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Read Ebook: Pataffio - Tesoretto by Latini Brunetto

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Ebook has 491 lines and 83915 words, and 10 pages

PATAFFIO -- TESORETTO

MESSER

BRUNETTO

LATINI

Non gite a genti brocole mie rime; Perch? non porterebbon la gorgiera, E farebbon di voi picciole stime. Pataff. 5.

ALL'ECCELLENTISSIMO SIGNOR DUCA D. NICOLA DE SANGRO De' Conti de' Marsi ec. ec. ec.

SIGNORE.

Mi do io a credere Eccellentissimo Signore, che la bizzarra Poesia di Brunetto Latini non tanto compiacciasi di sortir finalmente dall'oscurit? di pi? secoli, che la nascosero alla pubblica luce; quanto sollecita sia d'abbattersi in un personaggio, che ricco di meriti e splendido per natali l'introduca sotto l'ombra della sua protezione nel gran teatro del mondo. E per verit? presentandosi al pubblico in veste ruvida e in chioma canuta, come chi dagli ultimi confini ne viene di stupenda antichit?; non potrebbe ella non paventare di veder rivolti contra di se cento e cento sguardi accigliati e severi. Ma quale sar? mai il suo conforto, Eccellentissimo Signore, qualor veda che voi vi degniate di porgerle cortesemente la mano; e coll'autorit? del vostro nome l'assicuriate da' pungenti motteggi di certi spiriti, come poco filosofici, cos? altrettanto ambiziosi di schernir tuttoci?, che non ridonda de' lezzi e delle galanterie della moda! Dar? ella un'occhiata alla vostra nobilissima origine, e la vedr? derivare da' pi? rimoti fonti, e dalle regie cune della Borgogna. Scorrer? col guardo i magnanimi vostri Antenati, e ne mirer? un numero prodigioso che riempion la terra colla celebrit? del lor nome: gareggiando insieme scambievolmente ad accrescer di sempre nuovi ornamenti la splendidissima Famiglia; altri col rendersi alla Religione non men utili che gloriosi, sostenendone col maggior decoro le dignit? pi? cospicue; altri alla civil societ?, promovendone colla maggior saviezza i vantaggi; ed altri allo stato, dilatandone colla gloria dell'armi la maest? ed i confini. Si fermer? poi in voi, Eccellentissimo Signore; e in voi scorger? un ornatissimo Cavaliere pieno di magnanimit? e di grandezza; fornito di spiriti generosi, che vi sollevano all'ammirazione de' vostri pari; provveduto di lumi, che vi rendon s? ragguardevole alla pi? scelta porzione de' cittadini; e fregiato insieme di tante e s? amabili qualit?, che forman la preziosa corona di tanti impareggiabili vostri ornamenti. Piacciavi dunque, o Signore, d'accoglierla quest'Operetta; giacch? non sa trovar fuor di voi s? copiosi argomenti di fiducia e di conforto: e accordate a me il vantaggio pregevolissimo di potervela presentare. Spero che per un tratto del vostro bel cuore, non la sdegnerete nella sua tipografica povert?; e sol vi compiacerete di riguardare in me la rispettosa ambizione di professarmi al cospetto del pubblico, col pi? alto profondissimo ossequio

Dell'Eccellenza Vostra

A' CORTESI CITTADINI

L'EDITORE.

NOTIZIE STORICHE.

NOTIZIE LETTERARIE

DEL PATAFFIO.

Mi trovo nell'impegno d'assistere a una ristampa del Parnaso Italiano, corredandolo di notarelle, ove lo richieda il bisogno; e rifondendone le vite degli Autori. Ho gi? compito il Petrarca. Adesso questo Sig. March. Tontoli ha somministrato un moderno manoscritto del Pataffio di M. Brunetto Latini illustrato con note del Salvini. Esse non bastan per? all'intelligenza del testo. Questo Libraro che fa la spesa dell'edizione, ha sparsa la voce della produzione di questo opuscolo inedito, e n'ha eccitata non poca fame. Vorrei io corrispondere al pubblico desiderio. Ma mi sgomenta la poca autenticit? dello scritto e la mia inabilit? d'attingerne il senso. Temo il giusto rimprovero di produrlo adulterato. Prevedo un'inevitabile disuguaglianza nello spiegare alcuni passi, e lasciarne altri nascosti al mio medesimo intendimento. Ecco ciocch? mi fa ardito ad incomodarla; presentando intanto al suo esame uno squarcio del primo capitolo per riportarne il suo giudizio e pregarla de' lumi suoi; giacch? so certamente che non potrei a miglior oggetto rivolgermi. Sopra un tale riflesso scuser? la mia animosit?. Mi sarebbero poi preziose le sue cognizioni relative alla storia dello Scrittore. Ed oh potessi essere nella comodit? di consultarla sulla dilucidazione di tanti continui passaggi d'una poesia, ch'appunto avrebbe bisogno d'una man s? maestra! Io intanto rinnovando le pi? umili scuse, ho il vantaggio di ripetermi a tutte prove

Napoli S. Maria in Portico 5. Maggio 1789.

Le moltissime occupazioni che presentemente m'opprimono, fanno s? che io debba tumultuariamente rispondere all'umanissima sua de' 5. stante, in cui mi ricerca di qualche schiarimento sopra il Pataffio di Brunetto Latini.....

? da vedersi Gianantonio Papini nelle lezioni sopra il Burchielli stampate in Firenze per Bernardo Paperini nel 1733., ove nella prefazione a pag. 27. parlando della poesia detta alla burchiellesca, e d'un Sonetto di Franco Sacchetti su questo gusto, soggiunge; ,,Questa sorta di componimento maneggiata e condotta viene per mezzo di antichi proverbi, e strani vocaboli, di molti de' quali perduta ? la significazione, chente e quale ? il celebre Pataffio di M. Brunetto Latini." ec.....

Corresse gli Ammaestramenti degli Antichi raccolti e volgarizzati da Fra Bartolomeo da S. Concordio Pisano dell'ordine de' Frati Predicatori; ridotti alla vera lezione, col riscontro di pi? testi a penna, dal Rifiorito Accademico della Crusca, al Sereniss. Cosimo Duca di Toscana. I compositori del Vocabolario della Crusca si sono serviti degli Ammaestramenti, nell'ultima edizione di detto Vocabolario.

Coment? l'anno 1666. il Pataffio di Ser Brunetto Latini, che manoscritto trovasi nella Libreria Ghisiana cod. 2050. come rapporta il Giornale de' Letterati d'Italia art. 3. del Tom. 24.

Ne parla Anton Magliabechi nelle sue schede Mss. nella pubblica Libreria Magliabechiana. Salvino Salvini Canonico Fiorentino ne tratta ne' Fasti Consolari dell'Accademia Fiorentina, essendo il nostro Francesco riseduto Console dell'Accademia suddetta.

In questa selva di notizie che ho l'onore di parteciparle potr? rilevare ciocch? fa al suo bisogno; e far? un bel dono alla Repubblica Letteraria dandoci il Pataffio coll'illustrazioni del mentovato Ridolfi, che giungeranno affatto nuove. Godo di questo felice riscontro per rinnovarle la mia servit?: mentre ansioso de' suoi ulteriori comandi col pi? distinto ossequio mi protesto

Firenze 19. Maggio 1789.

PATAFFIO

CAPITOLO PRIMO.

Squasimodeo, introcque e a fusone Ne hai ne hai pilorcio, e con mattana; Al can la tigna; egli ? un mazzamarrone.

La difalta parecchi ad ana ad ana A cafisso, e a busso, e a ramata: Tutto cotesto ? della petronciana.

Bituschio, Scraffo, e ben l'abbiam filata A chiedere a balante, e gnignignacca Punzone, e sergozzone, e la recchiata.

Bindo mio no, che l'? una zambracca: In pozzanghera cadde il muscia cheto; E pur di palo in frasca, e bulinacca.

Io mi vo ciacchillando, e non fo eto; In confrediglia andiam garabullando; Pisciata l'ha chi fugge pe 'l faeto.

Punta nel legno, e va dimergolando, E no 'l farebbe nacchi; e a schimbeci A dio riveggio va dirupinando.

Egli ha cotte le fave il lavaceci; E sar? cuccuin: va egli al lecca? Egli ? 'l gran Ser Mazzeo, e Capodieci,

Borbotta, cionca, millanta, e contecca Contorno cuticagna, e chiappuzino Allichisato, che sempre la becca.

Lasciam'andar gi? l'acqua per lo chino: Tu gli hai di bazza, non lo smozzicare A bacchio, a micca, a gratta 'l cul Giannino.

Catellon catellon non abbajare, Che se' inciprignito, e stramazzato. Vuomi tu gherbellir? non cespicare.

Tu se' fancel marin, garzon bollato: Non tutti quei, che gridon sia sia: Egli ? un bebo, e fu aggratigliato.

Io non ho fior n? punto, n? calia, Minuzzol, n? scamuzzolo: sta masso, Ritenso con rimeggio, e ricadia.

E spalancato gli ? di palo il passo; Tu m'hai ben raffilata la ghiandaja; Io non farei a parlacocco un asso.

Or tu ti mostri delle sei migliaja; Egli ? casalananna, e dice duto: Non t'affannar, ch'egli 'l vedrebbe naja.

Egli ? cenato, e par pur un piovuto; Pi? vago n'?, che la scimia de' granchi: Pappa, diluvia, e io te ne rifiuto.

Tre d'accia, e due di porro tu abbranchi; E non gli crocchia il ferro a Vincolenza: Egli ? al verde con dolci arri granchi.

In un barlonco andai, e pesca' lenza; Leal faina se', non far la ghega; Or va moltoso, e schifo in contenenza.

Egli ? al cul del sacco, e l? si frega; Ne' bucini non entra il falimbello; Ed in parroffia van ch'han fatto lega.

Isceverare striscia e scartabello, Tromba da Vico; il bizzarro scamoja, E buffa all'aglio, e dagli un bucconcello,

E ne fa gran burbanza, e falamoja: Da occhi abbiam fatt'acqua, eccoci frate, E tu se' di cassetta una gran gioja.

L? oltre elle si son raffazzonate Giubbo, tallero, e zugo tal festuco, Iscalaverna, e l'oche impastojate.

Brollo biotto egli ?, brullo e caluco: Deh pecora margiolla va costinci, E cui frolle in canestro, e bruco bruco.

Tu mi fai nefa, levati da quinci: S'aggrav? Screzio a gara, e schizzinoso E' favella a Ser Poltro, e fa del pinci.

Isbucciati, e non far dello stizzoso; Egli mi porta broncio, e non ha zazza: Digrigna un micolino smanzieroso.

Tu mi facesti bocchi, e non magazza: Di non volere stimoli s'ingegna La lima sorda vivendo di razza.

E' calameggia, e sta 'n gota contegna; Tra l'uscio e l'arca ciascun di lor fue: Non piaccia a Dio, che 'l buon anno ti vegna.

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