Read Ebook: Ugo: Scene del secolo X by Bazzero Ambrogio
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Ebook has 841 lines and 37263 words, and 17 pages
Il presidio della r?cca era inferiore assai alla scorta dell'araldo: per il che messere Ildebrandino, sporgendo il capo tra un merlo e l'altro a guardar gi?, dovette dirsi:--Sono spacciato!--e tanto dovette mordersi le labbra a sangue, che fosse l? l? per scagliare, a vece di risposta, il trombetto a gambe levate: pure pens? alla ruina di Lamberto, l'oppositore del vescovo di Saluzzo, e, serrato tra le quaranta lance, lui stesso sent? il bisogno di guardarsi alle spalle. Domand? a Guidaccio:--Messere l'araldo, avete altro a dire?
--Messere s?.
--Vi ascolto.
--Le nostre torri d'assedio e i nostri trabuchi sono fatti colle legna dei ribelli vinti: il cavaliero Lamberto, lo rammentate?
--Chi vi disse?
--Il mio signore.
--Il nostro signore ? potentissimo--e Ildebrandino, amarissimo, fece una reverenza di sommessione, e aggiunse:--? ventura l'essere sotto le bandiere del signore, quando si hanno sproni d'oro e fortuna nemica, ma anima sempre libera. Suonate la tromba per noi: i nostri figli, ove Dio li conceda, spero ricorderanno questi squilli!
Con tempestoso desiderio Adalberto si fece capo della vanguardia delle lance, e, mandato Guidaccio in coda alla torma a fare compagn?a all'arnese pi? disutile, l'astrologo, corse al castello di Oldrado.... In quello c'era madonna Guidinga!... Ad Adalberto scoppiava il cuore al fragorosissimo segno dell'arme! Fu calato il ponte, s'aperse il portone, e venne innanzi un garzonotto tutto in bianco, con un bastoncello alzato, il quale proclam?:--Quelle non essere le regole delle castella, doversi procedere come l'uso fra onorati cavalieri comporta. Passate tre ore da questa dichiarazione, mandate pure l'araldo, e noi risponderemo, e mandatelo suonando le campanelle dalle torri di legno, noi risponderemo suonando i pifferi dalle torri di sasso.--E il garzonotto tanto tenne levato il bastoncello bianco, a segno di inviolabilit?, sicch? nessuno pot? coglierlo in fallo, e nessuno per tema di essere tacciato misleale alz? la mano su di lui. Ch'ei fosse venuto, insultando, non c'era dubbio: ch'ei si partisse sano e salvo, era stizza di tutti, ma norma di guerra, la quale tanto pi? feriva messer Adalberto che aveva voluto solo procedere colla forza e senza lealt?.--O Guidinga! o schiava di messer Oldrado!--smaniava, tormentandosi, Adalberto.... Ma per consiglio dei capitani aspett?... Tre ore sulle brage dell'inferno, tre eternit?!
Si schiuse tutto il portone, segno d'arresa, e comparve il garzonotto in nero, e lesse il bando, per cui--al molto glorioso signore di Auriate si calavano le bandiere.--Messere Adalberto galopp? dritto nella r?cca, e ambiziosissimo s'impose:--Prima regoliamo la bisogna del marito! Venga Oldrado, ed oggi stesso ricever? da lui l'omaggio. Questo suo vitupero sar? la pi? bella gioia per Guidinga!--E, scavalcato, passando per la porticina stretta che da un corritoio dava nella chiesa solitaria, ud? dietro le spalle sbattersi irremissibilmente l'antaccia di quercia, si trov? a un tratto separato da' suoi capitani, si volse all'indietro e scorse tutto buio, si volse all'innanzi, ed ecco in capo al corritoio il paggio nero, il quale recava un cuscino nero e s'inchinava rispettoso, dicendo:--Messere Oldrado ? pronto a prestarvi l'omaggio.--Adalberto si contorse molto iroso, irosissimo pi? che del pericolo, d'avere avuto per un momento paura, s'avanz?, e, sotto l'usciale sollevato dal paggio, entr? nella chiesa. Quivi trov? Oldrado solo e ritto, in aria cos? beffarda che pareva gli dicesse:--Sono il marito di Guidinga: lasciate fare a me! Avete saputo fare voi?--Che in quei tempi non si trovasse neppure schermo alle vendette ai piedi degli altari, si sa, e si sa che gli accorgimenti per condurre allo scopo i giuochi insidiosissimi avevano tutto lo studio delle faccende scrupolose. Adalberto doveva ascoltare quell'araldo bianco, vipera forse del tradimento? Doveva sgozzarlo! Doveva aspettare le tre ore? E rivederlo ancora? Doveva sgozzarlo! E il pronte s'era messo gi?, il secondo portone spalancato, i porticati apparivano deserti. I traditori tutti! Ed egli si era lasciato cogliere! Oh il suo furioso amore per Guidinga era di quelli che si spaventano dei mezzi? Ma se lo scopo era gi? per s? stesso tremendo e ineluttabile!... E quell'arcone che menava al corritoio, e il coirritoio che menata alla chiesa! Che c'era nel corritoio? Una porta inchiovata che valse una muraglia: i suoi cavalieri al di l? forse erano scannati: egli al di qua forse con tutta la irrisione di una vendetta pensata e ripensata era tratto all'inganno, e dall'inganno alla morte! O Guidinga! Guidinga!
Messere Oldrado era l? nella chiesa solo e ritto. Aveva faccia di quelle che anche nel sonno mostrano aggrottate le sopraciglia, rugosa tenacemente la fronte, aperta la bocca al grido di battaglia, collo da far disperare quelli che, per amore di qualche taglia bandita da alcuno prepotentaccio vicino, dessero ascolto all'inferno, e arrotassero la coltellazza e gi? preparassero il sacco, come Giuditta la gagliarda; torace che portava tre usberghi e poi chiedeva anche il quarto, braccia da armaiuolo milanese, gambe le quali se inforcavano gli arcioni vi si serravano con tanta saldezza, s? che non ci fosse lancia da cavaliero poderoso da allentarle o farle staffeggiare.
--O conte,--disse per il primo Oldrado:--mi accorgo che la cerimonia poco soddisfa il vostro amor proprio.
E l'altro:--Messere neppure ? da scudiero la insidia.
--Voi sbagliate: non sono armato e mi dichiaro vassallo vostro.
--Consento--con questa risoluzione Adalberto richiam? tutto il suo odio;
E Oldrado:--Ed io consento. Udite: un debole cerbiatto tanto fa che un giorno o l'altro debba essere dilaniato da uno sparviero: ma gli pu? ficcare attraverso la gola un ossicino da mettergli tanto strozzamento da far maledire il pasto.
--Messere, Oldrado, che le azioni vostre mi permettano di chiamarvi cavaliere!
--Vi dissi: non sono armato e mi dichiaro vassallo vostro. Volete ricevere l'omaggio? O fuggite le pompe?
--Voglio.
--Io pure. Bonello, fatti avanti--comand? Oldrado; e il paggio che si era fermato sulla porta, entr? nella chiesa e rec? il cuscino. Il padrone lo prese, lo depose ai piedi di uno scanno larghissimo, a seggio baronale, e invit? Adalberto. Il quale con grande dignit? s'assise, e le parole furono poche.
--Cavaliero, riconoscete vostro signore Adalberto, conte di Auriate?
--Riconosco.
--A quale istituzione?
--Questo tocca a voi.
--S?: e giacch? avete parlato di sparviero, sia ad instituzione collo sparviero.
--Collo sparviero.
--Giurate.
--Giuro a messere Domineiddio.
Poi spaventoso Adalberto corse per tutto il castello, e, ghignando, entr? nella stanza di madonna Guidinga....
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il signore di Auriate, quando furono introdotti nella sua sala della torre Guidello ed Ingo, si lev? impazientissimo, interrogando:--E cos?, araldo?
--Con la grazia somma--rispose Guidello:--io ho salve l'ossa, voi la onoratezza di cavaliero.
--Come and??
--Il sagrato ci parve una benedizione del cielo: spiegai il bando e diedi l'avviso.
--Chi accorse? Venne Ugo?
--Messere s?, c'era Ugo.
--Dunque?
--Con Ugo, lo scudiero: c'erano messere Ildebrandino, messere Aginaldo, messer Baldo, con certi uomini di facce cos? sinistre!... Il chierico bisbigli? un esorcismo di tutto cuore, ed io di tutto cuore risposi.
A questo punto anche mastro Ingo entr? interlocutore:--Cavaliero potentissimo, mio padrone, vi dico che qui ai vostri comandi scrivo quanti malefizi volete, ma quando tirano cert'arie ai quattro venti....
Grid? il signore:--D? su, Guidello.
E l'araldo:--Vi dico: vidi l'Aimone d'Oldrado, con quel ceffo di cane rabbioso!
--Chi ti parla di scudieri?--interruppe sdegnosamente il signore:--E chi ti dice che quelli siano a sproni d'argento?
--Messere, dico per dire.
--Parla di quei dappochi coi garzoni di falconer?a, e tieni le loro imprese per narrare quando i miei servi stregghiano i somieri.
--Fatemi perdono.
--A un patto, Guidello: che la tua mano un d? o l'altro corregga la scappata della lingua. Hai capito?
--Presto capito, e presto fatto con l'aiuto del mio santo protettore.
--Dunque c'era Ugo. E disse?
--Nessuno dei cavalieri parl?.
--IL bando fu pubblicato a tutte le castella?
--Messere s?.
--Senti, Guidello, tienti bene nutrito e conserva buon petto. Orv?a--e messere prese una borsa dal tavolaccio:--La gola ? asciutta: a voi.
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