Read Ebook: Un segreto vol. 1 by Farina Salvatore
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Ebook has 766 lines and 29321 words, and 16 pages
Il signor Verni ? uomo di bei modi, colto, e facile parlatore. Ebbi agio d'esaminarlo, e mi parve anche bello, e quel che ? pi?, di quella bellezza simpatica che si rivela prima al cuore che agli occhi.
Ho provato un senso di gelosia, che ho cercato invano di soffocare, e devo aver risposto al suo spirito con molte sciocchezze. Tuttavia egli ? uomo che non potrei odiare giammai, che vorrei quasi amare, se sapessi perdonargli la felicit? d'essere marito di Carlotta.
In quella mezz'ora di cicaleccio sono sceso dentro di me, e vi ho interrogato le mie debolezze che non sono poche. Ne uscii netto, te lo giuro: e guardai in volto quell'uomo con sicurezza e con orgoglio, come a dirgli: <
Nel pensarlo non ho titubato un solo istante, e mi compiacqui di me medesimo. E manc? poco che, preso da prepotente trasporto d'espansione, non confidassi a lui stesso il mio amore. Le convenienze uccisero in buon punto l'entusiasmo; ma giuro che la sola paura del ridicolo non avrebbe potuto abbastanza.
Che non darei io per poter dire a Carlotta l'animo mio? Parmi che il sapere conosciuto da lei il mio affetto, me lo farebbe pi? caro, ed allevierebbe il mio spirito.
Ho pensato mille modi, ho accarezzato i progetti pi? assurdi; e tuttavia, trovatomi solo al suo fianco, me ne ? venuto meno l'ardire. Che mi ha trattenuto?...
Essa lo ama -- ne ho la certezza; lo chiama teneramente: <
Aff?, perch? non gli salta dunque al collo in mia presenza?...
Credilo, Eugenio, questa s?, ? tortura. Egli ? pur suo marito. -- Qual merito? dico io. Se un villano raccatta una perla fra i solchi, s'ha a dire: fortuna, non merito.
Ma tanto ? tutt'uno; la legge vuole che il tesoro appartenga a chi l'ha ritrovato, e che la moglie segua il marito. ? cosa da smarrirne la ragione.
Perch? non l'ho io incontrata sul mio cammino prima di quell'uomo? Il cielo mi ? testimonio se l'avrei amata; e tu sai quanto io avrei saputo amare in quel tempo. Pure, pensandoci, non so ribellarmi alla sorte. Forse ? meglio che sia cos? -- in fine essi si amano entrambi; Dio sa se ella avrebbe amato me altrettanto. E son pur degni l'uno dell'altro; e se questa mia natura codarda sapesse spogliarsi d'una gelosia insensata, e li incontrassi per via, da passeggiero pietoso io mi rivolgerei a benedire, e direi dentro di me: <
Che Iddio adunque li benedica, e l'azzurro del cielo sorrida loro, e gli astri danzino sullo loro teste innamorate, finch? la baldanza dei loro anni giovanili li allieter? sulla terra!
Tant'?, darei un anno della mia vita per averle detto che l'amo. Questo segreto -- ed ? pure un segreto, poich? tu solo ne sei a parte -- mi pesa sul cuore come un rimorso. L'amore ? come vampa -- si pu? soffocare, nascondere non mai. Talvolta, soffocato un istante, riarde pi? potente e si svela. Le anime amanti ardono, le ardenti amano; per? se l'amore ? fiamma, pu? essere che la fiamma sia un amore>>.
Quando un figliuolo d'Adamo ? arrivato a questo punto, non v'ha pi? dubbio ch'egli sia innamorato. S. Tommaso stesso non ne vorrebbe di pi?. Per? di solito avviene che dopo le prime titubanze puerili, un po' per vergogna, un po' per una certa audacia che a tempo opportuno Amore non trascura mai di concedere, si finisce sempre per svelare la passione nascosta, ed offerire un cuore ricolmo fino all'orlo del pi? puro affetto che amante possa nutrire.
Anzi siccome il piccolo Cupido si compiace di certe gherminelle, ed ? raro che si tenga sul sentiero battuto e non rasenti invece gli eccessi, cos? ? che spesso i pi? timidi diventano a un tratto arrischiati, e dove da prima si tenevano morti per una parola e per un sorriso, si gettano a corpo perduto nella via delle audacie.
Le faccende di Silvio non dovevano andare altrimenti.
Una bella sera -- le sere degli innamorati sono sempre belle -- Silvio si vest? con una ricercata trascuranza, e and? in casa del signor Antonio Verni con animo di dire a Carlotta, <
La brutta parola ? scritta. Egli non lo diceva a s? stesso, non voleva pensarlo, quasi non lo pensava, ma tuttavia quell'idea gli sorrideva in un cantuccio della mente; e dica chi conosce il cuore dell'uomo se poteva essere altrimenti.
In generale si comincia sempre allo stesso modo, e si corrono successivamente le stesse fasi -- si ammira, si sospira, si desidera. La prima fase offre pochi pericoli, per? i mariti possono dormire placidi sonni. Dalla seconda alla terza non v'ha che un passo, se pure non si confondono in una. Questo per? resta fermo, e far? bene chi ne porr? in guardia i mariti, che il sospiro ? lo smorzatoio del sacro fuoco coniugale.
Silvio aveva sospirato pi? d'una volta; senza accorgersene si travagliava da un pezzo col desiderio. Ad ogni modo egli si andava ripetendo che le sue intenzioni erano oneste, e che quando avrebbe fatto palesi i suoi sentimenti, non sarebbe andato pi? in l?.
Carlotta lo avrebbe compianto, avrebbe conosciuto la nobilt? dell'animo suo disinteressato, e l'avrebbe forse stimato -- era pi? che egli non desiderasse.
Forse queste sue fantasie avevano un lato vero -- la vanit? ? l'unico rimedio dell'amore, e la compiacenza d'atteggiarsi a vittima sull'ara della virt? pu? lottare, con qualche speranza di vittoria, colla frenesia dei desiderii.
In quella sera le sale del signor Verni erano pi? affollate del solito. Silvio, che sul limitare della porta avea deposto gran parte dell'audacia che lo aveva sorretto per via nei suoi propositi, entr? alquanto imbarazzato, parendogli che gli occhi di tutti si fissassero sul suo volto e vi leggessero i suoi pensieri. In fondo, bench? egli facesse mestiere di letterato, non era dei pi? avveduti, e se aveva una macchia sulla coscienza, bisognava che gli salisse alle guancie.
Assolutamente in quella sera il signor Verni era di buon umore. Silvio lo pens?, e per un momento si sent? venir meno. Amareggiare cos? le gioie d'un uomo onesto! colpirlo nei suoi affetti, nella sua pace!... Ma Carlotta era cos? bella! Guard? ancora attorno a s?, ricercandola cogli occhi.
-- Che cercate? gli domand? il signor Verni.
-- Nulla -- rispose Silvio imbarazzato; e per rassicurarsi, guard? la faccia di quell'uomo.
Era bello, assolutamente bello.
-- ? una cosa orribile -- un marito! e da quale stampo ? dunque uscito costui? pens? dentro di s?. Ma ci? ? ancor peggio, che io mi sento attratto verso di lui, ch? egli mi ? simpatico, e mi pare quasi d'amarlo.
L'esame fu brevissimo, ma completo. E riconobbe per la prima volta sotto le linee di quel volto sorridente, una impronta di virile severit? che non disarmonizzava tuttavia coll'abituale dolcezza con cui era uso trattare.
Da quel punto Silvio fu sulle spine; si contorceva sulla sua seggiola come un uomo annoiato, tanto che il sig. Verni, da quella compita persona ch'egli era, gli offer? di fare una partita agli scacchi.
-- Ci? ci far? passare il tempo -- aggiunse.
-- Vi pare? rispose Silvio distratto; e intanto guardava sott'occhio una porta, da cui parevagli dovesse uscire Carlotta.
-- Dunque accettate? replic? l'altro.
-- Accetto -- stava per dire Silvio senza badare -- ma in quella l'uscio si apr?, e Carlotta entr? nella sala.
< < Sii franco meco; l'amicizia te ne d? il diritto, te ne d? il dovere. Dimmi adunque, giacch? lo pensi, che io sto per commettere un'azione indegna, che sto insidiando codardamente la pace d'un uomo onesto, che vive al pari di me d'affetto e di speranze, che mi accoglie nella sua casa, che mi stringe la mano... T'intendo, t'intendo -- tu non credi alla mia forza, perch? non credi che nissuno possa amare una donna col solo fine di amarla. Il tuo scetticismo non si smentisce. Ma io ho creduto che le mie parole dovessero rassicurarti, e che non mi avresti stimato cos? debole da infrangere il mio giuramento, n? cos? stolido da comperare un'ora di volutt? a prezzo d'un rimorso. Pu? essere che io m'inganni. Da qualche tempo sono cos? mutato, sento l'amore in un modo cos? diverso, e il mio raziocinio si ? cos? impoverito, che non riesco a darmi ragione dei fatti miei. Tuttavia mi pare che sarei forte, che, anzi che costarle una lagrima, vorrei prima morire. Ma sono pur stolto io! Parlo come se essa corrispondesse al mio amore... mentre... A quest'ora ella sa tutto. Non so come l'animo mi reggesse a questa rivelazione; e ne sono quasi pentito, o vorrei fuggire per non rivederla mai pi?. Una forza pi? potente della mia volont? mi tiene qui soggiogato; io ritorner? dinanzi ad essa pauroso come uno schiavo... A quest'ora forse ella pensa a me; ripeter? dentro di s? le mie parole -- che dir? il suo cuore?... Il mio non batte pi?, s'? come paralizzato; da ieri io vaneggio come un pazzo -- vorrei dimenticarmi, vorrei sfuggire a questa tortura del pensiero, e non mi ? possibile. La notte di ieri mi ? sempre dinanzi alla mente, n? io posso staccarmene un istante. Me le ero seduto daccanto, e da un pezzo non le dicevo parola. Rimuginavo dentro di me cento maniere diverse, e non sapevo qual scegliere per palesarle l'amor mio. Pi? volte avevo aperto le labbra per incominciare, e il pentimento me le aveva richiuse in un sospiro. -- Fa molto caldo, mi disse Carlotta. -- Estremamente -- risposi, e non mentivo. Volli dir di pi?, ma mi venne meno l'ardire. Suo marito si accost? a noi, mi rivolse la parola, e mi sorrise; poi parl? lungamente con Carlotta. Quando si allontan?, vidi gli sguardi di Carlotta che lo seguivano con espressione di affetto; tutte le mie forze si accasciarono per un istante. Se non che mi risollevai poco dopo, e credo che la speranza non mi avrebbe mai dato tanto ardimento, quanto me ne venne dalla certezza della sua indifferenza. -- Ho una cosa a dirvi -- dissi d'improvviso arditamente. Ella rivolse la sua faccia verso di me, affiss? i grandi occhi nei miei con espressione di meraviglia. Non potevo pi? dare indietro. -- Non oso -- aggiunsi balbettando. -- Diamine! diss'ella, scuotendo il capo con un sorriso mesto.
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