Read Ebook: Poesie e novelle in versi by Fontana Ferdinando
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Ebook has 775 lines and 27858 words, and 16 pages
Dunque perch? le pagine Noi modelliam sul vero; Perch? neghiam di battere Ogni volgar sentiero; Perch? volgiamo intrepidi Le pensierose fronti Alla pi? vasta cerchia Di splendidi orizzonti;
Dunque perch? l'indagine I nostri libri ispira; Perch? i costumi ipocriti Ci fanno schifo ed ira; Perch?, toccando l'ulceri, La nostra man non trema. D'insultatori un popolo Ci scaglia l'anatema!?
Scosso all'ingiusto oltraggio, Tu ti contristi e piangi: Nelle dolenti veglie Fremi e la penna infrangi; E, forse, al melanconico Ingegno tuo tu chiedi Se un mondo immaginario ? quel che ascolti e vedi!
Me pur gli insulti colsero Dei grulli e dei perversi, E, inesperto degli uomini, Un tempo anch'io soffersi.. Allor pensai che inutile Pazzia sono i miei canti, Che un vano desiderio ? il vincere i pedanti!
E mi tent?, nell'aride Mie notti d'apatia, La vile idea di scegliere Men faticosa via; E, a tesser panegirici Alla Morale e a Dio, Nel branco delle pecore Giurai d'entrare anch'io!
Evvia!.... Sorridi!.... Il fascino Della verace Musa Venne a guarir l'insania Della mia mente ottusa! E da quel giorno, libero Da ogni dubbio codardo, Contro i melensi e gli Arcadi Io sursi pi? gagliardo!
E il temerario oltraggio Come una celia accolsi, E l'amarezza inutile Nella risata io sciolsi; E i profili ridicoli Di grotteschi figuri Della mia stanza vennero A popolare i muri.
Una lanterna magica Mi rallegr? le notti; E vidi volti d'?pupa. Ventri che parean botti, E smisurate orecchie, E code smisurate, E uno stuolo di scimmie Da artisti camuffate.
Imitando dei chierici La vieta filastrocca, Tutte ad insulse nenie Aprivano la bocca; E, mentre mi passavano Lentamente dinanti, Un'eco lontanissima Ne ripeteva i canti:
"Heine e Musset son scettici "Degni dell'odio umano; "Giorgio Byron non merita "Una stretta di mano! "Con quei che il vero parlano "Non si discute mai!.... "Se sonvi error, celiamoli;.... "Correggerli?.... Giammai!
"Lasciam che il mondo seguiti "Le usanze inveterate; "Che le donne ci aizzino "A passioni dannate; "Che le fanciulle uccidano "I bambini illegali; "Che le piaghe si coprino "Con fiori e madrigali!
"L'amor del mondo ? soffio.... "Ma guai chi fa all'amore! "Giusto ? che i vecchi imprechino "Dei giovani al vigore! "La Societ? dev'essere "Il modello dell'Arte.... "Ma noi vogliamo scorgerla "Soltanto da una parte!
"Perch? della famiglia "Son sante le affezioni, "Non canterem che bamboli, "Che madri in ginocchioni; "Non canterem che Sindaci "Che porgono l'anello; "Consulteremo il Codice "Per giudicare il Bello!
"Su, giovinetti!.... Facile "Strada v'abbiam dischiusa! "Crear vorreste?.... ? inutile! "Deve copiar la Musa! "Deve copiare!.... E il plauso "Le largiranno tutti.... "E grideranno al genio "Babbi, mammine e putti!
"Lasciate che combattano "Per le donne gli stolti! "Esse non saran l'ultime "A graffiar loro i volti! "Le donne sono un popolo "Mans?eto di schiave.... "Non ? d'un cuor di femmina "Il buon-senso la chiave!
Ahim?!.... Superba Lirica, L'ali su te ripiega! Non gi? tuonar., ma ridere Mi fe' quella congrega!.... Alle grottesche immagini Dal letto mio, celiando, Risposi, amico Cesare, Coi versi che ti mando:
"Tutto ? quaggi? possibile! "Il tempo ? omai passato, "In cui, fanciullo e ingenuo, "Mi son maravigliato! "Degli antichi filosofi "Or la saviezza imito; "Alla meta so incedere "Indifferente e ardito....
"E se color che insultanci "Bandissero domani "Che, per pudore, debbano "Portar le brache i cani, "Io, nel veder l'eccentrica "Innovazion morale, "Contin?ando a ridere, "Direi: ? naturale!"
Napoli, 16 marzo 1876.
VERITAS, VANITAS!
Una sera piovosa, ?utunnale, Ora schivando il fango, ora una pozza. Io seguii la carrozza Che manda al Cimitero l'Ospedale.
Cimitero e Ospedal son buoni amici E tengono fra lor conti correnti. Davver, pochi clienti Si dan l'un l'altro tanti benefici!
L'Ospedale gli manda i suoi defunti, E il Cimiter lo paga col dolore, Che rende infermo il cuore E fa le donne e i giovinetti smunti....
L'Ospedale gli manda le sue spoglie, E il Cimiter gli manda i suoi p?eti, Che in mezzo ai sepolcreti Tentano col pensier le eterne soglie....
La carrozza che va dall'Ospedale Al Cimitero, portandovi i morti, M'ha dati pi? conforti Che non millanta libri di morale!
La colomba che sopra v'? scolpita Par che dica, mandandomi un saluto: "Che giova esser vissuto! "Che giova il darci pena della vita!"
Or, quella sera, deposte le bare, Il negro carro era diggi? partito, Ed io, come impietrito, Restai del camposanto al limitare.
L? m'inchiodava una visione strana, Di quelle che sa far soltanto il Vero, E che vede il pensiero Sol di chi studia la Commedia Umana.
Una vecchia magrissima e grinzosa S'era posta a seder sovra le bare, Ed io l'ud?a cantare Una canzon con voce cavernosa.
La solinga megera, gravemente, S'accompagnava nelle note basse Battendo sulle casse Coll'ossa delle gambe macilente.
Elia diceva: "Io son la portinaja, "E sono vecchia, e di pessimo umore.... "Ma quando ero sul fiore "Degli anni, allora, ero leggiadra e gaja!
"Quanti baci, quand'ero ancor fanciulla, "Su queste spalle secche e questa bocca "Ora, bazza a chi tocca! "Io vo' morir, che non son buona a nulla!
"Forse, qui dentro, in queste casse bianche "Han chiuso qualche giovane d'allora, "Che si tolse all'aurora "Dalle mie braccia, colle membra stanche!
"Forse, a quel tempo, egli m'avr? adorata "Come a ventanni un'illusion si adora! "Il giovane d'allora "Amore, arte, piacer m'avr? chiamata!
"Chicchetussia dei mille amanti miei, "Che mi presti la bara a seggiolone, "Sappi che un'illusione "Per te, se fosti vivo, ancor sarei....
"E sarei la pi? triste e la pi? grama, "La pi? steril di pace e d'allegrezza, "E potrei d'amarezza, "Non pi? di gaudio, pagar la tua brama.
"Sappi ch'io sono ancora un'illusione, "Ma non siccome un d? bella e gioconda, "N? alla mia treccia bionda "Chiederesti il profumo e l'oblivione!
Agosto 1876.
LE DEMOLIZIONI
A EUGENIO TORELLI-VIOLLIER.
Pietre, da tanti secoli In un bacio congiunte, Travi e barre, dall'acqua E dal sole consunte, Barcollanti casipole, Ieri viventi ancora, Oggi il Tempo vi mormora: "? giunta l'ultim'ora!"
Il Tempo!... Il triste scettico; L'?ra, l'anno e l'istante; L'orco che mangia i popoli; L'impassibil quadrante; La sfinge inaccessibile; Il mistico serpente, Che afferra, eterno circolo, La sua coda col dente.
In un nembo di polvere Cadon le vecchie mura; Sembran c?lte le tegole Da un'orrenda paura; Ed i balconi, vedovi D'imposte e senza vetri, Sovra i passanti guardano Come occhiaje di spetri.
Povere case!... Il rantolo Della vostra agonia Fu lungo!... Il d? novissimo Lentamente ven?a! Barbari sempre, gli uomini V'han fatto i funerali, Pria che cadeste vittime Sotto i colpi mortali.
E accanto a voi scolpirono, A scherno, in questi giorni, Di fastosi palag? I superbi contorni. Ah! quei colossi risero Di voi pigmei morenti, E pi? amari vi fecero I fatali momenti!
Povere case!... Io vagolo A voi dintorno.--? notte. E l'ombre dalle fiaccole Rosseggianti son rotte; E, somiglianti ai demoni Cui l'eccidio conduce, I p?onieri nereggiano Sugli sprazzi di luce.
Ed io penso alla storia Delle mura cadenti; Ai drammi, alle commedie, Agli idilii innocenti Che si ordiron per secoli Nelle piccole stanze Ed impressero un marchio Sulle umane sembianze.
Ed io penso alle veglie, Alle insonnie, ai riposi, Alle fedi, alle infamie, Ai convegni amorosi, Ai sorrisi, alle lagrime, Ai d? foschi, ai d? lieti, Ai p?emi che videro Quelle quattro pareti!
Oh!... non ridete, splendide Case dai freschi ornati, Palag? da una magica Mano in un d? cr?ati! Or tutti a voi sorridono Con beata alterezza Ed i vostri muri spirano La balda giovinezza....
Ma verr? il d? che i posteri Vi chiameran capanne, Ed al suolo abbattendovi, Come fragili canne, Tesseranno una lirica Sovra i detriti immani.... Pi? caduchi edifizii Innalzando il domani!
Tu sol, bigio fantasima, Gotico tempio altero. Tu, frastaglio di guglie, Tu, gigante severo, Vedrai le metamorfosi Dei giorni che verranno, Sogghignando alla gioja, Sogghignando all'affanno!
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