Read Ebook: The A B C of Relativity by Russell Bertrand
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Ebook has 601 lines and 48466 words, and 13 pages
La nuova casa! ? un'estranea; non la conoscete, non vi conosce, non avete vissuto con lei, le sue mura sono mute, hanno parlato ad altri; ? fredda, vuota, sembra un deserto, sembra una rovina, ci si parla a bassa voce come in una piazza. Sorprese dappertutto; anditi, scalette, porticine, e non si sapeva nulla, ed in quei momenti eccezionali sembrano tradimenti, trabocchetti; la notte non si dorme, si sta a disagio; gli oggetti non trovano il loro posto, tutto va di traverso. Qualche sera, per una soave distrazione, si prende l'antica strada, perch? della nuova casa non si sa che farne; si vuole la vecchia, la vecchia e buona casa che ? senza tradimenti, senza sorprese, che ama, parla, compiange--? l? che si vuol andare, per viverci come tanto tempo ci si ? vissuti, in un ambiente cognito ed amico; ci si vuole restare sino alla morte. Non si pu? pi?.
Occorre scrollare il capo, sospirare, rassegnarsi, fino a che il tempo, l'abitudine facciano calmare lo spirito amareggiato; e poi in capo a due o tre anni esser ripresi dalla medesima follia, partire di nuovo, soffrire ancora, agitarsi sempre, fino a far credere che la favola dell'Ebreo Errante sia il simbolo dell'uomo.
VOTAZIONE FEMMINILE.
--Nel caso che vi mandassimo al municipio, votereste il progetto per la nuova strada da San Ferdinando alla Villa?
--Sicuramente.
--Bene--e i fondi?
--Una nuova tassa.....
--Su che? Spero non sugli oggetti di lusso!
--Dio me ne guardi!
--Benissimo, persistete in queste buone idee....
--E.... posso sperare?
--Vedremo, signore, penseremo.
Una moglie va in giro raccomandando alle sue amiche la candidatura di suo marito; non parla dei meriti di lui, non dice quello che egli far?, ma susurra amabilmente: <
Il candidato non si occupa pi? dei suoi elettori; ? invece tutto intento ad accaparrarsi le elettrici: fa grandi scappellate a dritta ed a sinistra, sfoggia abiti eleganti, diventa virtuoso e morigerato come uno sposo novello. La signorina nel 1? piano ? elettrice: egli nelle scale le cede il passo con galanteria; la maestra elementare dove va la sua figlietta, ? elettrice, egli con un grande affetto filiale va sempre a riprendere la bambina; dovunque trova signore, egli fa valere i suoi principii politici e il petto candido della sua camicia. Deve diventare dolce e pio con le buone anime che si fanno guidare dal parroco, promettendo loro che ristabilir? il cattechismo nelle scuole; ed invece assicurare ad un gruppo di giovani ed allegre spose che le feste del carnevale saranno splendide ed il municipio voter? una bella somma. Infine una meravigliosa miscela, di sorrisi, d'inchini, di concessioni, di promesse che si urtano, si imbrogliano, si contraddicono, si confondono e gli fanno perdere..... se non altro, la testa.
S'indossa il costume di circostanza; abito grigio, colletto di tela, cravatta nera, cappellino sull'orecchio, borsellino sul fianco per la scheda, occhialino per sorvegliare le operazioni elettorali e via--per quel giorno vanno all'aria la messa, la passeggiata, l'appuntamento ed il resto. Nelle frazioni si odono cheti fruscii e frasi mormorate anzich? dette; si respirano profumi finissimi; si veggono mani bianche, dalle dita affusolate, sospendersi un momento sull'urna; passano le teste bionde e le brune con un'aria dignitosa, composta e sfilano, sfilano, guardando il presidente--povero presidente, lo compatisco--, sorridendo al segretario, sbirciando le altre elettrici, ma con una serenit?, una calma invidiabile. Sono oramai persuase di aver esercitato con coscienza uno dei pi? preziosi diritti della donna; sanno di aver compiuto una missione, non troppo bene quale, ma ? una missione. Aspettando l'esito, non si parla che di incidenti elettorali, di blocchi--anche di blocchi--, d'imbrogli sventati, di trame fallite--e la tal signora che aveva nella manica venti schede, e quelle altre che hanno preso d'assalto il seggio, e le impiegate telegrafiste che hanno votato compatte! Quando si arriva a sapere il risultato, allora succede la vera guerra: da una parte balli, canti, scampagnate, pranzi, brindisi--dall'altra svenimenti, convulsioni, emicranie, lagrime e disperazioni; poi inimicizie, giuramenti di vendetta, legami infranti, amori traditi ed i poveri uomini nei tormenti. Ed il Consiglio? Un Consiglio strano, eterogeneo, o troppo giovane o troppo vecchio, un po' cattolico, un po' libero pensatore, un poco biondo, un po' bruno......
Dio! come si rider? in novembre alla Camera!
IL TRIONFO DI LUL?.
Novella.
Sofia non alzava gli occhi dal suo lavoro, e le sue dita leggere volavano su quella trina delicata. Invece Lul? girava per la camera, spostava gli oggettini sulle mensole, apriva un tiretto per guardarvi dentro, distratta; era chiaro che essa voleva fare o dire qualche cosa, ma che il contegno serio della sorella maggiore la metteva in soggezione. Prov? a canticchiare un po' di canzone, disse un verso di Dall'Ongaro; Sofia parve non aver inteso. Allora Lul?, che non peccava di molta pazienza, si decise ad affrontare la questione, e piantandosi davanti alla sorella, le chiese:
--Nulla di molto interessante, per certo.
--Ci siamo con una risposta secca e fredda, da far venire i brividi in estate! Dove prendete il vostro gelo, o mia agghiacciata sorella?
--Lul?, sei una vera bambina.
--Ecco dove v'ingannate, bisavola del mio cuore; io non sono una bambina, perch? mi marito.
--Eh?!
--Che imbroglio! Io non capisco niente.
--S?, s?, ma sbrigati.
--Il giorno delle corse al Campo di Marte, ecco il tempo ed il luogo. Tu non vi eri, tu che preferisci i tuoi eterni libri...
--Se divaghi sempre, non ti ascolto pi?.
--Devi ascoltarmi; questo segreto mi soffoca, mi uccide.
--Ricominci?
--Oh!
--Come corri...
--Corro? Sicuro: non vi sono ostacoli. Con Roberto ci amiamo alla follia, i nostri degni genitori sono contenti...
--E tu sposeresti un uomo cos??
--Senza conoscerlo, senza amarlo?...
--Ma io lo conosco, l'ho visto alle corse ed alla passeggiata! Io lo adoro! Ieri l'altro, non avendolo visto, rifiutai di far colazione e presi invece tre tazze di caff?, per cercar di suicidarmi.
--E lui?
--Mi sposa, dunque mi ama!--replic? vittoriosamente Lul?.
Ma vedendo il volto di Sofia scolorirsi, si pent? di quella frase imprudente e curvandosi verso di lei, le chiese con affetto:
--Ho detto qualche cattiveria?
--No, cara, no; hai ragione. Chi ama, sposa. Il difficile ? farsi amare--e sospir? lievemente.
--Farsi amare, farsi amare!--ripet? irritata Lul?.--? facilissimo, Sofia; ma quando, come te, si ha la fronte severa, gli occhi tristi e la bocca senza sorrisi; quando si vestono abiti oscuri; quando si va in un angolo a pensare, mentre tutti gli altri ballano e scherzano; quando invece di ridere si legge, ed invece di vivere si sogna; quando, giovane ancora, si ha l'aria stanca e vecchia, allora ? difficile esser amata.
Sofia abbass? il capo, e non rispose. Le tremavano un poco le labbra come se comprimesse un singhiozzo.
--Ti ho afflitta di nuovo?--domand? Lul?.--Gli ? che vorrei vederti amata, circondata di affetto, e sposa... Che piacere se fossimo spose lo stesso giorno!
--Follie queste: io rester? zitella.
--Nossignora, ve lo proibisco, cattiva creatura. Se Roberto ? un galantuomo, deve avere assolutamente un fratello celibe; io voglio che abbia un fratello celibe; lo voglio!
In questa entr? la madre, in abito da uscire.
--Vai fuori, mamma?--disse Lul?.
--S?, cara, vado dal notaio.
--Uh! dal notaio! Roba grave ? questa.
--Ve ne accorgerete, signora burlona. Sofia, vieni un istante meco.
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