Read Ebook: I nuovi tartufi by Guerrazzi Francesco Domenico
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Ebook has 538 lines and 33649 words, and 11 pages
Tent? una via, e fu questa.--Condusse a fitto una casa, e studio fosse o ventura, nelle botteghe terrene io notai un oste, uno armaiolo e un caff?; al primo piano si teneva bisca, al secondo bordello; il terzo abit? il Presidente, quasi trono condegno alla sua divinit?. Quinci come il ragnatelo dal buco muoveva le fila insidiose della tela.
Certo fondaco inglese, ricco di molti milioni di oro, si ferm? a Malta per raddoppiare smisuratamente gli averi, come persuade la folle agonia agli uomini. Potente di danari, favorito dal governo, da menti alacrissime ottimamente diretto, i suoi traffici in breve parvero un uragano di lire sterline.--Preposto alla cassa era un giovane biondo e bello e di gentile aspetto, di anni tra i venticinque e i trenta. Spesso lo vidi circondato da masse enormi di ghinee, di luigi, di dobloni; e me lo finsi un ebbro che corre intorno all'orlo dell'abisso, sicch? talora mi venne fatto esclamare:--Dio di Giacobbe, abbilo in guardia!
Chi lo traesse e come, io non saprei ben dirti, ma e' fu tratto alla bisca: giuoc? danari, ma pochi; lo vinse il fastidio, ed and? via. Il pesce aveva bucato la rete. Il Presidente immagin? nuova insidia: tanto vi si adoper?, che lo condussero come bove al macello; ma come avevano preveduto lo prese la saziet?, e lasci? il luogo: ed ecco andargli incontro, non la donna dei Proverbi di Salomone,--in assetto di meretrice, strepitosa, e sviata,--ma una fanciulla cauta di animo, dimessa nelle vesti, e in sembianza mesta, intenta tutta a ricercare una moneta smarrita che aveva riscossa per certi pannilini lavati e stirati:--e non le doleva gi? la moneta, ma il pensiero che la sua povera madre, la quale abitava su nelle soffitte, l'aspettava per comprarne la cena.
Il giovane ebbe piet? della giovane bellissima; e gentile com'era, volendola aiutare e ad un punto non offenderla, finse unirsi a lei nella ricerca, e trattosi destramente di tasca una moneta uguale alla perduta, gliela porse dicendo averla trovata.
Qui sorrisi e grazie da una parte, e dall'altra lunghi sguardi e benigni, perch? la fanciulla era bella.
E mentre il giovane si partiva, la fanciulla, posto il piede sopra, inciamp? nella sua moneta: fece atto di maraviglia, sembr? esitare un momento, ma poi chinatasi presto la raccolse, e volgendosi al luogo donde il giovane si era dipartito, scroll? due e tre volte il capo in aria beffarda.
Allora il giovane prese usanza in cotesta casa; ma la fanciulla usciva rado, e in ore diverse. Come aspettarla, e dove?--Quello che non pot? il giuoco lo pot? amore. Appena gli restava ora libera, il giovane correva alla bisca: un servo comprato vigilava su l'andito, e se la fanciulla veniva, avvisava; ed ella passava, n? tanto spesso da distrarre il giovane dalle fatali allucinazioni del giuoco, n? tanto infrequente da disperarlo. La fanciulla, come quella che non era composta di pietra, a poco a poco resa pi? domestica, di salvatica che appariva in prima, porse le orecchie alle proposte dello innamorato giovane. D?i oggi, d?i domani, egli la persuase presentarlo alla madre: veneranda matrona, vedova di capitano di mare, travolta dalla fortuna a guadagnarsi con le proprie mani povera ed onorata sussistenza, col mestiere della stiratora. N? cotesta strettezza l'affliggeva per lei, che ormai rassegnata vivevasi nei voleri del Cielo, e vecchia e inferma sentiva esserle contati i giorni sopra questa terra; per? rincrescerle acerbamente della ragazza troppo pi? con delicatura nudrita che al presente suo stato si convenisse, e che pure, ove il Signore chiamasse lei alla sua pace, poteva peggiorare. Ah! per cuore di madre quale acerba spina era mai questa!--e la misera donna celatosi il volto con le mani piangeva lacrime sommesse per non contristare la figliuola. A mano a mano vennero a mettersi innanzi parole di matrimonio; ma subito insorsero difficolt? per via della religione, ch? la fanciulla professava religione cattolica, e il giovane il rito anglicano; e la madre aveva fatto voto alla Madonna di Loreto che la sua figlia non torrebbe marito ove non fosse puro sangue ortodosso. La cosa tirava in lungo, e cos? si voleva: dopo molti pianti e contrasti, e notti vigili, e giorni disperati, e fieri proponimenti di morte, alla fine il giovane piegava; egli consentiva abiurare, a patto che l'abiura rimanesse celata, la quale cosa dopo non lieve dibattimento gli venne concessa. Vinto questo, ecco levarsi altro intoppo, e per questa volta non dependente dalla volont? delle parti. Or come avrebbe il giovane provveduto ai bisogni della futura famiglia? Con la paga di commesso? Incerto troppo e labile assegnamento: n? poterlo mai consentire la madre, educata a dolorosa esperienza; saperlo pur troppo il suo cuore materno com'era dura angoscia avere figliuoli, e rimasta vedova non trovarsi tanto da comprare loro il pane.--"No davvero," la dabbene femmina esclamava; "se la mia figliuola ha da durare povera, ? meglio che rimanga ragazza: a che pro mettere al mondo tanti infelici? La giovanezza dello sposo non mi assicura; la morte non patteggia con gli anni; ed anche il mio consorte, buona memoria, mi lasci? da giovane. N? mi assicurano meglio la sua capacit? e la facilit? dei guadagni: altre e bene altre speranze io ho veduto appassirmi nelle mani! Anche il mio consorte fu nelle cose marinaresche peritissimo, e dei venti chirati della nave possessore di undici; e tutto questo un colpo di garbino irreparabilmente distrusse. D'altronde, ambedue giovani potevano aspettare: lo sposo attendesse a raccogliere danaro, e intanto si differissero le nozze...."
Quando Canuto, re di Danimarca, alzava il trono sopra la spiaggia, ed ordinava all'Oceano si guardasse bene sollevare la sua marea e attentarsi bagnarlo, davvero era meno stolto di chi si sbraccia a persuadere due amanti che differiscano le nozze.--Ma se tutto ? un giorno, un'ora, un istante;--ma se il desiderio infiammato pu? spegnersi da un punto all'altro;--ma se pittori e poeti finsero le ali allo amore perch? va via:--e con quale ragione volete voi che aspettino? Passeggeri sopra cosa che passa, chi mi sa dire se il cielo domani coprir? la terra? Quando l'amore pu? aspettare, egli ? infermo come i fanciulli che si astengono da correre: lo colse la gotta, male da vecchio; l'amore dura vispo e lieto anche venti anni, ma se diventa vecchio, in meno che non balena eccolo decrepito.
La fanciulla facevasi velo di lacrime alla faccia mansueta. Il giovane ragiona, prega, e tempesta insieme. La vecchia in mezzo immobile come il Destino. Il giovane disperato una sera entr? nella bisca; messe grosse poste, e vinse duegento ghinee: poca cosa, ma bastevole a sperimentare la fortuna, s'egli ? pur vero ch'ella ami i giovani.--Fu baleno d'inferno, e Mammone penetr? nelle vene del giovane con tutti i suoi veleni. Da quella sera in poi sed? continuo intorno al tappeto verde...
Se della probit? del banchiere egli dovesse o potesse dubitare non sapeva; certo per? che a fraudare sembrava gli fosse chiusa ogni via. E poi il banchiere ispirava proprio fiducia: bello di faccia, con capelli copiosi e biondi egregiamente acconciati sopra la testa, onesti i modi, lo sguardo benigno, il sorriso innocente; e quando ripeteva la parola:--"Vado,"--per avvertire che estraeva la carta, sembrava Gabriel che dicesse:--"Ave!"--Per? il giovane, allorch? si pose a sedere, fisse i suoi occhi dentro gli occhi del banchiere provocanti, e simili a quelli del duellatore contro al nemico che si apparecchiano a uccidere; ma il banchiere gli corrispose senza punta ira, anzi con piet?, come volesse dissuaderlo da porsi all'avventura. Durante parecchie sere le vicende del giuoco si alternarono ora triste ora liete: e fu il tormento di Sisifo; dopo avere sospinto il masso fino al sommo della montagna, tornava a rotolare gi? fino alle falde, ma non tanto avverse da disperarlo, n? tanto felici da renderlo pago: parve cosa calcolata con sommo accorgimento per accendere con fiamme inestinguibili cotesta natura piuttosto temperata. Alla fine la fortuna prese a scoprirglisi a viso aperto contraria: rimesse il guadagnato, sparvero di un tratto i risparmi raccolti a stento nella voragine immane, e presto giunse al Rubicone dei cassieri,--alla cassa del padrone. Bisogna confessarlo, la sua immaginazione non evoc? fantasma a spaventarlo, lui non turbarono le ambagi di Cesare: tanta cecit? lo aveva sorpreso, che si rinvenne mille miglia lontano dalla riva prima di accorgersi che aveva passato il fiume. Quando se ne accorse, non era pi? tempo per tornare indietro; l'amore, la vergogna e il delitto, come le cagne studiose e conte dell'Ugolino, gli stavano al fianco incalzandolo al precipizio.
Di tratto in tratto sopra l'onda burrascosa della sua anima le apparve una sembianza atteggiata a mesto rimprovero,--la sembianza della madre vedova e lontana; ma egli si affatic? ad annegarla, e l'anneg? sotto sconce libazioni di acqua vite.
Quando il giovane, dopo lunga meditazione, deliber? ingoiare un bicchiere dello infame liquore a questo scopo,--allo scopo, dico, di cancellarsi dal cuore la cara e buona immagine materna,--n'ebbe orrore, e pens? avere commesso un parricidio.
Adesso lo sciagurato non conta pi? i danari: a piene mani tuffa nella cassa altrui, a piene mani d? la pecunia sottratta in bal?a della fortuna, che se la porta come l'uragano delle Alpi la neve minuta.
Certa notte, dopo una perdita tale che agli stessi giuocatori col? convenuti pose spavento, sicch? gli avevano fatto cerchio all'intorno lasciandolo solo, quasi soldato invaso dal furore della morte sopra la breccia,--la voce del servo che disse: "Signori, il giuoco ? terminato!" gli trafor? le orecchie crudele come la operazione del trapano; traball? a modo di epilettico, e comprimendo un singulto nervoso ch'ebbe a rompergli la gola, usc? dalla stanza, e si strascin? verso le scale. Prima di scendere appose la fronte bollente allo stipite di marmo per ricavarne un po' di refrigerio. Mentre stando cos? appoggiato lo assalivano le amarezze della morte, una mano gli batte lieve lieve sopra le spalle. Il sangue a guisa di lavacro di piombo fuso lo percorse intero dal capo alle piante ricercandogli ogni vena pi? minuta, ogni pi? sottile vaso linfatico; non ardisce muoversi n? aprire gli occhi; quando una voce di compassione gli susurra dimessa:
"Ahi! tristo voi, come siete tradito!"
"Tradito io? E da chi? E come?"
"Se io vi sapessi meno forte, mi parrebbe quasi carit? tacere;--ma voi altri siete spiriti gagliardi, e stasera n'ebbi prova al giuoco, sicch? non dubito porgervi la medicina: a tutt'altro riuscirebbe troppo violenta,--ma voi guarir?..."
"Infine parlate."
"Voi amate...?"
"Chi ve lo ha detto?"
"Lo so..."
"Dunque perch? me lo domandate?"
"Avete ragione. Ora dunque sappiate che la fanciulla che voi amate v'inganna e vi deride;... perch?..."
"Perch??"
"? pubblica meretrice..."
"Tu menti... O provalo o ti strangolo..."
"Io non mentisco: egli ? per bene vostro che mi sono persuaso a palesarvelo; e in quanto alla prova, animo, mio caro giovane! e venite."
Questo uomo era n? pi? n? meno il Presidente.--Non gli fu difficile condurre seco il giovane prostrato di forza fisica e di volont?, e mentre lento saliva le scale porgendogli braccio, gli mormorava dentro le orecchie:
"Qui al secondo piano abitano meretrici: la mala femmina mena vita fra queste; finse povert? e albergo nelle soffitte, ma ella ? delle pi? famose del secondo piano, e tiene il luogo accreditato perch? piacevolona, vaga di burle, e oltre modo disposta a sostenere una parte in commedia: se capitava in buone mani sarebbe riuscita attrice unica. La finta madre che le serve da mezzana non vale punto meno di lei. Io so tutte queste cose per filo e per segno, perch?--figuratevi--sono il padrone del palazzo."
Giunsero al terzo piano. Il Presidente aperse adagio l'uscio di casa sua, ed invit? il giovane a entrare. Entravano e si trovavano al buio.
"Voi avete promesso farmi vedere... e qui siamo al buio."--Queste parole suonavano come se fossero stritolate fra i denti del giovane.
"Silenzio: quello che ho promesso mantengo.--Porgetemi la mano."
Quegli gliela porse. Il Presidente lo condusse in altra stanza; col? giunto si china verso il pavimento, e cava fuori cautamente un mattone. Dall'apertura proruppe una luce vivissima... Sorse in piedi, si accost? al giovane, e gli disse a voce bassa:
"Se vi aggrada... guardate..."
E il giovano guard?, e vide...
Un urlo disperato come di uomo ferito in mezzo al cuore riempie la stanza. Dopo lunga ora il giovane risensato da grave svenimento si trova giacente in letto, e vede il Presidente con amorevole sollecitudine porgergli aiuto. Questi lo vide appena con gli occhi aperti, Che levate al cielo le mani giunte esclamava:
"Lodato Dio! vi reputava pi? forte: invece di fare bene, temo avere commesso troppo gran male, e ne ho rimorso. Figliuolo mio, perdonatemi per carit?... Conosco la esperienza essere stata acerba... capisco che a queste prove cuore di uomo non regge... ma non vi lasciate vincere dall'angoscia... coraggio... su via! Verr? a visitarvi... come posso a consolarvi... perch? sento per voi viscere di padre."
E qui le parole amorevoli unite alle cure benevole furono infinite: singulti non mancarono n? lacrime, e profferte di accompagnarlo a casa. Il giovane allo improvviso balz? energicamente da letto; scosse la testa, e levati gli occhi al cielo esclam?:
"Il Signore mi aiuter?: sento avere dato dentro a inique trame. Ho traviato molto,--forse troppo; ma non v'ha errore che non possa ripararsi con la fede in Dio, e col fermo proponimento.--Addio. Voi mi avete guarito... io vi ringrazio."
E s? dicendo partiva. Il Presidente restava come trasognato, guardando torvo e a traverso il pavimento; alfine esclam?:
"Cane d'Inglese...--Credevo che per lo meno si fosse gittato dalla finestra, e invece vi si accomoda dentro come in un letto di rose. Alla riscossa!"
La meretrice con larga promessa di premio persuasa a tradirlo, comecch? nella laida sua condizione rimanesse, pure di cotesto forte amore compiacendosi se ne sentiva lusingata, e fingendo affetto incominciava ad appassionarsi davvero.--Cos? la farfalla volando intorno alla fiamma abbrucia l'ale.--La misericordia non isdegna raccogliere queste creature purificate,--a patto per? che la passione le purifichi come il fuoco, riducendole in cenere...
Il Presidente aveva pensato alla riscossa; e avviluppatosi dentro un ampio mantello, col feltro sopra le ciglia, studiando il passo, con moti obliqui, nel punto stesso in cui l'orologio della cattedrale suonava un'ora batteva un picchio alla casa del signor Waltom. Il picchio fu sommesso, e nonostante l'uscio venne subito aperto, conciossiach? la casa del mercante si assomigli ad Argo: gli occhi di coloro che vi abitano dentro non istanno mai tutti chiusi. Aperto l'uscio, il sopraggiunto domand? favellare al signore Waltom, e subito. Il servo risposegli che dormiva.
"Svegliatelo," insist? l'altro; e poich? il servo si mostrava irresoluto, il Presidente, pestando forte del pi? la terra, ordin? imperioso:
"Va e sveglialo subito, perch? qui si tratta di morte e di vita."
E il servo spaventato, non senza farsi il segno della croce, scapp? via, non curando altra informazione.
Comunque paresse strano ricevere a colloquio in ora s? tarda un uomo ignoto, pure le condizioni dei tempi, del paese, e dei traffici, non persuadevano rimandarlo inascoltato. Il signore Waltom, ch'era persona prestante molto, scese gi? di letto, si gitt? addosso una veste da camera, e comand? introducessero il tardo visitatore.
Il Presidente entra.--Invitato con cenno a sedere recusa, e con sottile arguzia imitando i modi inglesi diceva:
"Signore, la vostra mano..."
"Perch??"
"Giuratemi su l'onore vostro che non sarete per isvelare mai il mio nome n? quanto sono per dirvi."
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