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Words: 33412 in 14 pages
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: Racconti umoristici: In cerca di morte; Re per ventiquattrore by Tarchetti Iginio Ugo - Italian fiction 19th century IT Racconti
stinato a non vincere. Giuoc? quanto era lunga la notte, ma sempre colla stessa fortuna. Verso il mattino tutte le tavolette erano passate al suo avversario; egli aveva perduto la sua bella propriet? di Littleford, e due milioni e mezzo di lire...
La sua fortuna era rovinata.
E Rosen stava per buttarsi, quando gli sovvenne che aveva una moglie, la quale non aveva che ventidue anni, e di cui aveva avvizzita la fede e la giovent? colla sua cattiva condotta, e dissipata in parte la grossa fortuna che gli aveva recato per dote.
Sua moglie apparteneva ad una famiglia patrizia di Dublino, e aveva sposato Rosen per amore. Si erano conosciuti tre anni prima in un viaggio che il barone aveva fatto in Irlanda; la mente immaginosa della fanciulla, esaltata dalla lettura dei romanzi di Scott, aveva creduto di realizzare in lui quell'ideale d'uomo che aveva portato fino allora nel cuore. Essa lo aveva creduto per quel solo motivo che fa credere alla donna tutto ci? che le piace credere dell'uomo che ama--perch? Rosen era bello. La bellezza a venti anni ha grandi attrattive.
Tutte queste doti avevano fatto credere a Emilia Strafford che suo marito avrebbe avuto anche un cuore; n? ella si era ingannata, che Rosen ne aveva uno, e non lo aveva cattivo; ma quelle tristi abitudini della sua vita, quello spensierirsi continuo, quel disgusto di tutto, quel bisogno che egli sentiva di emozioni sempre rinnovate, lo avevano reso se non ignorante, almeno trascurante de' suoi doveri pi? sacri, lo avevano fatto estraneo alle gioie caste e tranquille della famiglia.
Vi sono molti uomini, dei quali si dice: hanno cuore; e nondimeno li vediamo vivere sempre lontani dagli esseri che loro appartengono, compiangerli, ma non sorreggerli di consiglio o di sacrificio, spesso dissiparne la fortuna, e far pompa di un egoismo crudele. Sono capaci di uno slancio di virt?, non di una virt? continuata.
Questi uomini costituiscono una delle classi pi? numerose della societ?, e sono coloro di cui le donne esaltate rimangono spesso le vittime. Meglio i giovani freddi e calcolatori, dei quali si dice con disprezzo:--non hanno cuore!
Emilia Strafford, bench? avesse indole dolce ed ingenua, non tard? ad avvedersi del cattivo temperamento di Rosen, e del suo carattere turbolento e inquieto. Ella non lo amava meno per ci?, ch? per una strana contraddizione del cuore umano e pel bisogno che esso ha di contrasti, di lotte, e assai spesso anche di dolore, tali uomini piacciono di preferenza alle donne; ma lo amava senza gioie, senza speranze, subiva la sua stessa affettivit? come una forza che era fuori di lei, e alla quale non avrebbe mai potuto sottrarsi.
Non era cos? che essa avrebbe voluto essere amata da suo marito.
Rosen passava spesso giorni e notti intere senza vederla; imprendeva piccoli viaggi, talora concertati in una riunione di amici, e partiva con essi sul fatto senza avvertirne sua moglie. Due volte le era stato riportato carico di ferite ricevute in duello, un'altra volta era caduto rovesciato col cavallo nel salto di una barriera, e ne aveva avuto un braccio spezzato. Nelle ore della sua assenza Emilia viveva in un'inquietudine mortale, e non di meno quelle sventure erano state l'unico pretesto che l'avessero avvicinata a lui in un modo affettuoso e durevole. Perch? nello stato di malattia Rosen era buono, egli comprendeva le tacite sofferenze di sua moglie, quell'interessamento caldo e pietoso, quell'affezione salda e delicata: e spesso in momenti di sincera effusione, le aveva detto:--perdonami, Emilia, d'ora innanzi sar? migliore.
Ma col rifiorire della salute tutti i suoi proponimenti erano svaniti; a poco a poco egli aveva sentito disgusto di tutto, il bisogno di nuove emozioni lo aveva tratto al giuoco; aveva perduto, aveva sminuito sensibilmente il suo censo e introdotte delle dure economie nella sua casa: quelle modificazioni avevano allontanata sua moglie da quell'elegante societ? di cui era stata una delle bellezze pi? splendide, l'avevano costretta ad un isolamento penoso, a un sistema di vita pi? modesto e pi? oscuro.--Rosen aveva veduto tutte quelle privazioni, aveva sentite le proprie, e n'era diventato melanconico e triste; aveva tentato di dimenticarle, aveva trascurata la casa; i suoi domestici portavano le loro livree sdruscite, i suoi cavalli languivano da qualche tempo nelle scuderie, i suoi cani impigrivano presso il focolare, egli stesso fuggiva i suoi amici, i clubs, i teatri, ogni mezzo di divagazione--non viveva pi? che della passione fatale del giuoco.
Ed ora che aveva fatto? Aveva perduta quella grande propriet? di Littleford che apparteneva a sua moglie, e che ne costituiva unicamente la dote; aveva perduto quasi tutto il resto della sua fortuna. Come vi avrebbe rimediato!
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