Read Ebook: Divina Commedia di Dante: Paradiso by Dante Alighieri
Font size:
Background color:
Text color:
Add to tbrJar First Page Next Page Prev Page
Ebook has 1649 lines and 40246 words, and 33 pages
Ond'ella, che vedea me si` com'io, a quietarmi l'animo commosso, pria ch'io a dimandar, la bocca aprio,
e comincio`: < Tu non se' in terra, si` come tu credi; ma folgore, fuggendo il proprio sito, non corse come tu ch'ad esso riedi>>. S'io fui del primo dubbio disvestito per le sorrise parolette brevi, dentro ad un nuovo piu` fu' inretito, e dissi: < Ond'ella, appresso d'un pio sospiro, li occhi drizzo` ver' me con quel sembiante che madre fa sovra figlio deliro, e comincio`: < Qui veggion l'alte creature l'orma de l'etterno valore, il qual e` fine al quale e` fatta la toccata norma. Ne l'ordine ch'io dico sono accline tutte nature, per diverse sorti, piu` al principio loro e men vicine; onde si muovono a diversi porti per lo gran mar de l'essere, e ciascuna con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il foco inver' la luna; questi ne' cor mortali e` permotore; questi la terra in se' stringe e aduna; ne' pur le creature che son fore d'intelligenza quest'arco saetta ma quelle c'hanno intelletto e amore. La provedenza, che cotanto assetta, del suo lume fa 'l ciel sempre quieto nel qual si volge quel c'ha maggior fretta; e ora li`, come a sito decreto, cen porta la virtu` di quella corda che cio` che scocca drizza in segno lieto. Vero e` che, come forma non s'accorda molte fiate a l'intenzion de l'arte, perch'a risponder la materia e` sorda, cosi` da questo corso si diparte talor la creatura, c'ha podere di piegar, cosi` pinta, in altra parte; e si` come veder si puo` cadere foco di nube, si` l'impeto primo l'atterra torto da falso piacere. Non dei piu` ammirar, se bene stimo, lo tuo salir, se non come d'un rivo se d'alto monte scende giuso ad imo. Maraviglia sarebbe in te se, privo d'impedimento, giu` ti fossi assiso, com'a terra quiete in foco vivo>>. Quinci rivolse inver' lo cielo il viso. Paradiso: Canto II O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi d'ascoltar, seguiti dietro al mio legno che cantando varca, tornate a riveder li vostri liti: non vi mettete in pelago, che' forse, perdendo me, rimarreste smarriti. L'acqua ch'io prendo gia` mai non si corse; Minerva spira, e conducemi Appollo, e nove Muse mi dimostran l'Orse. Voialtri pochi che drizzaste il collo per tempo al pan de li angeli, del quale vivesi qui ma non sen vien satollo, metter potete ben per l'alto sale vostro navigio, servando mio solco dinanzi a l'acqua che ritorna equale. Que' gloriosi che passaro al Colco non s'ammiraron come voi farete, quando Iason vider fatto bifolco. La concreata e perpetua sete del deiforme regno cen portava veloci quasi come 'l ciel vedete. Beatrice in suso, e io in lei guardava; e forse in tanto in quanto un quadrel posa e vola e da la noce si dischiava, giunto mi vidi ove mirabil cosa mi torse il viso a se'; e pero` quella cui non potea mia cura essere ascosa, volta ver' me, si` lieta come bella, < Parev'a me che nube ne coprisse lucida, spessa, solida e pulita, quasi adamante che lo sol ferisse. Per entro se' l'etterna margarita ne ricevette, com'acqua recepe raggio di luce permanendo unita. S'io era corpo, e qui non si concepe com'una dimensione altra patio, ch'esser convien se corpo in corpo repe, accender ne dovria piu` il disio di veder quella essenza in che si vede come nostra natura e Dio s'unio. Li` si vedra` cio` che tenem per fede, non dimostrato, ma fia per se' noto a guisa del ver primo che l'uom crede. Io rispuosi: < Ma ditemi: che son li segni bui di questo corpo, che la` giuso in terra fan di Cain favoleggiare altrui?>>. Ella sorrise alquanto, e poi < certo non ti dovrien punger li strali d'ammirazione omai, poi dietro ai sensi vedi che la ragione ha corte l'ali. Ma dimmi quel che tu da te ne pensi>>. E io: < Ed ella: < La spera ottava vi dimostra molti lumi, li quali e nel quale e nel quanto notar si posson di diversi volti. Se raro e denso cio` facesser tanto, una sola virtu` sarebbe in tutti, piu` e men distributa e altrettanto. Virtu` diverse esser convegnon frutti di principi formali, e quei, for ch'uno, seguiterieno a tua ragion distrutti. Ancor, se raro fosse di quel bruno cagion che tu dimandi, o d'oltre in parte fora di sua materia si` digiuno esto pianeto, o, si` come comparte lo grasso e 'l magro un corpo, cosi` questo nel suo volume cangerebbe carte. Se 'l primo fosse, fora manifesto ne l'eclissi del sol per trasparere lo lume come in altro raro ingesto. Questo non e`: pero` e` da vedere de l'altro; e s'elli avvien ch'io l'altro cassi, falsificato fia lo tuo parere. S'elli e` che questo raro non trapassi, esser conviene un termine da onde lo suo contrario piu` passar non lassi; e indi l'altrui raggio si rifonde cosi` come color torna per vetro lo qual di retro a se' piombo nasconde.>, mi disse, <
Add to tbrJar First Page Next Page Prev Page