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Words: 121048 in 25 pages
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STORIA DEGLI ITALIANI
PER CESARE CANT?
EDIZIONE POPOLARE RIVEDUTA DALL'AUTORE E PORTATA FINO AGLI ULTIMI EVENTI
TORINO UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE 1874
Gli schiavi. -- Guerre civili.
Se la giustizia non ? una legge eterna, ma deriva da patti sociali e da decreti, non pu? concernere se non coloro che stipularono; lo straniero sar? un nemico, e ciascuno potr? ucciderlo a voglia; i vinti si manderanno per le spade, se pure non si trovi pi? utile il servarli pei proprj bisogni, e perch? facciano tutto ci? che al vincitore talenti. Cos? logicamente veniva stabilita la maggiore delle iniquit?, e l'ulcera delle societ? antiche.
Lo schiavo non ? persona, ma cosa: perci? non ha rappresentanza nel consorzio civile, non pu? deporre in testimonio, non citare in tribunale, non aver nozze legittime n? figli proprj, non testare; natural suo erede ? il padrone, che subentra ad esso negli altrui testamenti. Il proprietario solo potea chieder ragione d'un insulto fatto a' suoi schiavi, e contro lui dirigevasi l'azione per colpe di questi. Poteva il dominio d'uno schiavo appartenere ad uno, ad un altro l'usufrutto; e il padrone a sua voglia batterlo, crocifiggerlo, affamarlo, far ogni infamia del corpo di esso. La legge calcola con ispietata precisione i compensi per la sua perdita o pel deterioramento: -- Chi senza diritto uccida uomo o quadrupede domestico appartenenti ad altri, paghi al padrone il valore massimo che questo oggetto ha da un anno. Non si deve solamente tener conto del valer corporale, ma anche se la perdita dello schiavo cagioni al padrone un danno maggiore del valor proprio dello schiavo. Se il mio schiavo fu istituito erede, e fu ucciso prima che per ordine mio accettasse l'eredit?, bisogna, oltre il prezzo, pagarmi l'ammontare dell'eredit? perduta. Se di due gemelli, o di due commedianti, o di due musici fu ucciso l'uno, deesi valutare e il prezzo del morto e lo scapito che la uccisione di lui port? nel valore del sopravivente, come se s'uccida una mula d'una coppia, o un cavallo di una quadriga. Quello cui fu ucciso lo schiavo, pu? scegliere fra il procedere in via criminale, o il ripetere un'indennit? in forza della legge Aquilia>>. Eccovi un'altra contraddizione di quella sapienza legale: comprendere nel diritto di natura le bestie, mentre negava la personalit? agli schiavi.
Erano questi addotti sul mercato da pirati o da speculatori, che li disponeano in una trabacca a varj scompartimenti simili a gabbie, ignudi, colle mani avvinte e in fronte un cartello, portante le loro buone e ree qualit?. Entro gallerie interne si esibivano i prescelti. I forestieri, di cui non si poteva garantire la docilit?, presentavansi con piedi e mani legate e col pileo in capo. Il compratore espone al negoziante: -- Mi fa bisogno d'un mugnajo, di un torcoliero, d'un segretario per lo scrittojo, d'una donna pel letto, di un cane per la porta, d'un pedagogo per mio figlio>>: guarda, palpa, esamina la forza e l'intelligenza: il venditore ? obbligato dichiarare le malattie e i difetti, se riottoso, se solito a fuggire o andar girellone. Pi? tardi fu stabilita una tariffa secondo l'et? e la professione; sessanta soldi d'oro per un medico, cinquanta per uno scrivano, trenta per un eunuco minore dei dieci anni, cinquanta se maggiore. Cittadini di gran virt? speculavano sull'educarli; Catone li comprava meschini ed ignoranti, poi fatti robusti e destri li rivendeva: Pomponio Attico ne formava letterati.
Alcuni erano schiavi pubblici, per lo pi? fatti in guerra e che appartenevano allo Stato o alla citt?, con annuo assegno perch? attendessero ai pubblici lavori, ai bagni, agli acquedotti, alle miniere; oppure servissero i generali e i magistrati anche per corrieri, carcerieri, manigoldi. A peggior condizione trovavansi gli schiavi privati, i quali nelle case esercitavano ogni ministero; essi agricoli, essi mandriani, essi pastori, essi canovaj, cuochi, spenditori, barbieri, bagnajuoli, sarti, calzolaj, cacciatori, giardinieri, funamboli, commedianti, architetti, pittori, ragionieri, medici, veterinarj, tutto. Uno si teneva legato alla porta acciocch?, fui per dire, abbajasse al venire di qualche forestiero; altri dovevano gridare le ore, umani oriuoli; altri macinavano, e un gran disco attorno al collo gl'impediva di recarsi alla bocca qualche pugno di grano; quali correano avanti il padrone per istrada a fargli dare il passo; quali annunziavano le visite; questi, ai piedi del padrone, tergevano dai tappeti orientali le sordide traccie dell'intemperanza di esso; quelli servivano da sonatori, da impudichi, da buffoni, al qual uopo alcuni sin da fanciulli erano stretti con cinghie e serrati in astucci per modo che non potessero svilupparsi. Giulia d'Augusto aveva un nanerottolo ed una schiava non pi? alti di due piedi. Pregiatissimi erano pure gli ermafroditi, talora artifiziali. Seneca ci addita torme di ragazzi che, all'uscire dai banchetti, nelle camere aspettavano oltraggi alla natura. Legioni intere di corrotti, provenienti principalmente dall'Asia e da Alessandria, che somministrava i pi? famosi per isfrontatezza di costumi e vivacit? di spirito, erano disposti secondo il paese ed il colore con tant'arte, che in tutti vedevasi corporatura snella, volto fiorito della prima lanugine, n? mai uno di capellatura liscia confondevasi con quelli di crespa. Alcuni non viaggiavano che col viso bisunto, perch? il sole e il freddo non intaccassero la dilicata pellicina. Plinio e Quintiliano raccontano con quali arti infami si celavano i difetti di quelli destinati ad infimi piaceri, e con quali erbe si ritardavano gl'indizj della pubert?.
Uno schiavo robusto fruttava al suo padrone da venticinque centesimi il giorno; e riceveva al mese venti litri di grano e venticinque di vinello, fatto con aceto, acqua dolce e acqua di mare fracida, secondo la ricetta di Catone. Il lavoro degli schiavi era preferito, perch? non come i liberi restavano ogni tratto interrotti dal servizio militare.
In qual modo trattati fa orrore il pur pensarlo. Quei che lavoravano i campi, aveano i capelli e le ciglia rase: quei che portavano i padroni nelle eleganti lettighe, trascinavansi dietro le catene. Palla, accusato di complicit? con alcuni liberti, dimostr? che non comunicava con essi se non per segni o per iscritto. Antonio e Cleopatra sperimentavano sopra gli schiavi i veleni. Pollione ne fe gittar alle murene uno che gli ruppe un vaso: del che lo rimbrott? Augusto, il quale non pertanto fece appiccare all'antenna uno che gli aveva mangiato una quaglia. Ai lunghi pasti si facevano assistere, digiuni, in piedi, e guai se avessero tossito, starnutato, sospirato, anzi pur mosso le labbra. Alcuni ricreavano le cene con atroci combattimenti, e i padroni applaudivano, fischiavano, e dicevano: -- Fatti lontano, canaglia, che il tuo sangue non mi chiazzi la tunica>>.
Cos? degradati da inumana severit? o da turpi favori, vittime della sensualit? prima ancora che si svegliasse l'istinto, senza coscienza d'altro dovere che del soddisfare il padrone, anzi prevenirne i desiderj onesti o infami, cresceano nell'abitudine dell'intrigo, della menzogna, del furto. La notte poi erano chiusi in ergastoli o grotte, su giacigli o per terra ammonticchiati uomini e donne. Fatti vecchi o incurabili, si portavano all'isola d'Esculapio sul Tevere, col? abbandonavansi a morire. Claudio imperatore pens? riparare a quest'ultima crudelt? col decretare che il servo cos? esposto rimanesse libero: e allora i padroni gli uccisero.
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