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Words: 128479 in 37 pages

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ISTORIA CIVILE DEL REGNO DI NAPOLI

DI PIETRO GIANNONE

VOLUME PRIMO

AL POTENTISSIMO E FELICISSIMO

PRINCIPE

CARLO VI IL GRANDE

DA DIO CORONATO IMPERADORE DE' ROMANI RE DI GERMANIA, DELLE SPAGNE, DI NAPOLI, D'UNGHERIA DI BOEMIA, DI SICILIA, EC.

PIETRO GIANNONE.

INTRODUZIONE

L'Istoria, che prendo io a scrivere del Regno di Napoli, non sar? per assordare i leggitori collo strepito delle battaglie, e col romor dell'armi, che per pi? secoli lo renderon miserabil teatro di guerra; e molto meno sar? per dilettar loro colle vaghe descrizioni degli ameni e deliziosi suoi luoghi, della benignit? del suo clima, della fertilit? de' suoi campi, e di tutto ci?, che natura, per dimostrar suo potere e sua maggior pompa profusamente gli concedette: n? sar? per arrestargli nella contemplazione dell'antichit? e magnificenza degli ampj e superbi edificj delle sue citt?, e di ci?, che l'arti meccaniche maravigliosamente vi operarono: altri quest'ufficio ha fornito; e forse se ne truova dato alla luce vie pi? assai, che non si converrebbe. Sar? quest'Istoria tutta civile; e perci?, se io non sono errato, tutta nuova, ove della politia di s? nobil Reame, delle sue leggi e costumi partitamente tratterassi: parte, la quale veniva disiderata per intero ornamento di questa s? illustre e preclara region d'Italia. Conter?, nel corso poco men di quindici secoli, i varj stati, ed i cambiamenti del suo governo civile sotto tanti Principi, che lo dominarono; e per quanti gradi giugnesse in fine a quello stato, in cui oggi 'l veggiamo: come variossi per la politia ecclesiastica in esso introdotta, e per li suoi regolamenti: qual uso ed autorit? ebbonvi le leggi romane, durante l'Imperio, e come poi dichinassero; le loro obblivioni, i ristoramenti, e la varia fortuna delle tant'altre leggi introdotte da poi da varie nazioni: l'accademie, i Tribunali, i Magistrati, i Giureconsulti, le Signorie, gli Ufficj, gli Ordini, in brieve, tutto ci?, che alla forma del suo governo, cos? politico e temporale, come ecclesiastico e spiritual s'appartiene.

Se questo Reame fosse sorto, come un'isola in mezzo all'Oceano, spiccato e diviso da tutto il resto del Mondo, non s'avrebbe avuta gran pena a sostenere, per compor di sua civile istoria molti libri: imperciocch? sarebbe bastato aver ragione de' Principi, che lo dominarono, e delle sue proprie leggi ed istituti, co' quali fu governato. Ma poich? fu egli quasi sempre soggetto, e parte, o d'un grand'Imperio, come fu il romano, e da poi il greco, o d'un gran Regno, come fu quello d'Italia sotto i Longobardi, o finalmente ad altri Principi sottoposto, che tenendo collocata altrove la regia lor sede, quindi per mezzo de' loro Ministri 'l reggevano; non dovr? imputarsi, se non a dura necessit?, che per ben intendere la sua spezial politia, si dia un saggio della forma e disposizione dell'Imperio romano, e come si reggessero le sue province, fra le quali le pi? degne, ch'ebbe in Italia, furon certamente queste, che compongono oggi il nostro Regno. Non ben potrebbe comprenders'il loro cambiamento, se insieme non si manifestassero le cagioni pi? generali, onde variandosi il tutto, venisse anche questa parte a mutarsi; e poich? queste regioni, per le loro nobili prerogative invitarono molti Principi d'Europa a conquistarle, furon perci? lungamente combattute, ciascheduno pretendendo avervi diritto, e chi come tributarie, chi in protezione, e qual finalmente come feudatarie le pretese: si ? riputato perci? pregio dell'opera, che i fonti di tutte queste pretensioni si scovrissero; n? potevano altramente mostrarsi, se non col dare una general'idea, e contezza dello stato d'Italia in varj tempi, e sovente degli altri principati pi? remoti, e de' trasportamenti de' reami di gente in gente, onde sursero le tante pretensioni, che dieron moto all'imprese, e fomento.

L'istoria civile, secondo il presente sistema del Mondo cattolico, non pu? certamente andar disgiunta dall'istoria ecclesiastica. Lo stato ecclesiastico, gareggiando il politico e temporale de' Principi, si ?, per mezzo dei suoi regolamenti, cos? forte stabilito nell'imperio, e cotanto in quello radicato, e congiunto, che ora non possono perfettamente ravvisarsi li cambiamenti dell'uno, senza la cognizione dell'altro. Quindi era necessario vedere, come, e quando si fosse l'ecclesiastico introdotto nell'Imperio, e che di nuovo arrecasse in questo Reame: il che di vero fu una delle pi? grandi occasioni del cambiamento del suo stato politico e temporale; e quindi non senza stupore scorgerassi, come, contro a tutte le leggi del governo, abbia potuto un Imperio nell'altro stabilirsi, e come sovente il sacerdozio abusando la divozion de' Popoli, e 'l suo potere spirituale, intraprendesse sopra il governo temporale di questo Reame, che fu rampollo delle tante controversie giurisdizionali, delle quali sar? sempre piena la repubblica cristiana, e questo nostro Regno pi? che ogni altro; onde preser motivo alcuni valentuomini di travagliarsi per riducere queste due potenze ad una perfetta armonia e corrispondenza, e comunicarsi vicendevolmente la loro virt? ed energia; essendosi per lunga sperienza conosciuto, che se l'imperio soccorre con le sue forze al sacerdozio, per mantenere l'onor di Dio ed il sacerdozio scambievolmente stringe ed unisce l'affezion del Popolo all'ubbidienza del Principe, tutto lo Stato sar? florido e felice; ma per contrario, se queste due potenze sono discordanti fra loro, come se il sacerdozio, oltrepassando i confini del suo potere spirituale, intraprendesse sopra l'Imperio e governo politico, ovvero se l'Imperio rivolgendo contro Dio quella forza, che gli ha messa tra le mani, volesse attentare sopra il sacerdozio, tutto va in confusione ed in ruina; di che potranno esser gran documento i molti disordini, che si sentiranno perci? in questo istesso nostro Reame accaduti.


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