un berretto ornato con una specie di piuma. L'occhio aperto e intelligente, il naso rivolto, ma disegnato con precisione; troppo grande per essere un fanciullo, troppo piccolo per essere un uomo, e che un occhio un poco esercitato avrebbe preso per il figlio di un affittajuolo in viaggio se non avesse avuto una lunga spada, che appesa ad un pendaglio di pelle, batteva nelle polpe del suo proprietario quando egli era in piedi, e sul pelo arricciato della sua cavalcatura quando era a cavallo.
Poich? il nostro giovane aveva una cavalcatura, e questa cavalcatura era anzi cos? rimarchevole che venne rimarcata di fatto; era un ronzino di B?arn, della et? di dodici in quattordici anni, colla pelle gialla, senza crini alla coda, ma non senza vesciconi alle gambe, e che sebbene camminasse con la testa pi? bassa dei ginocchi, cosa che rendeva inutile l'applicazione della martingala, faceva ancora le sue otto leghe il giorno con tutto il comodo suo. Disgraziatamente le nascoste qualit? di questo cavallo, erano cos? bene nascoste sotto il suo strano pelo e sotto la sua incongrua camminata, che in un tempo in cui gli uomini si distinguevano dai cavalli, l'apparizione del suddetto ronzino a M?ung, ove era entrato da circa un quarto d'ora per la porta del Beaugency, produsse una sensazione il di cui disfavore giunse fino al suo cavaliere.
E questa sensazione era riuscita tanto pi? penosa al giovane d'Artagnan che egli non si nascondeva la parte ridicola che gli procurava una simile cavalcatura, per quanto fosse buon cavaliere. Fu per questo che egli aveva sospirato molto quando accett? il dono che a lui ne fece il sig. d'Artagnan padre; egli non ignorava che questa bestia valeva almeno venti lire. ? vero per? che le parole con cui fu accompagnato il dono non avevano prezzo.
Dopo le quali parole il signor d'Artagnan padre cinse a suo figlio la sua propria spada, lo baci? teneramente sopra ambedue le guance e gli dette la sua benedizione.
Nel sortire dalla camera paterna, il giovane trov? sua madre che lo aspettava colla famosa ricetta di cui, pe' consigli che abbiamo test? riportati, doveva necessariamente avere spesso necessit? d'impiegarla. Gli addii furono da questa parte pi? lunghi e pi? teneri di quello che lo erano stati dall'altra parte, non gi? perch? il signor d'Artagnan non amasse suo figlio, che era la sola sua progenitura, ma il sig. d'Artagnan era un uomo, e avrebbe considerato come indegno di un uomo il lasciarsi trasportare dalla sua emozione, nel mentre che la signora d'Artagnan era donna, e di pi? era madre. Ella pianse abbondantemente, e, diciamolo a lode del signor d'Artagnan figlio, per quanti sforzi facesse onde restar saldo come doveva esserlo un futuro moschettiere, la natura la vinse, e fu sforzato a versare lagrime, di cui egli giunse con grande stento a nasconderne la met?.
Nello stesso giorno il giovine si mise in viaggio, munito dei tre regali paterni che si componevano, come dicemmo, di quindici scudi, del cavallo e della lettera per il sig. de Tr?ville come si creder? bene, i consigli erano stati dati per un di pi? al disopra del mercato.
Ci? non ostante d'Artagnan volle sulle prime rendersi conto della fisonomia dell'impertinente che si burlava di lui. Fiss? il suo sguardo orgoglioso sullo straniero; e riconobbe un uomo dai quaranta ai quarantacinque anni, con gli occhi neri e penetranti, un colorito scurito, un naso fortemente accentato, e un pajo di baffi neri tagliati a perfezione: egli era vestito di un sajo e di un giacco da caccia violetto colle rivolte dello stesso colore, senz'altro ornamento che le aperture ordinarie dalle quali usciva la camicia. Questo giaco e questo sajo, quantunque nuovi, sembravano spiegazzati come gli abiti di viaggio tenuti lungamente chiusi nel porta-mantello. D'Artagnan fece tutte queste osservazioni colla rapidit? dell'osservatore il pi? scrupoloso, e senza dubbio per un sentimento istintivo che gli diceva, che questo sconosciuto doveva avere una grande influenza sulla sua vita avvenire.
Ora, siccome al momento in cui d'Artagnan fissava lo sguardo sul gentiluomo dal sajo violetto, il gentiluomo faceva sul ronzino bearnese una delle sue pi? sapienti e profonde dimostrazioni, i suoi uditori scoppiarono in una risata, ed egli stesso, contro la sua abitudine, lasci? visibilmente errare, se si pu? dir cos?, un pallido sorriso sulle sue labbra. Questa volta non vi era pi? alcun dubbio: d'Artagnan era realmente insultato. Cos?, pieno di questa convinzione, si calc? il berretto sugli occhi, e, cercando di copiare qualcuna di quelle posizioni di corte che aveva osservate in Guascogna presso dei signori viaggiatori, egli si avanz? con una mano sulla guardia della spada, e coll'altra appoggiata sul fianco. Disgraziatamente, a misura che egli si avanzava, la collera lo accecava sempre pi?, e in luogo del discorso degno e sostenuto che aveva preparato per formulare la sua provoca, egli non trov? pi? all'estremit? della sua lingua che una grossolana personalit?, che fu da lui accompagnata con un gesto furioso.
-- Che! signore, grid? egli, signore! che vi nascondete dietro lo sportello? s?, voi, ditemi dunque un poco di che cosa ridete, e noi rideremo assieme!
Il gentiluomo ricondusse lentamente gli occhi dal cavallo al cavaliere, come se fosse abbisognato qualche tempo per capire che cos? strane parole erano a lui indirizzate; quindi, allorch? non pot? pi? averne alcun dubbio, i suoi sopraccigli si aggrottavano leggermente, dopo una sufficiente pausa, con un accento d'ironia e d'insolenza impossibili a descrivere, egli rispose a d'Artagnan.
-- Io non parlo con voi, signore.
-- Ma parlo ben io con voi, grid? il giovane esasperato da questo miscuglio d'insolenza e di buone maniere, di convenienza e di disprezzo.
Lo sconosciuto lo guard? ancora un istante col suo leggero sorriso; e, ritirandosi dalla finestra, sort? lentamente dall'osteria per venirsi a piantare in faccia al cavallo, alla distanza di due passi da d'Artagnan. Il suo portamento tranquillo, e la sua fisonomia scherzosa avevano raddoppiato l'ilarit? di coloro coi quali parlava, e che erano rimasti alla finestra.
D'Artagnan, vedendolo arrivare cav? pi? di un piede della sua spada fuori del fodero.
-- Questo cavallo ? decisamente, o piuttosto ? stato nella sua giovent? pomellato in oro, riprese lo sconosciuto, continuando le investigazioni incominciate e indirizzandosi a' suoi uditori della finestra, senza sembrare di fare alcuna attenzione alla esasperazione di d'Artagnan, che pure frapponevasi fra lui ed essi. Questo ? un colore conosciuto in botanica, ma fino adesso molto raro nei cavalli.
-- V'ha tale che ride del cavallo che non oserebbe ridere del padrone! grid? l'emulo furioso di de Tr?ville.
-- Io non rido spesso, signore, riprese lo sconosciuto, come voi potete persuadervene da voi stesso dall'aspetto del mio viso; ma io voglio conservare il privilegio di poter ridere quando mi piace.
-- Ed io grid? d'Artagnan, io non voglio che si rida quanto mi dispiace.
-- Davvero, signore? continu? lo sconosciuto pi? calmo che mai. Ebbene! ? perfettamente giusto.
E girando su' suoi calcagni si disponeva a rientrare nell'osteria per la gran porta, sotto la quale d'Artagnan nel giungere aveva rimarcato un cavallo gi? insellato.
Ma d'Artagnan non era di tal carattere da lasciare in tal modo un uomo che aveva avuta l'insolenza di burlarsi di lui. Cav? interamente la sua spada dal fodero, e si mise a perseguirlo gridando:
-- Voltatevi, voltatevi dunque signor motteggiatore, che io non abbia a battervi per di dietro!
-- Batter me! disse l'altro girando sui talloni e guardando il giovane con tanta meraviglia quanto era il disprezzo. Andiamo dunque, mio caro, voi siete un pazzo!
Quindi a mezza voce, e come se avesse parlato a se stesso.
-- ? cosa dispiacente, continu? egli, bella recluta per Sua Maest?, che cerca da tutte le parti dei bravi per completare i suoi moschettieri!
Terminava appena, che d'Artagnan gli stendeva un cos? furioso colpo di punta, che, s'egli non avesse fatto prestamente uno sbalzo in addietro, ? probabile che avrebbe scherzato per l'ultima volta. Lo sconosciuto vide allora che la cosa oltrepassava lo scherzo, cav? la sua spada, salut? il suo avversario, e si mise gravemente in guardia. Ma nello stesso tempo i suoi due uditori, accompagnati dall'oste, piombarono sopra d'Artagnan con gran colpi di bastone, di paletta e di molle. Ci? fece una diversione cos? rapida e cos? completa all'attacco, che l'avversario di d'Artagnan, nel mentre che questi si voltava per far fronte a quella grandine di colpi, rimetteva nel fodero la sua spada colla massima precisione, e, da attore, ritornava spettatore del combattimento, parte di cui si disimpegnava colla consueta sua impassibilit?, mentre ci? non ostante brontolava:
-- Venga la peste a questi Guasconi! rimettetelo sul suo cavallo color d'arancio, e ch'egli se ne vada.
-- Non prima di averti ucciso! grid? d'Artagnan, mentre faceva fronte il meglio che poteva, senza rinculare di un passo, ai suoi tre nemici, che lo maltrattavano di colpi.
-- Ancora un'altra Guasconata! mormor? il gentiluomo. Sull'onor mio, questi Guasconi sono incorreggibili. Continuate dunque la danza, poich? egli vuole assolutamente ballare. Quando sar? stanco, egli dir? che ne ha abbastanza.
Ma lo sconosciuto non sapeva ancora con qual genere di testardo aveva a che fare: d'Artagnan non era l'uomo da domandare mai grazia. Il combattimento continu? dunque ancora qualche secondo: finalmente, d'Artagnan spossato lasci? sfuggirsi la spada, che un colpo di bastone aveva troncata in due pezzi. Un altro gli colp? la fronte, e lo rovesci? quasi nello stesso tempo tutto insanguinato, e quasi svenuto.
Fu in questo momento che da tutte le parti si accorse al luogo della scena. L'oste, temendo uno scandalo, trasport? coll'ajuto del suo servitore il ferito in cucina, ove gli furono usate alcune cure.
In quanto al gentiluomo, egli era ritornato a prendere il suo posto alla finestra, e guardava con una certa impazienza tutta quella folla, che sembrava destargli una contrariet? nel rimanere in quel luogo.
-- Ebbene come va quell'arrabbiato? riprese egli voltandosi al rumore che fece la porta nell'aprirsi, indirizzandosi all'oste che veniva ad informarsi della sua salute.
-- ? sana e salva vostra Eccellenza? domand? l'oste.
-- S?, perfettamente sano e salvo, mio caro oste, e sono io che vi domando come va quel giovane.
-- Va meglio, disse l'oste, egli ? del tutto svenuto.
-- Davvero? fece il gentiluomo.
-- Ma prima di svenirsi, egli ha radunate tutte le sue forze per chiamarvi, e per sfidarvi chiamandovi.
-- Ma dunque ? il diavolo in persona, questo malandrino! grid? lo sconosciuto.
-- Oh! no, Eccellenza; non ? il diavolo, riprese l'oste con una smorfia di disprezzo, perch? durante il suo svenimento noi lo abbiamo perquisito, e nel suo fagottino non ha che una camicia, e nella sua borsa non ha che undici scudi, cosa per? che non gli ha impedito dire mentre cadeva in svenimento, che se una simile cosa fosse accaduta a Parigi voi ve ne sareste pentito sull'atto, nel mentre che qui voi non ve ne pentirete che pi? tardi.
-- Allora, disse freddamente lo sconosciuto, ? qualche principe del sangue travestito.
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