Read Ebook: I tre moschettieri vol. III by Dumas Alexandre Orvieto Angiolo Translator
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Ebook has 2013 lines and 49663 words, and 41 pages
-- S?, caro Porthos. Voi avete bisogno primieramente...
-- Di un cavallo.
-- S?, un cavallo. Ebbene! io ho precisamente ci? che vi conviene.
-- Ah! disse Porthos raggiante, ecco dunque che va bene in quanto al mio cavallo; in seguito mi abbisogna il cavallo del mio lacch? e la mia valigia. Perci? che riguarda le mie armi, non fa d'uopo che ve ne occupiate, io le ho.
-- Un cavallo per il vostro lacch?? riprese esitando la signora procuratrice, ma questa ? una cosa da gran signore, amico mio.
-- E che! signora, disse con orgoglio Porthos, sono io forse per caso un pezzente?
-- No. Io vi dicea soltanto che un bel muletto aveva qualche volta un cos? bell'aspetto quanto un cavallo, e che mi sembra che procurando un bel muletto per il vostro Mousqueton...
-- Vada per il bel muletto, disse Porthos, voi avete ragione, ho veduto dei grandissimi signori spagnuoli che avevano tutto il loro seguito sui muli. Ma allora voi capirete, signora Coquenard, che vi abbisogna un mulo col pennacchio ed i sonagliuoli.
-- Siate tranquillo, rispose la procuratrice.
-- Resta ora la valigia, riprese Porthos.
-- Oh! che questo non v'inquieti, grid? la signora Coquenard, mio marito ha cinque o sei valigie, voi sceglierete la migliore; egli ne ha particolarmente una, che prediligeva nei suoi viaggi, e che ? grande da contenere il mondo.
-- ? dunque vuota la vostra valigia? domand? Porthos.
-- Sicuramente, ella ? vuota, rispose la procuratrice.
-- Ah! ma la valigia di cui ho bisogno, disse Porthos, ? una valigia ben guarnita, mia cara.
La signora Coquenard emise dei nuovi sospiri. Moli?re non aveva ancora scritto la sua scena dell'avaro. La signora Coquenard ha dunque la primazia sull'Arpagone.
Del resto dell'equipaggio fu dibattuto successivamente nello stesso modo, e il risultato della scena fu che la procuratrice avrebbe domandato a suo marito un imprestito di ottocento lire in contante, e somministrerebbe il cavallo ed il mulo che avrebbe avuto lo onore di portare alla gloria Porthos e Mousqueton.
Stabilite queste condizioni, e stipulati gl'interessi, come pure l'epoca del rimborso, Porthos prese congedo dalla signora Coquenard, rientr? in casa sua con molta fame, e di cattivissimo umore.
LA PADRONA E LA CAMERIERA.
Frattanto, come lo abbiamo detto, ad onta delle grida della sua coscienza, ad onta dei saggi consigli di Athos, e la tenera rimembranza della signora Bonacieux, d'Artagnan divenne d'ora in ora pi? innamorato di milady; per questo non manc?, tutti i giorni, di andare a far una corte, alla quale l'avventuroso Guascone si era convinto ch'ella non poteva a meno di presto o tardi corrispondere.
Una sera che egli giungeva a naso alzato, leggero come un uomo che aspetta una pioggia d'oro, incontr? la cameriera sulla porta di casa; ma questa volta la bella Ketty non si content? punto di sorridergli di passaggio, lo prese dolcemente per la mano.
-- Buono! fece d'Artagnan, ella ? incaricata di qualche messaggio per me, per parte della sua padrona; ella mi dar? un qualche appuntamento, che non si ha avuto il coraggio di darmi a voce.
E guard? la bella giovinetta coll'aria la pi? trionfante che avesse potuto assumere.
-- Vorrei dirvi due parole, signor cavaliere, balbett? la cameriera.
-- Parla, figlia mia; parla, disse d'Artagnan, io ascolto.
-- Qui ? impossibile; ci? che debbo dirvi ? troppo lungo, e soprattutto troppo segreto.
-- Ebbene! ma, come fare allora?
-- Se il signor cavaliere volesse seguirmi..., disse timidamente Ketty.
-- Dove vorrai, mia bella fanciulla.
-- Allora venite.
E Ketty, che non aveva lasciata la mano di d'Artagnan, lo condusse per una piccola scala oscura e tortuosa, e dopo avergli fatto salire una quindicina di scalini, apr? una porta.
-- Entrate, sig. cavaliere, qui saremo soli, e potremo parlare.
-- E di chi ? adunque questa camera, mia bella fanciulla? domand? d'Artagnan.
-- ? la mia, sig. cavaliere; essa comunica con quella della mia padrona per mezzo di questa porta; ma siate tranquillo, ella non potr? sentire ci? che noi diciamo, poich? non va mai in letto che dopo la mezzanotte.
D'Artagnan gett? un colpo d'occhio intorno a se: la piccola camera era preziosa pel gusto e per la propriet?; ma suo malgrado, i suoi occhi si fissarono su quella porta che Ketty gli aveva detto che metteva nella camera di milady.
Ketty indovin? ci? che si passava nella mente del giovane, e mand? un sospiro.
-- Voi dunque amate molto la mia padrona, sig. cavaliere? diss'ella.
-- Io non so se l'amo davvero, ma quello che so si ? che ne sono pazzo.
Ketty mand? un secondo sospiro.
-- Ohim?! signore, ci? ? ben doloroso!
-- E che diavolo vedi tu dunque di cos? doloroso?
-- ?, signore, che la mia padrona non vi ama punto.
-- Kem! fece d'Artagnan, ti avrebbe fors'ella incaricato di dirmelo?
-- Oh! no, signore, ma sono io che per l'interesse che vi porto ho preso la risoluzione di comunicarvelo.
-- Grazie, mia buona Ketty, ma soltanto dell'intenzione; poich? la confidenza, tu ne converrai, non ? punto aggradevole.
-- Vale a dire che voi non credete a quello che vi dico, non ? vero?
-- Si ha sempre difficolt? a credere simili cose, mia bella fanciulla, non fosse altro che per amor proprio.
-- Dunque voi non mi credete punto?
-- Ti confesso che fino a tanto che non ti degni di darmi qualche prova di ci? che mi assicuri...
-- Che dite voi di questa?
E Ketty cav? dal suo petto un piccolo biglietto senza indirizzo.
-- Per me? disse d'Artagnan, impadronendosi prestamente della lettera.
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